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Via Flaminia: si chiude 9 a 7 il derby sui marciapiedi fai-da-te

Galvanica Bruni

tabellone.jpgInterrotto lunedì 4 giugno per mancanza del numero legale, si è concluso oggi, mercoledì 6 giugno, il dibattito del Consiglio del XX Municipio sulla questione dei marciapiedi fai-da-te di via Flaminia, a Ponte Milvio. Per un soffio – nove consiglieri contrari e sette a favore – il documento che chiedeva la modifica della direttiva emessa dalla Presidenza del Municipio è stata respinta al mittente.

La seduta si è aperta alla presenza di un pubblico fortemente interessato davanti al quale il consigliere PD Alessandro Cozza ha riepilogato le ragioni alla base della richiesta.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

La direttiva in discussione, emessa dal presidente Giacomini a marzo 2011, prevede che gli allargamenti dei marciapiedi possano essere “su basi cementizie”, fatto non previsto dall’analoga delibera capitolina che parla di “pedane mobili”. Inoltre, la delibera del Campidoglio dice che tali pedane possono essere installate solo in aree pedonalizzate o soggette a limitazioni del traffico mentre via Flaminia – casus belli – non è né l’una né l’altra. Infine, il VII Dipartimento, l’Ufficio Tecnico municipale ed il XX Gruppo di Polizia Municipale hanno recentemente espresso un parere negativo sull’argomento. Ergo la “direttiva Giacomini” è errata e per questo va modificata e le due concessioni già rilasciate vanno revocate.

Opinioni condivise, oltre che dal pubblico che le ha applaudite, anche dal consigliere PdL Daniele Massimini che ha parlato di “senso di responsabilità nel non dover chiudere gli occhi” davanti ad un errore così palese.
Altri suoi colleghi dello stesso gruppo hanno invece fatto quadrato “per coerenza”. Avendo già a dicembre 2011 votato a favore della direttiva (clicca qui), non hanno visto il motivo di cambiare idea.

Daniele Torquati e Marco Tolli, ambedue PD, hanno tentato di far loro capire che erano cambiati i presupposti, che gli uffici capitolini e municipali sono oggi contrari, la Polizia Municipale pure, ma non c’è stato nulla da fare.

Neanche quando Tolli, riferendosi alle due concessioni rilasciate, ha dichiarato: “questo dibattito è troppo smielato, diciamo le cose come stanno, fuori di quest’aula si chiamerebbero marchette. Siamo all’estremizzazione del clientelismo, la maggioranza sta palesemente proteggendo due imprenditori di via Flaminia”.

Parole forti, molto forti, cadute nel gelo di chi le ascoltava ed alle quali ha fatto subito seguito la votazione per appello nominale.

A favore del documento, e quindi della modifica della direttiva, hanno votato Ariola e Massimini per il PdL, Cozza, Paris, Scoppola, Tolli e Torquati per il PD.
Hanno invece risposto “contrario” Antoniozzi, Casasanta, Derenti, Lelli, Pasero, Petrelli, Petrucci, Sciarretti, Scipione per il PdL.

“Con nove voti contrari e sette a favore il documento è stato respinto”.
A questo annuncio del presidente d’aula è scoppiata la bagarre nell’area del pubblico. Qualcuno, fra urla e risate sarcastiche, si è lasciato andare a parole durissime: “vergogna” e “venduti” le più ricorrenti. Un’amara, non edificante conclusione.

A margine, il consigliere Alessandro Cozza così commenta la votazione.
“Lo avevamo già detto nel mese di dicembre, la direttiva del presidente avrebbe solamente causato disagi, e così è stato. Oggi ci abbiamo riprovato. Abbiamo fornito alla maggioranza di questo municipio una seconda possibilità per porre rimedio all’errore , ma non è servito perché il presidente Giacomini ha imposto alla sua maggioranza di difendere l’indifendibile.”

“Residenti sul piede di guerra, attività commerciali chiuse per inadempienze, movida assolutamente fuori controllo, musica a tutto volume fino a tarda notte, ztl estiva che non risolve la criticità della viabilità e marciapiedi fai-da-te autorizzati dal municipio buoni solo ad aumentare il caos. Questo è il panorama offerto da Ponte Milvio oggi – sostiene Cozza – dopo quattro anni di non governo di una situazione che meriterebbe un attenzione particolare da parte di chi governa il territorio e la capacità di analizzare il “tema ponte milvio” a 360° e non cercare soluzioni spot che non risolvono il problema”.

