Home ATTUALITÀ Alfio Marchini, outsider in corsa per il Campidoglio

Alfio Marchini, outsider in corsa per il Campidoglio

ArsBiomedica

marchini120.jpgAlfio Marchini, noto imprenditore romano, scende in campo e si candida a sindaco di Roma. Ospite ieri di Lucia Annunziata nella trasmissione “In mezz’ora” su RaiTre, ha annunciato la sua decisione di puntare al Campidoglio alla guida di una lista civica che però, ha spiegato, ” è il primo passo per un progetto più ampio per la costruzione di un movimento civico metropolitano”. Perché si candida?  “Per passione, ma anche perché a Roma non c’è offerta che possa soddisfare i cittadini, sia a destra che a sinistra”.

Comincia così, con questo annuncio televisivo, la corsa al Campidoglio del rampollo di una delle più influenti famiglie di costruttori romani.
Ingegnere, nato a Roma nel 1965, brillante, elegante nei modi e nel linguaggio, ha cinque figli, tre maschi e due femmine, ed è separato. La sua è una grande famiglia, sempre caratterizzata dalla contraddizione di essere imprenditori e di sinistra.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

Il nonno Alfio è stato una figura chiave. Fu partigiano e alla guida della Resistenza romana e partecipò, tra l’altro, alla liberazione di Sandro Pertini da Regina Coeli. Indossati poi gli abiti del costruttore non perse la passione per la politica neanche negli anni in cui si concentrò, insieme al fratello Alvaro (padre di Simona Marchini e negli anni settanta presidente della Roma calcio), sull’impresa di costruzioni fondata dal padre.

Alfio junior assume la guida delle società di famiglia nel 1988, dopo la morte del nonno, ancor prima di terminare gli studi, a soli 23 anni. Da quel momento prende il via una lunga serie di incarichi e di nomine di prestigio. Nel giugno del 1994 viene nominato membro del CdA della RAI ma si dimette solo dopo otto mesi poiché non condivide la strategia aziendale. Dal 1995 al 1998 è Amministratore Delegato di Roma Duemila S.p.A., società di proprietà del Gruppo Ferrovie dello Stato. Poco dopo diviene membro del CdA di Banca di Roma e successivamente di Capitalia.

Ma il suo impegno va oltre i confini nazionali. È tra i soci fondatori e membro dello Shimon Peres Center For Peace, è membro del Non Governmental Peace Strategies Project (insieme a George Bush Senior, Kofi Annan, Javier Solana, Mikhail Gorbachev), è socio fondatore dell'”Associazione Italia Decide” per la Qualità delle Politiche Pubbliche, è socio fondatore della Fondazione “Italiani Europei”.

Un lungo curriculum per un quarantasettenne che potrebbe sognare un futuro ancor più ricco di successi. Cosa lo spinge a sfidare la politica e i politici di professione candidandosi per una delle poltrone più scomode d’Italia?

“La politica è sempre stata la grande passione della mia famiglia, e il momento in cui viviamo richiede uno sforzo straordinario: Roma non gode di buona salute e i romani non stanno vivendo bene”. E’ quanto sostiene Alfio Marchini sul suo sito spiegando che come gran parte dei romani, lui stesso trova “oggi insopportabile lo stato di abbandono in cui versa la città e il senso di frustrazione che anima i cittadini.”

“La mia famiglia – aggiunge – nutre un forte senso di riconoscenza verso Roma ed è giunto il tempo nel quale uno di noi si assuma l’onore di testimoniare il proprio impegno a servizio della città, senza chiedere garanzie o via libera ad altri che non siano i cittadini di Roma. Per questo promuoverò una lista civica aperta e autonoma dai partiti, che sarà il primo passo per la nascita di un nuovo movimento civico metropolitano.
La crisi attuale della nostra città non è come tutte le altre: è una crisi di rottura, e per questo la nostra proposta sarà nel segno di una forte discontinuità e innovazione, senza essere demagogica e qualunquista. Vogliamo quindi una distruzione dei partiti attuali? Sicuramente no – conclude – ma crediamo sia indispensabile anche da parte loro un ripensamento del proprio modo di essere.”

Stizzite le reazioni del mondo politico romano alla notizia che un imprenditore, tentando di catturare voti fra gli scontenti, nel magma dell’anti-politica e fra i delusi di destra e di sinistra, si ponga l’obiettivo di sbaragliare e sparigliare gli equilibri consolidati.

