Home ATTUALITÀ Comitato via Gradoli: blando l’incontro con l’Ufficio Condoni Edilizi

Comitato via Gradoli: blando l’incontro con l’Ufficio Condoni Edilizi

Duca Gioielli

Dal Comitato per via Gradoli riceviamo e pubblichiamo la seguente nota. “Il Comitato, ritenuto inaccettabile il ritardo e/o l’inerzia dell’amministrazione municipale e capitolina ai fini dell’adozione delle misure volte a contrastare le perduranti forme di abusivismo e speculazione in Via Gradoli, ha chiesto una audizione alla Commissione Urbanistica del XX Municipio, anche alla luce degli ennesimi sopralluoghi effettuati il 25 giugno 2012”.

“Il 12 luglio 2012, anche grazie all’interessamento del vicepresidente, Marco Tolli, si è tenuto l’auspicato incontro, all’esito del quale la Commissione ha deciso di chiedere all’Ufficio Tecnico i dati e le informazioni necessarie per permettere la valutazione dell’operato dell’Ufficio stesso nonché di indire una riunione con la stessa U.O.T., con l’Ufficio di Polizia Edilizia del XX Gruppo della Polizia di Roma Capitale e con il Comandante del gruppo stesso per aver cognizione delle misure in corso di adozione.”

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“Il 17 luglio 2012, alla presenza del consigliere capitolino Ludovico Maria Todini, il Comitato ha incontrato, congiuntamente con altri funzionari e dirigenti, il direttore dell’Ufficio Condono Edilizio di Roma Capitale, ing. Rodolfo Gaudio al quale il Comitato ha richiesto la revoca degli eventuali condoni edilizi concessi, ritenendo che tale misura costituisca il presupposto necessario per la rimozione degli impianti tecnologici che rendono possibile l’uso abitativo delle cantine.”

“L’Ufficio ha esposto le difficoltà di addivenire a una simile misura in ragione del parere reso dall’Avvocatura capitolina nel quale si afferma la derogabilità della normativa in materia igienico-sanitaria. Alla luce della giurisprudenza esaminata il Comitato ha manifestato le proprie perplessità, riservandosi tuttavia di esprimere il giudizio definitivo a seguito all’esame del parere summenzionato. Quantunque soddisfatto del confronto e delle dichiarazioni d’intenti emesse il Comitato ritiene tuttavia indispensabile procedere all’acquisizione di ulteriore documentazione.”

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7 COMMENTI

  1. Quale rappresentante del Comitato ho partecipato sia all’audizione della
    Commissione urbanistica sia all’incontro presso l’Ufficio Condono Edilizio.
    Esprimo moderata soddisfazione se non altro per il riscontro ottenuto dalle
    “istituzioni” e per l’interesse partecipato degli amministratori di maggioranza e di opposizione.
    Sia le prime che i secondi hanno perfettamente compreso come il treno messo in corsa dal Comitato non si fermerà fino a risoluzione definitiva dell’intera vicenda per tutti gli aspetti ivi compresi: abusivismo, sfruttamento, profilo igienico-sanitario, sicurezza e degrado.
    Non sono stati certo i primi incontri ad alto livello richiesti ed ottenuti dal Comitatto, ma credo, senza presunzione, che questi ultimi possano rappresentare un punto di non ritorno per l’Amministrazione: a tale riguardo il
    Presidente del Comitatto è stato chiaro, molto chiaro.
    Una vocina mi dice che forse a breve…………..
    Con il permesso della Redazione invito i lettori a rimanere aggiornati o, come si
    dice “sul pezzo”.
    Grazie

  2. Quello che mi lascia esterrefatto è l’atteggiamento indulgente con cui i nostri ben pagati burocrati trattano gli abusi edilizi (leggasi cantine adibite ad abitazioni) commessi su Via Gradoli. E peggio ancora lo sfruttamento economico dei suddetti abusi, che genera rendite finanziarie a beneficio di speculatori di vario genere.
    Tutti sappiamo che se uno cambia destinazione ad un immobile scattano sanzioni civile e talvolta penali, compreso lo smantellamento delle strutture tecnologiche ecc.
    Su Via Gradoli no: la legge non si applica!
    Ma ci facciano il piacere.
    Si dovrebbe andare fino in fondo e far scattare le manette

