Home AMBIENTE Inviolatella: aprirla subito si può, anzi si deve

Inviolatella: aprirla subito si può, anzi si deve

Derattizzazioni e disinfestazioni a Roma

Sul Corriere della Sera di domenica 9 settembre è stato pubblicato un lungo articolo di Fulco Pratesi dedicato al Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise; Pratesi è un bravo architetto convertito da sempre all’ambientalismo e un fantastico illustratore. Sul Corriere descrive gli strabilianti traguardi raggiunti dall’Ente Parco grazie alla collaborazione dei sindaci e dei residenti dei comuni che ricadono nell’area protetta. Oggi il Parco, il più grande d’Italia, è considerato anche, per la fauna, il più importante d’Europa (con un misto di orgoglio e trepidazione Pratesi ci informa che quest’anno nel parco sono nati tra i 9 e gli 11 piccoli di orso marsicano).

Fulco Pratesi è anche il Presidente Onorario del WWF ed essendo un ambientalista con i piedi per terra, nel numero sette di Panda, rivista del WWF, scrive a proposito dei Parchi: “Risulta essenziale avvicinare i giovani alla natura, non attraverso riviste o documentari ma attingendo a quell’atmosfera palpitante e profumata, affascinante e concreta, che si respira nelle oasi.”

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Nell’articolo intitolato “Quanti ragazzi conoscono la differenza tra un pino e un abete?” scrive ancora: “Da noi purtroppo una scuola e una cultura intrise di arido antropocentrismo considerano marginali i temi del naturalismo: da questo discendono il diffuso disinteresse e l’inadeguata conoscenza della biodiversità”.

Se da un lato possiamo vantare il bel successo del Parco Nazionale d’Abruzzo dall’altro, ogni giorno, ci troviamo di fronte a situazioni locali che hanno dell’incredibile e che dimostrano come il “disinteresse” in realtà nasca dall’alto.

Roma è la città “più verde d’Europa” e Roma Nord, in particolare, vanta parchi e “riserve naturali” che sono delle vere e proprie “officine naturalistiche”.

E’ risaputo che tutti i bambini provano un istintivo interesse per gli animali e le piante; anche quelli molto piccoli hanno un innato desiderio di “toccare” cani e gatti ma anche fiori e alberi. Sono in genere gli adulti, preoccupati da chissà quali inesistenti paure, a limitare questo loro bisogno naturale di contatto.

E’ invece il rapporto con la natura vera, non quella dei libri e dei documentari, a generare nei piccoli l’interesse e di conseguenza il rispetto per l’ambiente; una “educazione ambientale” che nasce quindi sul campo.

Nella realtà però questo non avviene, specie a Roma Nord dove è difficile accedere a parchi e riserve. Se la Riserva Naturale dell’Insugherata ha un solo accesso l’Inviolatella e il Parco Volusia risultano inaccessibili.

Eppure proprio l’Inviolatella, con la grande area di Via dell’Inviolatella Borghese, rappresenta un laboratorio vivente dove i bambini potrebbero essere portati per ricercare quell’atmosfera e quel “contatto” che non può certe avvenire nelle aule scolastiche.

In questa area ci sarebbe ben poco da fare se non allestire una adeguata segnaletica; niente di complesso o elaborato ma semplici tabelle per informare i piccoli visitatori sulle specie vegetali e animali presenti e magari cartelli che illustrano quali sono i comportamenti da mantenere quando si è a contatto con la natura: evitare i rumori molesti, non raccogliere fiori, non accedere fuochi, non abbandonare tra l’erba fazzoletti, lattine e bottiglie vuote.

Ma l’area dell’Inviolatella Borghese presenta anche un’altra caratteristica: sarebbe fruibile, fin da subito, anche da chi presenta una qualche disabilità.
L’ingresso è facilmente raggiungibile in auto e il sentiero che dà accesso al Parco (nella parte che dal cancello porta ad un impianto dell’ACEA) è pianeggiante e con pochissima mano d’opera sarebbe percorribile anche dai disabili.