Eugenio Patanè, presidente del PD di Roma, sul suo profilo facebook dice che “Alfio Marchini può fare ciò che ritiene: candidarsi a Sindaco o no, non è affare che mi riguarda. Dopodiché lo ha fatto dicendo che ha avuto il via libera di Shimon Peres e dello staff di Obama. Tanti auguri. Peccato che a Roma votano i romani.”

Meno caustico ma più diretto Ugo Cassone, consigliere capitolino PdL che su Marchini ha le idee precise: “appartiene alla classe dirigente romana, la stessa che ha trascinato Roma sull’orlo del fallimento. Oggi si presenta come una vergine immacolata per nascondere i tratti del sepolcro imbiancato. Avere deluso un personaggio come lui è un punto d’onore per il lavoro dell’amministrazione capitolina”.

Gli fa eco il collega Giovanni Quarzi: “Va bene che la politica è anche ironia, ma il presidente del circolo del polo Marchini che parla con Shimon Peres e si candida a Sindaco di Roma è veramente troppo. Se l’Udc ha deciso di conquistare il nostro elettorato facendolo morire dalle risate, ha scelto la strada giusta”.

Liquida la questione con poche parole il segretario romano del PD, Marco Miccoli: “Alfio Marchini? Candidatura legittima ma non corrisponde a ciò che serve alla città.”

Ma il più perplesso di tutti è il sindaco Gianni Alemanno che punta a fare il bis e che al momento, in assenza di forti antagonisti, non vede grossi ostacoli a restare al Campidoglio per altri cinque anni. O forse non li vedeva, fino a ieri.
Ospite su SkyTg24 a ‘Un caffè’ questa mattina ha detto:”la candidatura di Alfio Marchini mi lascia perplesso, se non altro per un motivo: sono sindaco da quattro anni e mezzo e non ho mai conosciuto o visto questa persona, non ha mai parlato dei problemi di Roma, letto suoi articoli. Come è possibile che improvvisamente si candida a sindaco? ‘Io – ha concluso Alemanno – ho una storia e un percorso politico, Marchini da dove viene?”.

C.C.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

8 COMMENTI

  1. Se il dott. Marchini fino ad ieri non lo conosceva nessuno e se fino ad ieri nessuno lo aveva sentito parlare me compreso, non mi sembra un motivo logico per giudicarlo in modo negativo rispetto alla sua candidatura a sindaco di Roma. Per quanto ho appreso mi pare che abbia un pasato di imprenditore che molti non hanno o non hanno avuto. Comunque, per amministrare una città come Roma bisogna avere più qualità e, ad oggi, molti sindaci in passato hanno dimostrato di averne ben poche (di qualità1). Ritengo, infine, che il futuro candidato a sindaco debba arrivare al posto di comando munito di un serio Progetto per Roma, quel progetto che fino oggi è mancato.

  2. La qualità di imprenditore spesso non collide, anzi stride, con la qualità di politico (il caso di mr. B insegna).
    Anzi, a ben vedere, dovrebbe forse risultare in una causa ostativa all’eleggibilità, visto il possibile conflitto di interessi (idem come sopra).
    Nessun riferimento, infatti sul sito a rapporti in essere e possibili conflitti di interesse o altri elementi che possano far comprendere con chi e quali relazioni intrattiene con il mondo politico, imprenditoriale e religioso.

    Mi ricorda tanto le scenette esibite in una rivistina di mr B consegnata nelle case qualche anno fa.
    E poi, come mr. B , mr. C, mr. F, tutti separati, e tutti credenti, bah.

    Qualora poi il suddetto si fosse davvero vantato di aver ricevuto il beneplacito di personaggi politici stranieri … scusate, è troppo, cambio canale …

  3. @ Carlo Maria Mosco… ci sono imprenditori ed imprenditori… certo un palizzanaro a Roma non è il massimo, ma, visto il panorama desolante intorno forse è una buona novità.

  4. IL CANDIDATO MARCHINI FA GRANDI AFFARI CON CONSIP
    Stefano Sansonetti per “Milano Finanza”

    Alfio Marchini deve ringraziare la Consip. È proprio dalle gare d’appalto bandite dalla centrale acquisti del ministero dell’Economia che la Astrim dell’imprenditore, che domenica scorsa ha sciolto le riserve alla sua candidatura a sindaco di Roma, è riuscita a conquistare la maggior parte dei ricavi.