  3. Mio caro Frank,purtroppo, la legge NON si applica in tutto il XX. Esistono persino attività commerciali che vengono svolte in magazzin: circostanza denunciata sia al Municipio che alla polizia di piazza Azzarita i quali hanno ritenuto di sorvolare sulla questione “priva di rilievo perchè non esistono reati”. Miei cari Frank e Lucio Maria questi abusi hanno anche rilevanza penale perchè si configurano danni contro la Pubblica Amministrazione e all’erario.
    Speriamo che in via Gradoli sia ripristinata la legalità della VERA LEGGE (e non quella dei consiglieri del XX)

  4. Uno spaccato di vita in via Gradoli 96: mattina di esodo che inizia presto, molto presto.
    Poi pace e silenzio insperati, quasi surreali, interrotti solo, in questa stagione estiva, dalle cicale.
    Intorno all’una si torna a casa, nelle “case vere”, ma piccole e decisamente sovraffollate dei piani alti, e nelle “case finte”, sempre sovraffollate, dei seminterrati. E tornano idiomi di tutto il mondo a farsi sentire, suonerie che squillano spesso, conversazioni internazionali e interminabili sotto i balconi e negli ingressi del condominio.
    Il pomeriggio quindi scorre così: svariate telefonate, i panni stesi al di fuori dei balconi, qualche rumoroso litigio domestico e l’inseguimento di qualche topo che fa compagnia agli abitanti delle cantine.
    E’ sera: prima di cena si prende un po’ di fresco sui gradini dell’ingresso condominiale, giusto per occupare un po’ di spazio comune, e poi si cucina di tutto sui balconi, con le bombole naturalmente.
    La notte, se tutto va bene, se nessuno urla al telefono, strilla, sente musica a volume sostenuto, piange o si lamenta, si dorme.
    Tutto questo potrà cambiare? Io lo spero grazie a tutto quello che continua a fare il Comitato di via Gradoli.

  5. Ma perchè in Italia non si accetta ciò che è storicamente e pacificamente accettato in qualsiasi nazione civile? E cioè che ogni nucleo culturale acquisisca un suo quartiere o zona preferenziale in cui vivere, secondo Il principio similis cum similibus, che poi, a dispetto dei finti democratici globalizzatori, è il presupposto di ogni reale democrazia.

  6. Io ritengo che l’integrazione tra le varie comunità straniere e con i residenti autoctoni sia un falso problema: la questione attiene al rispetto delle regole di civile convivenza e alla buona educazione. Non essendo questo comunque l’oggetto del comunicato non mi dilungherò oltre.

  7. Il vero grande problema riguarda la rimozione dello scempio urbanistico-edilzio, dell’aubusivismo abitativo messo in atto dalla nota “cricca” di malaffare italiano e dello sfruttamento perpetuato dagli eredi o conunque sodali di quel “cerchio” iniziale, tutti chiaramente italiani.
    Tale scempio si è reso possibile grazie alla complicità delle Ammistrazioni centrali e territoriali in virtù del cosidetto “patto sociale”, finalizzato a garantire sia i costruttori sia le necessità abitative dei cittadini.. In molte zone del XX Municipio
    ( tutti le conoscete) , in via Gradoli in particolare, tali necessità ovviamente non sussistono ma si deve parlare di mera speculazione immbiliare e bieco sfruttamento in danno delle comunità straniere (nuclei familiari costretti a dimorare sotto terra in 13 mq).
    La difficoltà a rimuovere l’immane macigno con l’emissione dei dovuti atti ammistrativi da parte P. A.. nelle sue varie articolazioni, ognuna per la propria competenza, deriva dall’ammissione “di fatto” delle gravi responsabilità “in committendo” o nella migliore delle ipotesi “in vigilando”.
    Il comitato continuerà a perseguire in ogni modo e in tutte le sedi il ripristino della legalità con la rimozione dell’abusvismo e la la punizione di tutti i componenti la filiera del “malaffare”.

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