“Noi non lo accettiamo” conclude Cozza, annunciando che “per questo, abbiamo fatto richiesta di convocazione di un consiglio straordinario con l’obiettivo di affrontare le criticità dell’area di Ponte Milvio.”

Claudio Cafasso
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24 COMMENTI

  1. E’ assolutamente vergognoso il modo in cui la maggioranza municipale sostiene la deprecabile Direttiva rilasciata dal Presidente Giacomini.
    Sono d’accordo con il consigliere Tolli, che parla di “marchette”, come altrimenti definire un provvedimento che favorisce pochi e penalizza i residenti dell’area?

  2. Colate di cemento su via Flaminia avallate in soregio al buon senso, alle norme e alla volontà dei cittadini. Pavimenti su basi “cementizie” invece che pedane mobili.

    Ma Giacomini ha una specie di ossessione compulsiva verso il cemento??

  3. Quanto è avvenuto ieri in Consiglio Municipale è grave, non per il fatto in sé: i dehors-predellino sulla carreggiata stradale sono certo un manifestazione paradossale ma, ovviamente, non risolutiva per restituire decoro all’area.
    Il passaggio in Consiglio ha invece mostrato tutta la sua gravità, poiché si è confermato che nella sede propria per indirizzare e pianificare la politica di sicurezza, di arredo urbano, di conciliazione di, talvolta, discordanti esigenze fra residenti e esercenti la mescita, questo non è avvenuto.
    C’erano tutti gli elementi, per intervenire; ci permettiamo di richiamarne, oltre quelli che in modo esaustivo sono stati citati nel sempre puntuale articolo di Vcb, due soltanto: presa d’atto del buon senso comune e l’opportunità offerta dall’occasione. (unica mancanza, se Cafasso mi concede, non ricordare che i 15 cittadini presenti in aula erano iscritti al Comitato Abitare Ponte Milvio).
    Ora cosa fare? Proseguire nella strada che il Comitato Abitare Ponte Milvio ha nelle sua finalità e nelle ragioni della sua costituzione. Il nostro non è, infatti, un Comitato prettamente di “scopo”, su obiettivi particolari o personali: tipo far abbattere un cartellone, ripulire una strada, eliminare uno specifico abuso….oppure di quelli monotematici: “la discarica non la vogliamo nel nostro giardino”.
    Degnissimi e nobilissimi fini (ottimo poi se si riesce a conseguirli), ma, ovviamente limitati dal loro stesso scopo; che una volta conseguito, certo non assicura sulla ripresentazione dell’abuso.
    Il nostro Comitato, invece, purché sussistano un minimo di valori condivisi fra cittadini e Amministrazioni, ritiene che quando il degrado diviene macroscopico e sistematico, occorre intervenire sull’indirizzo dei processi di produzione normativa ed autorizzativa municipale: bloccando, riducendo, o invertendo la produzione di atti che si dimostrano metodicamente contrari ai desideri di una comunità, e favorendo, di contro, quelli che risultano consonanti con i valori e i desideri di una comunità. Se il Municipio non prende atto di questa semplice evidenza e prosegue sull’attuale indirizzo si avrà solo un effetto moltiplicatore dei disagi, e vanificherà o appesantirà anche gli interventi delle altre amministrazioni o agenzie erogatrici di servizi.
    Oggi stesso invierò una nota al Presidente e ai Capi Gruppo Consigliari, per richiedere l’istituzione di una commissione specifica per le problematiche di Ponte Milvio. Se l’area vuole essere, il tanto desiderato biglietto da visita del Municipio, questa considerazione la merita.
    Il 18 giugno il Comitato, secondo programma, si riunirà, e verranno prese le decisioni su eventuali manifestazioni di dissenso nei confronti del Municipio. Ma la vera reale manifestazione è la determinazione con cui chiederemo al Municipio di svolgere la missione che legittima la sua esistenza.
    Ci siamo costituiti, per questo, perché abbiamo avvertito che non erano compresi, o quantomeno non attuati a Ponte Milvio, dai nostri amministratori dei fondamentali valori della civile convivenza. Valori indicati in un fortunatissimo manifesto esposto nel piazzale di Ponte Milvio e intorno al quale si è realizzato un largo consenso di residenti, frequentatori ed esercenti che ci ha poi portato a far nascere il Comitato.
    Bruno Rosi
    Portavoce Comitato Abitare Ponte Milvio

  4. spero da parte mia che vengano prese al piu presto decisioni per una manifestazione di dissenso contro il municipio: sulla piazza, o addirittura un percorso silenzioso in piena movida notturna. Io sono un giovane e a maggior ragione condivido il commento del Portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio: chi deve pensare ad un progetto a lungo termine per il miglioramento delle condizioni di vita del quartiere? Se la politica vuole riguadagnare la considerazione di noi giovani cittadini dovrebbe dimostrare di saper guardare oltre il proprio interesse.

