Home ATTUALITÀ Flaminio – Al Cavalieri di Colombo “tutti sono benvenuti”

Flaminio – Al Cavalieri di Colombo “tutti sono benvenuti”

Galvanica Bruni

cav120.jpgTutti sono benvenuti. Tutto è gratuito“. Con questo motto, nell’immediato primo dopoguerra, i Cavalieri di Colombo si presentarono presso la Santa Sede per illustrare il loro progetto relativo ad una serie di nuovi centri sportivi e ricreativi da inaugurare proprio a Roma. Ma chi erano i Cavalieri di Colombo ? Beh, diciamo innanzitutto che la loro fama già in quegli anni era assai nota presso le autorità pontificie in particolar modo per via della grande eco che le loro opere caritatevoli avevano riscosso in varie parti del mondo.

Si trattava infatti di un’organizzazione cattolica fraternalistica fondata negli Stati Uniti alla fine del XIX Secolo, così chiamata in onore (guarda un pò) di Cristoforo Colombo.

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Nel 1920 una loro delegazione venne ricevuta in udienza da papa Benedetto XV che chiese di estendere la loro attività anche a Roma. E così, nel corso degli anni successivi, sotto la guida dell’architetto e ingegnere Conte Enrico Pietro Galeazzi, vennero inaugurati cinque centri sportivi in diversi punti della città. Ognuno di questi fu progettato in modo da rispettare i vincoli ambientali e architettonici presenti nelle aree dove andavano ad inserirsi, pur mantenendo caratteristiche uniche.

Ogni complesso era costituito essenzialmente da un edificio con spogliatoi, campi di calcio, palestre, pallacanestro, pallavolo e tennis. C’erano anche spazi per i bambini e campi da bocce per i più anziani.

Nel 1922 papa Pio XI, successore di Benedetto XV, accolse con entusiasmo questo progetto tanto da spendersi pubblicamente a favore dello stesso affermando con enfasi che l’opera dei suoi promotori fosse appropriata e non meno utile di altri tipi di assistenza.
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Uno di questi complessi venne costruito lungo il Tevere e si trova tuttora lì, in Lungotevere Flaminio 87, proprio a valle del ponte Duca d’Aosta, di fronte lo stadio Olimpico. Questa sede venne benedetta nel 1934 nientemeno che da Sua Eminenza il Cardinale Eugenio Pacelli (poi divenuto papa Pio XII), allora Segretario di Stato Vaticano, e nel 1944 fu rinominata “Pastor Angelicus” in suo onore.

Proprio per la sua collocazione fluviale, la struttura venne inizialmente adibita oltre che al calcio, che era l’attività preponderante in tutte le strutture, anche a nuoto e canottaggio per poi ridurre negli anni il suo raggio d’azione alla sola disciplina pallonara (oltre che al tennis) per la quale erano stati realizzati due campi, uno regolamentare e uno più piccolo, ideale per il calcio a 8.

La struttura ha funzionato regolarmente nel corso degli ultimi 80 anni e continua ancora oggi ad essere un importante punto di riferimento a disposizione della cittadinanza, con un particolare occhio di riguardo riservato a parrocchie, enti religiosi, istituti per disabili, ospedali e centri di riabilitazione.

La particolarità, infatti, risiede nel suo essere fruibile gratuitamente a chiunque lo desideri, previa compilazione di un modulo apposito per la richiesta, scaricabile anche dal sito internet www.kofc.it, nella sezione “attività”.

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Com’è facile immaginare, le richieste sono davvero molte per cui un’eventuale candidatura deve essere necessariamente sottoposta al vaglio degli organi competenti che, ovviamente, tendono a privilegiare organizzazioni che operano nel sociale quali quelle riportate sopra. Ed è per questo che esistono, purtroppo, grosse probabilità che una richiesta da parte di soggetti non direttamente collegati ad esse possa non essere accolta a causa della mancanza di spazio.

La domanda va presentata entro la fine di giugno e ha validità annuale a partire dal mese di settembre. In essa è necessario indicare il giorno della settimana e la fascia oraria preferiti tra quelli proposti che poi, se accettati, rimarranno fissi per tutto l’anno.

E’ chiaro, però, che la fortuna di poter godere di una simile concessione richieda anche un minimo di contropartita, vale a dire il dover necessariamente tenere un atteggiamento quanto più consono allo spirito dell’organizzazione, irreprensibile sia in campo che negli spogliatoi, pena la sospensione immediata e definitiva del permesso accordato.

Al Pastor Angelicus sono presenti gruppi fortemente consolidati che da anni (in alcuni casi decenni) rinnovano ininterrottamente la loro frequenza, sotto l’egida dell’ente, istituto o parrocchia di riferimento.

Alcuni di essi rappresentano vere e proprie “istituzioni”, essendo riusciti nel tempo a tener fede al loro consueto appuntamento sportivo, e si sono tramandati di generazione in generazione nel solco di una tradizione saldamente radicata e della continuità col passato.

Il tutto, come sempre, nell’intento di coniugare una spensierata attività ricreativa coi sani principi dello sport: lealtà, onestà, benevolenza. Valori che dovrebbero sempre essere alla base del calcio e dello sport in generale ma che, purtroppo, tendono spesso ad essere trascurati se non dimenticati.

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Non per questo, però, è da considerarsi secondario l’aspetto puramente competitivo e agonistico dello sport che si pratica al Pastor Angelicus. Qui infatti vengono spesso organizzati tornei amatoriali di calcio e calciotto (come l’annuale torneo Galeazzi) che coinvolgono un gran numero di squadre e a cui è un piacere prendere parte anche solo come semplici spettatori.

Non mancano poi le consuete sfide amichevoli cui danno vita i vari gruppi che utilizzano la struttura settimanalmente.

In virtù di tutto ciò, quindi, affacciarsi al Pastor Angelicus significa poter assistere a partite vibranti, combattute fino all’ultimo secondo e seguite da discussioni che si protraggono anche oltre il fischio finale pur rimanendo sempre nei limiti della correttezza e del fair-play, con l’aggiunta spesso di quel pizzico di sana goliardia che non guasta mai. Perché, sì, è vero che l’importante è partecipare ma è pure vero che perdere non piace a nessuno. E se vincere significa anche poter prendere bonariamente in giro il nostro amico-avversario allora è ancora meglio.

L’invito è quindi rivolto a tutti coloro che vogliano in qualche modo assaporare lo sport come si faceva un tempo e sentire quel profumo di Storia che aleggia un po’ ovunque al Pastor Angelicus.

Nessuno vi caccerà, statene certi, e chissà che non avrete voglia di riprendere quegli scarpini che, forse troppo prematuramente, avevate appeso al chiodo.

Valerio Di Marco

riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

 

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