Home ATTUALITÀ Umberto Croppi e la sua scalata al Campidoglio

Umberto Croppi e la sua scalata al Campidoglio

ArsBiomedica

croppi.jpgE’ stato definito “l’uomo di destra che piace alla sinistra”. E’ stato l’eminenza grigia della campagna elettorale che nel 2008 ha portato Alemanno in Campidoglio. Da assessore alla cultura qualcuno l’ha chiamato “il secondo Nicolini” ma nel 2011 è stato defenestrato nel giro di una notte suscitando le ire di oltre mille e quattrocento grandi nomi della cultura, tanti firmarono una petizione a suo favore. E’ Umberto Croppi, 56 anni, candidato a sindaco di Roma con tanti sassolini nella scarpa.

Sei romani su dieci giudicano opportuna una candidatura a Sindaco al di fuori del PD e del PdL. E’ l’ ISPO, l’Istituto di ricerca sociale, economica e di opinione guidato dal Professor Renato Mannheimer, a determinarlo al termine di un’indagine demoscopica.
Un responso che sembra calzare a pennello su quanti, estranei agli schemi partitici convenzionali, stanno scendendo in campo per candidarsi a guidare la Capitale.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

E dopo l’imprenditore Alfio Marchini ecco il secondo outsider, l’eclettico Umberto Croppi.

Fine narratore, grande spessore culturale, esperto di comunicazione, imprenditore, docente universitario, scrittore, sommelier,  viaggiatore, direttore editoriale di case editrici, gallerista d’arte, saggista, conferenziere, sposato con una cittadina americana, dire multiforme è poco.

Un inaffidabile, un extra-vagante, un solitario, un impolitico“, così invece si autodefinisce nel suo ultimo libro “Romanzo Comunale” nel quale, oltre a togliersi qualche sassolino dalla scarpa, si assegna il compito di “essere uno che si assume il rischio di ricordare, con le parole di Bono degli U2, a quanti danno tutto per scontato che everything you know is wrong“.

Ma è con minor senso del dubbio che lunedì 17 dicembre, al Teatro della Cometa (proprio di fronte al Campidoglio, una scelta che non pare del tutto casuale) ha presentato il comitato che sostiene la sua candidatura a sindaco. Un comitato formato da personalità trasversali della cultura, del mondo accademico, della comunicazione tutte unite sotto lo slogan “Cominciamo da Roma”.

“C’è per il nostro Paese l’esigenza assoluta di una rigorosa gestione della cosa pubblica, c’è una volontà diffusa e inarrestabile di risanare la politica, arginare il suo costo, i suoi abusi e rinnovare il personale politico”. Così inizia il manifesto che vuole sostenere Umberto Croppi nella sua corsa al Campidoglio, un manifesto che marca il suo carattere trasversale e la spinta a proporre una candidatura fuori dagli schemi tradizionali e che potrebbe essere sostenuta da più liste civiche.

E in un’affollatissima conferenza stampa, Umberto Croppi così ha riassunto i motivi che lo hanno spinto a candidarsi: “Una proposta civile per risanare la politica, eliminare i metodi consociativi e restituire alla Capitale il ruolo degno delle cultura che custodisce”.

“Cosa fare per Roma? Non c’è una vera gerarchia di interventi – ha spiegato Croppi alla platea di sostenitori accorsi al teatro della Cometa – tuttavia la prima cosa in assoluto cui bisogna mettere mano ritengo sia il bilancio ed il suo risanamento, partendo dalla creazione di una holding delle aziende municipalizzate, azzerando tutti i CdA delle società in house e realizzando una centrale unica degli acquisti. Subito dopo penserei ad un energico intervento sul tessuto economico della città, dialogando in maniera diversa con categorie produttive e con i cittadini immettendoli direttamente nella gestione dei servizi facendo perno sulle risorse culturali, turistiche, artigianali ed agricole”.

