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Torna al Teatro Olimpico il Festival della Canzone Romana

Galvanica Bruni

festival120.jpgGiunto alla sua XXII edizione, torna al Teatro Olimpico di Roma il Festival della Canzone Romana, la storica manifestazione nata con l’intento di valorizzare il patrimonio della romanità in musica attraverso un concorso aperto a compositori, autori e interpreti di questo genere musicale. Venerdì 28 settembre alle ore 21, andrà dunque in scena la finale di questa prestigiosa iniziativa che anche quest’anno ospiterà tre nuovi talenti e numerose colonne storiche del repertorio romano.

Lino Fabrizi, ideatore e organizzatore del festival dal 1991, è stato il precursore della nuova canzone romana e anche quest’anno ha voluto premiare la tradizione invitando un nutrito parterre di artisti che hanno lasciato nelle proprie canzoni indimenticabili ed inequivocabili segni del loro talento ed orgoglio romano. Tra questi, sul palcoscenico saliranno Franco Califano, Lando Fiorini, Edoardo Vianello, Luciano Rossi, Giorgio Onorato, Alberto Laurenti, Paolo Gatti, insieme alle azioni coreografiche folcloristiche compiute dal balletto della Crazy Gang.

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Quest’anno il festival ospiterà anche la grande “erede della canzone romana”: l’attrice e cantante Elena Bonelli che da anni porta il repertorio romano più classico davanti alle platee di tutto il mondo e che ha recentemente registrato un clamoroso successo di pubblico e critica a Yeosu (Corea del Sud), dove è stata chiamata per rappresentare l’Italia in occasione dell’Expo 2012.

Altra novità di questa edizione è la partecipazione, per la prima volta al festival, del cantautore Edoardo de Angelis, che ha contribuito, dal Folkstudio degli anni ‘70 ad oggi, allo sviluppo e all’immagine della canzone d’autore italiana scrivendo brani come la storica ballata romana Lella, producendo artisti come Francesco De Gregori e collaborando con numerosi firme musicali, tra cui Lucio Dalla, Riccardo Cocciante, Mina, Amedeo Minghi, la Schola Cantorum e molti altri.

Francesco Vergovich e Loretta Rossi Stuart saranno gli ospiti presentatori di questa speciale edizione che vedrà cantare la Roma folkloristica con le sue carrozzelle, i suoi tramonti e le sue fontane, ma anche quella quotidiana con i suoi crucci e le sue storie d’amore.

Nel corso di questo ventennio, il Festival della canzone romana ha visto succedersi artisti come Renato Zero, Nino Manfredi, Carlo Verdone, Franco Califano, Giancarlo Magalli, Michele Mirabella, Enzo Salvi, Lando Fiorini, Enrico Brignano, Mario Scaccia, Isa Di Marzio,Fiorenzo Fiorentini, Gigi Sabani, Luciano Rossi, Rodolfo Laganà, I Vianella, Bobby Solo, Mal, Tony Santagata, I Cugini di Campagna, Stefano Masciarelli, il Maestro Stelvio Cipriani, Manuela Villa, Giorgio Onorato, La Schola Cantorum, I Baraonna, e tanti altri. La continuità di questa manifestazione, portata avanti con dedizione e passione dall’Associazione Roman Millenium, è un significativo esempio di come sia necessario diffondere e proseguire un percorso storico attraverso un’antologia di brani, dedicati o ambientati a Roma, che spazia dal 1800 ai giorni nostri.

La manifestazione è Patrocinata dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale e dall’Assessorato Cultura, Arte e Sport della Regione Lazio.

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Un po’ di storia…

Da 22 anni, Lino Fabrizi presidente dell’associazione culturale Roman Millennium, organizza e promuove il Festival della Canzone Romana, annuale manifestazione estiva patrocinata e sostenuta dal Comune di Roma, dalla Provincia di Roma, dalla Regione Lazio, Enti, sponsor Istituzioni e privati. Adesso possiamo dire che Lino Fabrizi è stato il precursore della nuova canzone romana.

Pur mantenendo integri gli schemi compositivi che ne hanno tracciato (talvolta oleograficamente), gli ammiccanti percorsi musicali, tuttavia il Festival, si differenzia dal riduttivo evento popolare, traendo respiro dai continui fermenti melodici che caratterizzano la scena musicale nazionale. Non più infiltrata dall’eccessiva enfasi dello slang locale ma piuttosto dalle sue poetiche fattezze (quasi fosse una donna), Roma diviene testimone silente del soggetto al quale l’artista si rivolge.

Quando l’Italia si misurava ancora a piedi, la canzone popolare, in quanto concepita sotto l’inevitabile influenza del vernacolo, oltre che una missione evasiva, svolgeva soprattutto una funzione sociale. Dalla canzone del “Pellegrino” scritta intorno al trecento al contemporaneo della Ferri dei Vianella e di Califano, passando per “La cena della sposa” del cinquecento, la canzone romana ha subito l’evoluzione sociale della città, divenuta crocevia di diverse forme di comunicazione artistica.

Dall’ottava allo stornello, la comunicazione sonora di varie audizioni e Sagre (da S. Giovanni alla Festa de’ Noantri) ha, a sua volta, letteralmente stravolto la storica tradizione sconfinando nel caratteristico gorgheggio. Un formidabile strumento di coesione sociale. E nemmeno le sensibili arguzie del poeta Trilussa riuscirono a dare alla città di Roma la giusta dimensione musicale sulla scena nazionale. Saranno Romolo Balzani prima; vincitore di una audizione che si svolgeva nell’ambito della Festa di San Giovanni “Sagra delle lumache”, ed Ettore Petrolini dopo, a regalare la giusta ribalta alla canzone romana.

Saranno proprio i cantautori, in un periodo storicamente di “rottura”, a ridare l’ossigeno a una città storicamente ignorata, dopo avere vissuto prima il paradiso (Rossellini) e poi l’inferno (da Tomas Milian alla Saga dei Pierino con il cinema).
Da “Roma capoccia” di Antonello Venditti e della Schola Chantorum a “Ninna nanna nanna ninna” di Claudio Baglioni, Roma torna ad imporsi grazie al fascino esercitato nei confronti di artisti come Lucio Dalla, Matia Bazar, Renato Zero a molti altri. Ecco perché pensare al Festival della Canzone Romana come a qualcosa di decodificabile anche oltre ai confini laziali significa attingere alla scena nazionale.

Carrozzelle, fontane, tramonti e storie d’amore. La romanità è quella di un tempo. Intramontabile ed eterna, cristallizzata da melodie indimenticabili. Da Fregoli a Petrolini, da Rascel a Garinei e Giovannini da Claudio Villa a Franco Califano.

La continuità di questa manifestazione, portata avanti con dedizione e passione dall’Associazione Culturale Roman Millenium, è un significativo esempio di come sia necessario diffondere e proseguire un percorso storico attraverso un’antologia di brani, dedicati o ambientati a Roma, che spazia dal 1800 ai giorni nostri.

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1 commento

  1. Qualcuno che finalmente si preoccupa di salvare uno dei patrimoni culturali italiani più importanti: la canzone dialettale, in particolare quella romanesca.

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