  5. Premettiamo subito:
    Chi vi scrive ha notoriamente simpatie per la destra (magari storica) e pertanto non vuole (anzi non deve) essere tacciato di essere il solito “sfigato” comunista.
    Quì si tratta di far rispettare le regole del buon vivere e della buona civiltà (non di altro);
    “scendendo”, poi, nel particolare, è palese la illegittimità della direttiva emessa, nel marzo 2011, dal Municipio XX, in quanto contrasta con la delibera capitolina che autorizzava l’installazione delle pedane mobili e non di quelle cementizie.
    Alla luce di ciò, si confida nel ripensamento del governo locale, finalizzato, semplicemente, a migliorare la qualità di vita di tutti i cittadini, residenti e non, del Municipio XX.
    Giampy

  6. Secondo me signor Rosi sarebbe stato meglio non sapere che chi ha gridato venduti erano componenti del vostro comitato, avete avuto una reazione non decorosa per la democrazia e per la serietà degli obiettivi che vi ponete. se si sono venduti dimostratelo con le carte e denunciateli alla procura altrimenti, mi dispiace, non è corretto dare del venduto ad rappresentante eletto dal popolo che prende una decisione che a voi non piace. preciso meglio l mia idea, neanche a me piace cosa hanno fatto e lo trovo scandaloso ma la democrazia è la democrazia che si basa sui numeri nove a sette il problema finisce lì. Lo dice uno che crede nelle istituzioni ma che non è del pdl, tanto perchè non diciate subito che li sto difendendo.

  7. Roberto, quando è troppo è troppo, la democrazia comincia dal comportamento degli eletti e dal loro rispetto degli interessi di chi li ha votati e che loro rappresentano (oltre che del buonsenso).

    Facciamo venire Striscia la Notizia: facciamogli annusare il puzzo di urina nelle nostre strade a due metri dalla “movida”, vedere i cassonetti insufficenti e stracolmi, le auto abbandonate da anni (Via Bolsena), il parcheggio selvaggio consentito sistematicamente guarda caso nelle ore di punta dei locali…

  8. Purtroppo io non ero presente al dibattito. Credo comunque che la presenza del Comitato Abitare Ponte Milvio sia stata molto importante e significativa, ed apprezzo le dichiarazioni di Bruno Rosi, nostro portavoce. Certo, dare del venduto ad un rappresentante del popolo non è segno di buona educazione, né di una visione serena del confronto democratico. Tuttavia quei consiglieri, che hanno votato in favore della privatizzazione de facto di spazi pubblici, farebbero bene a spiegare quali considerazioni e quali moventi concreti li spingano sistematicamente a privilegiare gli interessi privati dei pochi (esercenti commerciali) a danno della vivibilità collettiva e della pubblica utilità. Altrimenti, poi, non ci si può stupire che qualcuno, meno “politically correct”, perda le staffe (passando dalla parte del torto, certo, ma dopo anni e anni di frustrazioni, in cui troppi cittadini si sono sentiti presi per i fondelli).
    Dicono di aver votato “per coerenza”, Lorsignori. Coerenza con che? Forse con l’articolo 41 della Costituzione (“L’iniziativa economica privata (…) non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno”)? Coerenza con il mandato dei loro elettori, fautori di legge e ordine? Coerenza con la delibera capitolina che parla di “pedane mobili” anziché cementizie? Coerenza con la stessa loro direttiva del marzo 2011, la quale condizionava le concessioni alla non compromissione della circolazione?
    Sì, il bon ton è importante. Ma, per favore, non concentriamoci sul dito che indica la luna! La situazione è troppo grave ed intollerabile per farlo. Se i politici mostreranno rispetto per l’intelligenza del cittadino, il cittadino gliene sarà grato; altrimenti sarà pur sempre valida l’antica massima secondo cui ognuno raccoglie i frutti di quanto ha seminato.

  9. Mentre scrivevo il mio commento (quello delle 18,44) è comparso un altro commento firmato con il mio nome (quello delle 17,43). Tengo a precisare che quest’ultimo non è mio, e invito l’autore a chiamarsi con un altro nickname per non ingenerare confusioni con il sottoscritto. Grazie

  10. Il Consiglio Municipale e la votazione hanno dimostrato l’incapacità di comprendere e quindi affrontare e risolvere i problemi che
    vengono posti dai cittadini sia a livello di mobilità sia a livello di
    sicurezza.