In questi giorni attraverso “manifesto selvaggio” siamo stati informati che, dopo ben “solo” 15 anni,  è stato presentato il Piano di Assetto del Parco di Veio. Non appena sarà pubblicato sul bollettino della Regione i cittadini potranno fare le loro osservazioni.

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Noi però le “osservazioni” vogliamo farle ora: l’Inviolatella Borghese va aperta subito, senza indugio e senza frapporre ostacoli.

Aprire questa “aula didattica” significa offrire agli uomini e donne di domani una corretta educazione ambientale nello spirito del, come è solito ripetere Franco Tassi, “con tutti gli esseri e con tutte le cose saremo fratelli”.

Se questo non avverrà in tempi rapidi allora tutti i residenti sapranno qual è la vera “politica del verde” a Roma Nord.

Francesco Gargaglia

riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

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2 COMMENTI

  1. Con lo stesso termine “parco“ (dal latino medievale parricum = recinto) vengono definiti anche in questo articolo tanto quello dell’Inviolatella (oltre che di Volusia) quanto quello di Veio, che non sono però la stessa cosa dal momento che i primi sono costituiti da aree in cessione gratuita al Comune che solo quando saranno attrezzati e messi a disposizione della cittadinanza per essere da questa usufruiti avranno il pieno diritto di essere chiamati “parco pubblico”, mentre il secondo è un “parco regionale“ del tutto diverso per finalità e obiettivi, oltre che per estensione, il cui speciale regime di tutela e di gestione non comporta affatto una acquisizione pubblica di tutto il suo territorio.
    Va fugato conseguentemente un altro equivoco: sia il parco dell’Inviolatella che il parco di Volusia ricadono dentro il parco di Veio, ma ciò non significa che la loro apertura al pubblico dipenda dall’Ente Parco di Veio dal momento che non li ha in gestione perché fanno parte entrambi del patrimonio comunale: spetta quindi al Servizio Giardini la responsabilità di aprirli al pubblico dopo averli fatti attrezzare e mettere in sicurezza nel rispetto della normativa di tutela del parco di Veio che attualmente è assicurata dalle cosiddette “misure di salvaguardia”, che resteranno in vigore fino alla approvazione definitiva del Piano di Assetto.
    A tal ultimo riguardo va ridimensionata l’importanza che viene data al Piano di Assetto del Parco di Veio per quanto riguarda la sua valenza sotto l’aspetto sia giuridico che soprattutto politico.
    Sotto l’aspetto giuridico tanto l’adozione vera e propria del Piano di Assetto approvata il 9.12.2009 con delibera n. 32 poi revocata dall’attuale Commissario Straordinario quanto l’attuale “proposta” di Piano di Assetto approvata da Massimo Pezzella con delibera n. 5 del 13.2.2012 non producono nessun effetto diretto sul territorio, perché costituiscono entrambi degli atti endoprocedimentali.
    Sotto l’aspetto politico è del tutto fuori luogo il trionfalismo di cui si sono voluti vantare assieme al Commissario Straordinario sia il Presidente che l’Assessore ai Grandi Parchi del XX Municipio facendo affiggere in modo selvaggio manifesti, che danno da soli il migliore esempio di come intendono il rispetto dell’ambiente.
    È fuor di luogo soprattutto perché si vuole ignorare che la responsabilità dei 15 anni che ci son voluti per arrivare a questo bel risultato è da addebitare esclusivamente alla “politica” che ha sempre insediato Consigli Direttivi e Commissari Straordinari “obbedienti” alle maggioranze volta per volta al governo della Regione: se solo lo si fosse voluto, il Piano di Assetto poteva essere adottato fin dal 2004 secondo la proposta che ho presentato come membro allora del Consiglio Direttivo, evitando di doverlo sottoporre poi alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) divenuta obbligatoria dal 13 febbraio 2008.
