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    Quelli che si sentono Osho

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    Benedetta Olimpiade, che distoglie l’attenzione dalle consuete frasi sulla canicola. Dal “che afa che fa” si passa ai dibattiti a cinque cerchi.

    I dubbi sul sesso di un pugile donna che alcuni scambiano per maschio e che dopo aver vinto il match di ieri ed essere entrata in semifinale scoppia in lacrime; un normal one turco che conquista una medaglia d’argento tenendo la sinistra in tasca; la dietrologia degli opinionisti, che ostentano durante le telecronache continui “tanta roba!” che già nel 1972 non erano più in voga nei bar delle periferie romane.

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    Il windsurf porta in dote la medaglia d’oro d’una ragazza cagliaritana, Marta Maggetti, che fra le tante dediche ne offre una per Gigi Riva, e l’isola intera si commuove.

    Il tennis dopo cent’anni riporta un azzurro sul podio, Lorenzo Musetti emula Uberto de Morpurgo, bronzo olimpico nel 1924, sempre a Parigi.

    Qua e la c’è qualche sbavatura, tipo i pesisti costretti a gettare l’attrezzo scivolando su una pedana intrisa d’acqua piovana e stucchevoli e ripetitivi meme che fanno sbellicare solo chi li posta.

    Ma giorno dopo giorno ci siamo abituati al peggio. Anche a quelli che pensano di essere novelli Osho.

    Massimiliano Morelli

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