  11. Ricordo a tutti quanti voi che i consiglieri del municipio non sono stati eletti direttamente dai cittadini, ma nominati dai partiti. A chi rispondono? Ai cittadini, che non hanno alcun potere elettivo o a chi li mette in lista?
    Magari l’idea che siano “venduti” non è poi così peregrina…………

  12. Per Alvaro primo: venduti è stato detto per la storia dei marciapiedi, che c’entra la puzza dell’urina o la terza fila ?? Se vuole fare di tutt’erba un fascio faccia pure ma non è questo il modo giusto di ragionare

    per Alvaro secondo: apprezzo il suo ragionamento pacato e sensato, ma guardi che io non parlavo di bon ton ma di correttezza democratica di rispetto delle istituzioni e di serietà e maturità. Dare del venduto a chicchessia senza averne le prove è segno di inciviltà.

    per Alessia: ecco un altro modo sbagliato di ragionare senza sapere niente dei meccanismi elettorali. Quello che dice lei vale a livello nazionale, al comune e al municipio ci sono invece le preferenze. Quindi i consiglieri del nostro municipio sono stati tutti eletti da noi, uno per uno.

  13. Siccome siamo in democrazia, bisognerebbe fare chiarezza su diritti e obblighi:

    1. Alvaro delle 17:43 ha lo stesso diritto di chiamarsi in tal modo come Alvaro delle 18:44 e delle 18:48; il secondo pertanto non può vantare diritti rafforzati rispetto al primo.

    2. L’autorizzazione all’edificazione di due pedane non è incompatibile con il diniego delle ulteriori richieste, diniego che in sé non può costituire motivo per imporre la revoca della direttiva (la quale sarà semmai illegittima in quanto viziata per eccesso di potere avendo esorbitato dalle competenze conferite al presidente del municipio dalla delibera comunale).
    Detto rifiuto costituisce infatti l’evidente esito di un processo di valutazione comparata degli interessi in gioco per il quale si è ritenuto che la realizzazione di ulteriori pedane avrebbe stravolto l’assetto attuale compromettendo ingiustificatamente e oltre misura il diritto alla quiete dei residenti e la funzionalità del tratto di strada.

    3. Poiché la giurisdizione serve “ne cives ad arma veniant”, se, come mi risulta, la questione è stata portata all’attenzione del tribunale amministrativo, non può che attendersi il pronunciamento di quest’ultimo.

    3. Costituisce principio fondamentale di diritto quello per il quale le concrete modalità con le quali i nostri (in)civili cittadini stazionano sulla piazza e sul tratto di Via Flaminia costituiscono fonte di responsabilità personale e non possono essere imputate ai titolari delle licenze
    (altro è se questi ultimi vendono alcoolici in violazione dei divieti; altro è se il gestore del locale tiene il volume della musica a livelli intollerabili in violazione dell’art. 844 c.c.).

    4. Considerato che purtroppo il Comitato Abitare Ponte Milvio, pur perseguendo obiettivi nobilissimi e superiori a quelli degli altri comitati di zona, non è riuscito a piegare la maggioranza politica al suo volere, mi pare evidente che non gli resta che “mostrare i muscoli” sfoggiando tutto il suo potere rappresentativo attraverso la materiale “occupazione” della piazza.
    Ovviamente la manifestazione dovrà essere indetta un sabato sera alle ore 22:00 in modo da contrastare l’occupazione delle aree pubbliche da parte dei novelli “barbari”, giovani virgulti di questa Italietta senza futuro, privi di remore nel dar sfoggio delle loro maleducazione e villania.
    I manifestanti potrebbero restare in un irreale silenzio che renda ancor più evidente la cacofonia delle frasette banali che si lanciano addosso i giovinetti i quali potrebbero forse anche apprezzare, interiorizzandolo, il modello di condotta assunto dai residenti.

    Questa è la democrazia, se vi pare.

  14. Mi dispiace constatare a che livello sia giunto il degrado politico nel nostro Municipio.
    E purtroppo si tratta di nosri rappresentanti eletti, formalmente, con un voto democratico, anche se per l’individuazione dei presidenti è un’altra storia.