    Ma Gianni Giacomini e Giuseppe Mocci forse non sanno o fanno finta di non sapere che il Piano di Assetto approvato come “proposta” dal Commissario Straordinario è sostanzialmente lo stesso “adottato” nel 2009 in modo illecito da soli 3 membri del Consiglio Direttivo (con il voto contrario dell’allora Vicepresidente) che era stato voluto dal Presidente Marrazzo prima e da Esterino Montino poi, di cui il centro-sinistra si è vantato con gli stessi toni trionfalistici dal sapore chiaramente elettorale: non sanno o fanno finta di non sapere che il Piano di Assetto del Commissario Straordinario é cambiato solo nella forma, ma non certo nei contenuti, perché presenta tutti gli stessi vizi di legittimità, specie per quanto riguarda i metri cubi di cemento concessi malgrado le prescrizioni di inedificabilità dei piani territoriali paesistici e soprattutto la violazione della VAS, a causa dei quali il 29.1.2010 la Comunità del Parco ha espresso un parere del tutto negativo, che ha ora rinnegato trasformandolo in “positivo con prescrizioni”, che non hanno riguardato la violazione della VAS rimasta tale e quale.
    Il piano di Assetto fa ricadere il parco dell’Inviolatella all’interno del ben più esteso “Parco Territoriale di Veio e dell’Inviolatella” che è un istituto non previsto dalla normativa vigente, dove è consentita “l’edificazione con un indice di fabbricabilità territoriale di 20 mc. ad ettaro (da calcolarsi escludendo gli edifici già presenti), da applicarsi ad ogni singola porzione di parco compresa in un programma attuativo, localizzabile in zona C e D del Piano di Assetto”: a tal ultimo riguardo va peraltro rilevato che la zona D non è meglio precisata e quindi la nuova edificazione è consentita non solo nelle sottozone D3 e D5 (comunque edificabili) ma anche nelle sottozone D1, D2 e D4 (non ulteriormente edificabili) che ricadono all’interno di qualunque “Parco Territoriale”, dove è possibile anche realizzare gli standard urbanistici mancanti.
    Ma l’Area Copianificazione Territoriale e Ambientale della Regione Lazio ha prescritto che il soddisfacimento degli standard urbanistici deve trovare luogo al di fuori della perimetrazione definitiva del Parco di Veio, dove tutt’al più può essere localizzato lo standard di “verde attrezzato”.
    Per quanto riguarda nello specifico il parco dell’Inviolatella il Piano di Assetto sia del 2009 che del 2012 non rispetta affatto la suddetta prescrizione e destina a sottozona D3 le aree a ridosso di via Fabbroni e l’agglomerato di case attorno all’ex ristorante “La Ciotola” che costituiscono il consorzio di via dell’Inviolatella Borghese ed a sottozona C1 le aree circostanti alla collina dell’Inviolatella, dove quindi – se venisse definitivamente approvato in questo modo – si potrebbero costruire anche esercizi pubblici come bar e ristoranti oppure ostelli e campeggi oppure ancora edifici direzionali ed uffici al pubblico di pertinenza però dell’Ente Parco di Veio o del XX Municipio

  2. Ritengo che l’intervento chiarificatore dell’Architetto Bosi non faccia altro che dare forza alle tesi contenute nell’articolo. Al di là delle corette definizioni (nella “Carta Escursionistica e dei Sentieri” edita dall’Ente Parco di Veio, tutta l’area dell’Inviolatella è definita “Parco Urbano dell’Inviolatella”) è evidente che debba essere il Servizio Giardini ad aprire l’area. E lo può fare SUBITO, con minimi interventi (quelli indicati in un semplicissimo progetto), perchè la frequentazione del pubblico non sarebbe in nessun modo in contrasto con le attuali “misure di salvaguardia”.
    E’ proprio in questa ottica che i Comitati Cittadini si sono incontrati più volte con i responsabili del Comune di Roma (“incontri con figure istituzionali in momenti privati al di fuori di consessi istituzionali” come li ha definiti il Consigliere Torquati!!) per sollecitare questi interventi e la successiva apertura al del Parco.
    Per quanto ci riguarda siamo ancora in attesa….

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