“Quello sul decoro e sulla qualità ambientale – ha poi continuato – è uno degli interventi che appaiono più urgenti per restituire dignità alla capitale. Il tema dei diritti è un altro elemento fondamentale: diritto a comprendere e partecipare da parte di tutti i cittadini, diritto di scegliere sulla propria vita senza discriminazioni, diritto di parità garantito con eguali possibilità ma anche attraverso quei servizi sociali che permettano a tutti di organizzare il proprio tempo. Infine la cultura. Dare alla città di Roma una dimensione culturale di ampio respiro, internazionale, che parta dalla contemporaneità, per ampliare l’offerta. Cultura come strumento di crescita morale e fattore di sviluppo. E’ quello che avevo cominciato a fare come assessore, vorrei portarlo in fondo”.

Al Campidoglio si può salire in due modi, usando la ripida scala di sinistra che arriva fino all’austera facciata in laterizi della chiesa di Santa Maria in Aracoeli oppure con la cosiddetta “cordonata” che porta direttamente sulla piazza di Michelangelo. Ma c’è anche un terzo modo, quello di arrivarvici grazie ad una poderosa spinta che viene dal basso originata dalla voglia di cambiare. Potrebbe essere il caso di Croppi?

Umberto Croppi inizia la sua attività politica giovanissimo, a 14 anni. A 19 anni è già consigliere comunale, poi dirigente nazionale del Fronte della Gioventù e membro del comitato centrale del Movimento Sociale Italiano. Fondatore e presidente del Movimento dei Giovani Disoccupati, esce dal MSI nel 1991 per impegnarsi nella costruzione di nuovi soggetti della politica italiana, fra i quali i Verdi, per i quali è stato eletto consigliere regionale del Lazio, e La Rete di Leoluca Orlando.
È stato tra i fondatori di Nessuno tocchi Caino, lega internazionale per l’abolizione della pena di morte.

Nel 2008 ha curato la comunicazione elettorale del sindaco Gianni Alemanno. Nominato poco dopo assessore alle politiche culturali e alla comunicazione, nel 2011 per una logica di equilibri interni al PdL, alla quale forse non è estranea la sua adesione a Futuro e Libertà, nel giro di una notte perde l’incarico.
Ma lo perde con grande eleganza, in contrapposizione alla poca con la quale Alemanno, peraltro suo grande amico, lo informa della sua decisione: un sms inviato dopo diverse ore che la notizia era stata già battuta dalle agenzie.

Se a Croppi togliamo una R resta Coppi.
E chi ricorda il grande ciclista ricorderà pure che di polvere al suo amico Bartali ne ha fatta mangiare in più d’una salita.
Sarà proprio un’interessante corsa da seguire quella al Campidoglio.

Claudio Cafasso

© RIPRODUZIONE RISERVATA

7 COMMENTI

  1. Se garantisse lo stesso impegno profuso a suo tempo per organizzare i Campi Hobbit , potrei quasi rinunciare all’intenzione del non voto.

  2. Non so cosa sono i campi qui citati ma leggendo qualcosa ho capito che ero troppo piccolo per occuparmene quando venivano fatti quindi non posso giudicare l’impegno di allora. Però questo Croppi di oggi mi piace molto, lo definisco magari sbagliando un politico non politico e mi sa caro Aragorn che quasi quasi anche a me farà rinunciare al non voto.

  3. Ho letto il programma di Croppi e non ho trovato una e ribadisco una cosa che non mi piaccia.

    Come dice Aragorn potrei quasi rinunciare all’intenzione del non voto.

  4. …l’ho sentito parlare ad un convegno…. è una persona straordinaria…. moooolto meglio del suo successore Gasperini…. potrebbe dare molto a Roma !!

  5. Posso assicurare che l’ultimo libro “Romanzo Comunale” di Umberto Croppi è un capolavoro di idee e di proposte , con una descrizione puntuale dello scenario politico e storico della destra romana e delle sue svariate e frastagliate correnti.
    Ma soprattutto è una rappresentazione fedelissima di come sono realmente andate ( o meglio non andate) le cose nei primi due sciagurati anni di questa amministrazione alemanniana. Tutto vero e lo posso testimoniare perchè pure io c’ero !!!!!

    Alessandro D’Armini

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome