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Il Flaminio, dalla preistoria ai giorni nostri

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La storia del quartiere Flaminio è interessante quanto quella del Trionfale dal momento che le vicende che riguardano questi due quartieri si sviluppano intorno a due delle più importanti vie che portano a Roma.

Il Flaminio prende ovviamente il nome dalla Via Flaminia, la strada fatta costruire da Gaio Flaminio, che da Porta Fontinalis al Campidoglio, attraverso quella che oggi è via del Corso e Porta Flaminia, raggiungeva Ponte Milvio per poi addentrarsi nelle campagne a Nord della città.

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Facendo un lunghissimo balzo indietro nella storia, scopriamo che il territorio di Roma milioni di anni fa è un mare da cui emergono piccole isole (la cima dei monti come il Soratte); quando il mare si ritira tutta l’area è sconvolta da terremoti ed eruzioni vulcaniche che scaricano sul terreno materiali di ogni genere.

Quando anche i vulcani si placano, la morfologia dei luoghi si plasma anche per l’azione dei fiumi che, come il Tevere, cercano una strada verso il mare portando grandi quantità di detriti. In questo territorio, che diventerà poi estremamente fertile, sorgono diverse civiltà che successivamente entreranno in conflitto tra di loro.

Sconfitta Veio, Roma si appresta a divenire il centro del mondo e sulle sue consolari viaggeranno uomini e merci di ogni tipo.

Chi arriva a Roma da Nord lo fa percorrendo la Trionfale, la Cassia o la Flaminia che attraversa il Tevere su un ponte di legno che poi, con il passare del tempo, si trasformerà in muratura e prenderà il nome di Ponte Milvio.

Lasciato il ponte si raggiunge – attraverso vasti appezzamenti di terreno con casolari, osterie e ville – Porta Flaminia dove si entra solo a seguito di accurati controlli.

Sotto questa porta si combatteranno decine di battaglie non sempre vittoriose per i romani (curiosamente i nemici di Roma si accaniranno sempre su quella porta e mai sul Muro Torto che la tradizione vuole protetto da San. Pietro).

Tutta la Flaminia, a pochi passi dal Tevere, subisce continue metamorfosi a causa delle tremende alluvioni che allagano il territorio da Ponte Milvio all’odierna Piazza Venezia; solo la realizzazione dei “muraglioni” e la distruzione del Porto di Ripetta metteranno fine a queste catastrofi.

Ma questo avverrà in epoca “moderna”; prima, lungo la via, sorgeranno ville, case, capannoni e chiese come l’Oratorio di S. Andrea realizzato quando la reliquia della testa del santo arriva a Roma e  S. Andrea al Vignola fatta costruire da Giulio III quando i Lanzichenecchi abbandoneranno la città.

Sempre per volere di questo papa, odiato dal popolo per i suoi comportamenti “disinvolti”, sarà eretta Villa Giulia, uno straordinario capolavoro accanto a cui sorgerà poi Villa Poniatowsky, Palazzo Borromeo e Via di Villa Giulia con le due splendide fontane (beni che alla morte del papa verranno confiscati dalla Curia).

Come detto è l’epoca moderna che cambia il volto del quartiere che comincia ad assumere quell’aspetto elegante e signorile che continuerà a mantenere sino ai nostri giorni: nel quartiere vengono realizzati Ponte Matteotti e Ponte Risorgimento, il Palazzo della Marina, lo scalo De Pinedo, Villa Riccio, Santa Croce, la Scuola Guido Alessi, le belle palazzine del lungotevere, Palazzo Corrodi, Villa Ruffo, Ponte Flaminio e poi una straordinaria “edilizia popolare” con palazzine a 4, 5 e 6 piani (oggi molto ricercate).

Altro importantissimo cambiamento avverrà con le Olimpiadi del 1960 con la conseguente realizzazione del Villaggio Olimpico (il più bel quartiere popolare d’Europa), il Palazzetto dello Sport, lo Stadio Flaminio e il Viadotto di Corso di Francia (opere della famiglia Nervi).

A chiudere per il momento la storia del Quartiere Flaminio sono la realizzazione dell’Auditorium (costruito dove prima c’era un ampio parcheggio e prima ancora una gigantesca baraccopoli) e il MAXXI, sorto dove nel 1915 c’erano caserme e una fabbrica d’armi.

La bella, interessante e vivace “Storia del Flaminio, dalla preistoria ai giorni nostri” viene raccontata da Sara Fabrizi che l’ha raccolta in un volume della Typimedia-editore, una bella collana dedicata alla storia di Roma e d’Italia.

Francesco Gargaglia

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