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Un amen ed è la fine dei lucchetti di Ponte Milvio

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E’ il 10 settembre 2012: in un amen, con un colpo di tronchesi, viene scritta la parola fine alla vicenda dei lucchetti di Ponte Milvio. Alle 11 in punto di questa mattina, come promesso dal presidente del XX Municipio, Gianni Giacomini, operatori del Comune armati di robuste tronchesi hanno iniziato a recidere le migliaia di lucchetti, una presenza divenuta ormai troppo ingombrante per il ponte più antico di Roma.

Nel frattempo si è già scatenata la bagarre su dove metterli e cosa farne. Stando a quanto dichiarato dal sovrintendente ai Beni Culturali del Comune, Broccoli, potrebbero trovar posto in un museo, come reperto archeologico di modernariato. La proposta è stata accolta dai più con scetticismo: a che pro spendere denaro dei contribuenti per della ferraglia figlia di una moda temporanea?
Perchè non è stato invece realizzato quel progetto che venne abbozzato dal sindaco Alemanno in prima persona ben nove mesi fa e subito ben rielaborato dall’associazione Roma Tiberina (leggi qui) raccogliendo anche i favori del Campidoglio?

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Nei prossimi giorni troveranno posto in un magazzino del Comune ma dove metterli e cosa farne, da domani, smaltita l’enfasi della vicenda, poco interesserà i cittadini, ne siamo certi. Ben altri sono i problemi quotidiani che assillano il territorio del XX Municipio ai quali deve dedicarsi la giunta del Municipio in questo scorcio di consiliatura.

Tanto, troppo si è detto su questo fenomeno. Fiumi d’inchiostro sono stati sprecati negli anni dai media per parlare di questa moda racchiusa tutta in un gesto. Un gesto però che replicato da migliaia di mani concentrate tutte su Ponte Milvio ha arrecato più danni che altro. Anche perché ad ogni click di lucchetto chiuso seguiva una scritta col pennarello sui marmi del Ponte.

Innamorati di tutta Roma, Gin e Step del centro e della periferia, mettetevi l’animo in pace e da oggi, anziché acquistare lucchetto e pennarello, per dirvi “ho voglia di te” regalatevi una rosa. E’ più romantico e salverà il decoro e la dignità di Ponte Milvio, il ponte più antico della Capitale noto per la sua storia millenaria e per esser stato luogo simbolico, 1700 anni fa, di un evento che ha segnato una svolta nella storia.

Tanto, dicevamo, anche troppo si è detto su questo fenomeno. Ripercorriamone per un’ultima volta le tappe e poi, come Gin e Step, gettiamoci la chiave alle spalle definitivamente.

La storia dei lucchetti

Quando e come è partita la moda dei lucchetti? Tutto ha inizio nel 2006 quando lo scrittore e regista Federico Moccia pubblica il romanzo “Ho voglia di te”, il seguito di “Tre metri sopra il cielo”. E’ allora che si scatena la cosiddetta moda dei lucchetti di Ponte Milvio, ribattezzato il “ponte dell’amore”. Il top si raggiunge l’anno successivo, nel 2007, quando il romanzo diventa un film.

Da quel momento moltitudini di adolescenti si recano sullo storico ponte romano per suggellare il loro amore e renderlo eterno. Proprio come spiegava Gin a Step in “Ho voglia di te”: “Questa è la catena degli innamorati. Praticamente gli innamorati vengono qui, chiudono il lucchetto, lanciano la chiave nel Tevere e poi non si lasciano più”.

Forse neppure lo stesso Moccia, quando ha scritto il libro, immaginava che quel gesto, quell’attaccare un lucchetto al terzo lampione di Ponte Milvio, quello che guarda il ponte di Corso Francia, chiuderlo e gettarne la chiave nel biondo Tevere, avrebbe dato il via ad un fenomeno di tanto vaste ed anche preoccupanti proporzioni.

O forse sì. Ma a conti fatti quel che è accaduto è che la moda dei lucchetti è dilagata prepotentemente tra i giovani, trasformando il più antico ponte di Roma in un accumulo scriteriato di ferraglia e di scritte sui marmi. Se un tempo si usava disegnare le proprie iniziali sulla sabbia o inciderle nella corteccia di un albero, ora era diventato indispensabile correre dal ferramenta ed in cartoleria. Oppure lasciare qualche euro a chi, visto il trend, ha messo su il business dei lucchetti e dei pennarelli proprio accanto al lampione incriminato.

Il punto è che metti un lucchetto oggi, mettine uno domani, il primo lampione preso di mira in breve è crollato sotto il peso di tanto metallo. Si potrebbe dire che il rito d’amore ha fatto la sua vittima.

Così, nell’aprile del 2007, il Comune di Roma ha deciso di prendere provvedimenti. Sindaco di allora era Walter Veltroni. La soluzione fu quella di installare dei pilastri con agganciate delle apposite catene alle quali poter appendere i “lucchetti dell’amore”. Insomma, dei veri e propri stendini con i lucchetti al posto delle canotte e degli slip.

Passano gli anni ed i “lucchetti dell’amore”, i “locks of love” aumentano a dismisura non solo sugli stendini ma se ne contano a centinaia appesi ovunque: appena c’è qualcosa su cui poter agganciare un lucchetto ecco qui che gli innamorati di turno non perdono tempo. E click. Perché così l’acerbo amore diventa eterno.