    Astrim agisce a 360 gradi nell’ambito dei servizi integrati di gestione immobiliare, che vanno dalla fornitura di energia al facility management e nel 2010 e nel 2011 (ha realizzato 36 milioni di ricavi, «grazie a una forte crescita nel settore energetico a seguito dei maggiori sforzi commerciali operati nel corso dell’esercizio e dell’aggiudicazione di gare Consip», si legge nella relazione al bilancio.

    In effetti la società di cui Marchini è presidente nel corso degli ultimi anni ha messo a segno vari colpi targati Consip: nel 2009 si è aggiudicata due lotti di un bando per il facility management che complessivamente valeva 520 milioni; a inizio 2011 ha incamerato ben quattro lotti di un bando per la fornitura di energia alla Pa che valeva 560 milioni; e nel corso del 2012 ha vinto un lotto di un super bando da oltre 1 miliardo di euro.

    I contatti tra Astrim e il settore pubblico sono consolidati anche nell’immobiliare. La società presieduta da Marchini, insieme alla Lamaro della famiglia Toti e a Idea Fimit del gruppo De Agostini, è azionista con Fintecna nella Alfiere spa. Quest’ultima è la scatola che avrebbe dovuto sviluppare a Roma il progetto della Torri di Renzo Piano, un complesso residenziale con oltre 300 appartamenti, negozi e serre.

    Un progetto paralizzato dal quale Marchini vuole smarcarsi. Anche perché all’interno dell’Astrim Marchini deve fare i conti con soci di peso: Unicredit ha il 31,3% della società, Ma-Tra Fiduciaria (che attraverso numerose scatole fa capo alla Banca del Ceresio) il 13,5% e Colleoni Manufacture (veicolo lussemburghese riconducibile a Gastone Colleoni) il 10%.

    Sull’imprenditore romano, peraltro, nel 2010 si è abbattuta anche la scure di Equitalia. La società pubblica di riscossione ha iscritto su alcuni suoi beni un’ipoteca per complessivi 40.800 euro. Il Fisco, si apprende dall’entourage di Marchini, aveva contestato l’utilizzo di alcune agevolazioni fiscali in occasione dell’acquisto di un immobile. Dopo tre gradi di giudizio, spiegano sempre dall’entourage, le ragioni dell’imprenditore sarebbero state riconosciute. E quindi l’ipoteca è stata cancellata.

  5. No ad imprenditori con incarichi politici, a nessun livello e in nessun partito. Il politico di professione non piace a nessuno ma in un paese dove il conflitto di interesse non è stato risolto gli imprenditori continuino a produrre ricchezza e lasciamo agli altri l’onere (e l’onore) di amministrare la Polis

  6. Quindi Marinali dice che ci dobbiamo tenere i politici di professione e nel suo partito di professionisti politicanti ce ne sono a bizzeffe… poi dimentica che se il conflitto d’interessi non è stato risolto, la colpa è anche del suo partito, dato che quando è stato al governo non ha fatto nulla in tal senso…

    Non ho capito poi perchè appena uno decide di candidarsi inizia immediatamente la campagna denigratoria nei suoi confronti… lui è libero di farlo, gli elettori sono liberi di votarlo o meno… parlarne significa soprattutto dargli importanza, quindi si ottiene l’effetto contrario.

  7. Marinali avrebbe detto qualcos’altro senza essersi dimenticato nulla. Riguardo i candidati credo che imprenditori e banchieri oltre a giudici e militari, non devono ricoprire incarichi politici per evidenti problemi di conflitto con l’attivitià principale. Riguardo la mancata risoluzione del conflitto d’interesse sono d’accordo con lei che la responsabilità ricade su chi non ha redatto una legge ad hoc, centrosinistra compreso. Ma la mia non era una dimenticanza in quanto lo ritenevo dato per scontato.

  8. In Italia mancano gli italiani (onesti) e una classe politica degna di questo nome.
    Se Marinali fosse eletto sindaco, ci metterebbe almeno qualche mese per sviiluppare un conflitto di interesse.
    Se lo fa Marchini ci mette qualche secondo.

    Ma poi, i Rutelli, i d’Alema, gli Scilipoti, chi li ha votati? E rivotati? e rivotati ancora?
    Già Montanelli si sbagliò dicendo che sarebbe bastata una legislatura per sviluppare gli anticorpi.
    Vogliamo fare lo stesso errore con Marchini?
    Allora tanto vale votare Tredicine, che almeno sul territorio esiste, insiste e resiste…. e poi è già dentro … il consiglio comunale (s’intende).

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome