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    Quei calcoli sbagliati…

    Consonni e Viviani
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    Per chi aspettava come una manna dal cielo il bis olimpico di Gianmarco Tamberi nel salto in alto c’è l’amara sorpresa d’un ragazzo benvoluto che sta “a cocci”, soffre di calcoli e perde l’opportunità di rivincere l’oro come tre anni fa, a Tokio.

    A tenere in piedi in sogno ci prova tal Stefano Sottile, saltatore dalla faccia buona, che realizza il primato personale ma chiude la gara del salto in alto al quarto posto. Comunque, applausi.

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    La “storia” delle medaglie senza soluzione di continuità, dall’Olimpiade nipponica a oggi, la proseguono l’inaspettata coppia della “madison” (ciclismo) formata da Consonni e Viviani, che conquistano l’argento; poco prima s’era conquistato un bronzo, quello della squadra della ginnastica ritmica (Martina Centofanti, Agnese Duranti, Alessia Maurelli, Daniela Mogurean e Laura Paris), che conferma il terzo posto di tre anni fa.

    E c’è pure un altro bronzo, quello che va al collo di Giorgio Malan, la cui disciplina è quella del pentathlon moderno, massacrante al punto che viene da chiedere “ma chi glielo fa fare?”.

    Oggi si chiude il sipario, con la quarantesima medaglia sicura (volley femminile), per quantità identico bottino dei Giochi di tre anni fa. Se solo si capisse che i campioni nascono con lo sport di base, a scuola, magari a Los Angeles potremmo aumentare il gruzzolo.

    Massimiliano Morelli

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