La situazione diviene insostenibile. Decoro, pulizia, sicurezza, tutela del ponte più antico di Roma richiedono un intervento drastico. Ed è così che il 12 dicembre 2011 il Consiglio del XX Municipio decide di rimuovere gli ammassi di ferraglia.

Ma a difesa dei lucchetti si schiera inaspettatamente Alemanno che, in un caotico pomeriggio di metà dicembre 2011, venuto appositamente a Ponte Milvio in compagnia dello scrittore Moccia e spendendo ben due ore del suo preziosissimo tempo, annuncia la nascita della “terrazza dell’amore”, quell’enclave della sponda del Tevere ai piedi di Ponte Milvio dove avrebbe fatto sorgere uno spiazzo recintato ed illuminato, una “piazzetta dell’amore”.
Ecco, lì sarebbero stati subito trasferiti i lucchetti, lì gli innamorati avrebbero ancora potuto appendere il loro suggello d’amore senza arrecar danni.
Era il 14 dicembre 2011, dopo nove mesi della terrazza dell’amore non v’è alcuna traccia. Fra il dire e il fare nove mesi non son bastati.

E’ il 10 settembre 2012, con un colpo di tronchesi in un amen viene scritta la parola fine alla vicenda.

Se 1700 anni fa Costantino avesse potuto immaginare tutto ciò avrebbe probabilmente rinunciato alla sua visione o, forse, avrebbe cambiato ponte prima della battaglia.

Claudio Cafasso

riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

 

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6 COMMENTI

  1. caro Cafasso, ritengo che lei abbia ragione. Domani, passata l’enfasi, probabilmente nessuno starà lì a reclamare “terrazze” o poli museali… A meno che, e questo è il rischio, Moccia non alzi di nuovo il telefono per pretendere nuove pagliacc… passeggiate e promesse.

  2. …. un piccolo (ma significativo) dettaglio: nel 2007 quando la sinistra del XX Municipio propose la rimozione dei lucchetti, TUTTO il centrodestra (compreso l’attuale Presidente, l’attuale Giunta e la quasi totalità degli attuali consiglieri) si opposero strenuamente alla rimozione…. E’ tutto agli atti del Municipio.
    Oggi hanno cambiato (stranamente…) idea e, pur di “guadagnare” qualche intervista o fotografia, fanno i censori….

  3. PONTE MILVIO, ALEMANNO E MOCCIA METTONO “LUCCHETTO CONTRO DEGRADO”
    (OMNIROMA) Roma, 12 giugno 2010 – Grande successo per il quarto appuntamento con il Decoro Day alla quale ha preso parte questa mattina anche il Sindaco di Roma Gianni Alemanno. Il Sindaco, insieme allo scrittore Federico Moccia, ha messo un lucchetto su uno dei pali dello storico ponte, un gesto per suggellare un invito ai giovani a non sporcare ma a manifestare i loro stati d’animo in modo originale e non indecoroso. ‘Meglio un lucchetto che una scritta’ è stato il motto della giornata dedicata alla pulizia della città alla quale hanno partecipato oltre 350 persone, tra ragazzi della scuola De Santis, bimbi e genitori. Al di là del gesto simbolico, il Sindaco ha partecipato attivamente alla giornata del decoro, salendo su un ponteggio mobile, munito di tuta e attrezzi da giardiniere, per divellere le erbacce cresciute in alto sulle arcate di Ponte Milvio. Lo comunica, in una nota, il Campidoglio.

  4. Per quanto riguarda i lucchetti, nella mera ipotesi dovesse avanzare qualcuno (purché con chiave) il Comitato è interessato al loro riutilizzo come mezzo di contrasto contro il persistente illegittimo uso abitativo delle numerose cantine di Via Gradoli.

    Per quanto concerne la facile ironia sulla terrazza ell’amore, non è vero che il Sindaco è rimasto immobile, come pure vorrebbe far credere una certa stampa (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/09/pizzarotti-lento-ecco-primi-2-mesi-di-alemanno-e-pisapia/347063/ ).

    Infatti il Sindaco strenuamente si è impegnato per facilitare l’attività sportiva dei romani (http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/un-tuffo-dove-lacqua-marrone-comincia-il-processo-per-gli-abusi-edilizi-dei-mondiali-24306.htm
    ma vedi anche http://www.agoravox.it/Mondiali-di-nuoto-Alemanno-Roma.html)

    e per migliorare il servizio fornito dall’azienda dei trasporti locale (http://www.ilmessaggero.it/roma/campidoglio/parentopoli_atac_otto_indagati_anche_un_dirigente_del_personale/notizie/209385.shtml
    ma vedi anche http://www.filtabruzzo.it/filt/_rassegna_dett.asp?ID_notizie=34464).

    D’altro canto non possiamo tacere che Via Gradoli ancora attende il ripristino della legalità …

    …. Alemanno, batti un colpo se ci sei …

  5. Io a sta gente nullafacente i legherei ar ponte co na catena de lucchetti riciclati .
    E poi butterei a chiave .
    Ma ve pare normale che questi continueno a fa passerelle su cavolate come i lucchetti e semo sommersi de monnezza , continueno a sporca de manifesti a città co i proclami idioti .

    O semo tutti Mbriachi , o semo come loro.
    Oppure diteme VOI.

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