  15. Sappiamo tutti che la nostra politica sta vivendo un momento di grande decadimento, vendite o non vendite. Quello che mi interessa dire qui è che le pedane non sono l’unico problema del quartiere, e neppure il più grande. E’ l’intera situazione ad essere fuori controllo. La vicenda delle pedane è davvero iluminante però, e dato che Giacomini ha già detto che si ripresenterà alle elezioni del prossimo anno, beh…. fate un po’ voi.
    Quanto alla manifestazione, va benissimo. Ma funzionerà solamente se saremo davvero tanti, molti di più di tutti quelli che il sabato sera stazionano bevendo (e pisciando) sull’intera area. Siamo sicuri di farcela? Il rischio, altrimenti, è che non se ne accorga nessuno

  16. Guardando al passato, evitare il confronto significa fare la stessa fine della marina italiana che per scongiurare perdite evitò per quanto possibile lo scontro diretto con la forze navali anglosassoni nel mediterraneo.
    Le conseguenze sono note: esemplificativamente, Taranto, 1941; corazzata Roma, 1943.

    Fino a ora il Comitato ha cercato sponde politiche e nella polizia.
    Mi pare sia giunto il momento di affrontare sul campo le forze avversarie.
    Prenderei esempio da coloro che affermano che “la discarica non la vogliamo nel nostro giardino” o che, con altrettanto vigore, non vogliono la TAV.

    Certo necessita di preparazione; ma l’impegno diretto, a mio parere, è ineludibile
    Altrimenti, salvo “salvataggi” giudiziari, basterà semplicemente attendere che tutto passi…

  17. non ho parole su quanto accaduto, questa situazione dei marciapiedi fai da te ha veramente dell’incredibile, faccio un enorme fatica solo ad immaginare che tutto ciò sia possibile, poi purtoppo ci passo davanti ogni mattina e soprattutto ogni sera rientrando a casa con l’auto, con le macchine parcheggiate oltre il marciapiede… forse non rimane nemmeno lo spazio per far passare un’ambulanza o il mezzo dei pompieri… incredibile!!

  18. Derby, democrazia, bagarre, ecc. ecc.

    Sono state spese molte parole, con significati lessicali distanti, per commentare l’ultima ed ennesima prepotenza ai danni dei cittadini, consumata da un maggioranza venduta manifestamente agli interessi dei soliti noti, commercianti e costruttori (insisto nel parallelo con il vergognoso regalo a Bonifaci in quel della stazione ferroviaria di Due Ponti).

    Vorrei aggiungere qualche considerazione sul fatto 9 a 7, e vai con i marciapiedi-fai-da-te.

    La questione, infatti, assume un aspetto ancora più grave se la si descrive nelle modalità nelle quali si è svolta ed è maturata, come abbiamo potuto sperimentare noi presenti in aula durante la penosa sceneggiata.
    Del resto, in tutto e per tutto identica a quell’altra seduta del capolavoro Due Ponti citato.

    A questo proposito, mi permetto di suggerire ai concittadini del XX° di dedicare una minima parte del loro tempo per frequentare qualche seduta di Consiglio e vivere così in prima persona l’entusiasmante spettacolo fornito dai rappresentanti della maggioranza (per onestà, non tutti….ma dai più numerosi).
    Esperienza irripetibile, della quale ricordarsi nella solitudine della cabina elettorale, tra qualche mese.
    Infatti, e la chiave di lettura è di natura antropologica, quello che sgomenta è l’atteggiamento di derisione con il quale , manifestando un senso di superiorità inutile quanto autoreferenziale, sorridono alle, più che giustificate, reazioni di noi cittadini di fronte a tanta inaudita spregiudicatezza utilizzata con prepotenza per “esprimere numeri”, meccanicamente pre-concertati, invece di sviluppare dibattito e confronto democratico.
    E tutto questo a coronamento di un comportamento che definirei scandaloso.
    Va vista infatti quell’aula, mentre i rappresentanti di minoranza intervengono con ragionamenti che possono anche non essere condivisi: la maggioranza si divide in capannelli di gruppetti che parlano e ridono tra loro, altri che vanno fuori a fumare, tranquille telefonate sul cellulare.
    Deprimente!
    E neanche violente accuse – “state facendo una marchetta” (come non condividere) – scalfiscono minimamente questi signori, tanta è la loro sicumera.
    La democrazia non sarà, come scrive qualcuno, reagire violentemente e con insulti (ma si tratta di insulti?), ma ritengo ancora di meno sia democrazia abbandonare l’aula in gruppo ordinato e obbediente per far mancare il numero legale e, nella seduta successiva, alzare a comando una mano per “fare punti”.
    Per vincere il derby, appunto.
    Nel derby almeno c’è la fatica di 90 minuti a rincorrere un pallone!!!

    Quanto scritto fin qui per una lettura antropologica della maggioranza e delle decisioni da questa imposte, con la forza dei numeri e non delle idee, e che, ahimè, ci piovono addosso.
    E’ una questione di cultura.
    Tutto mostra l’imbarbarimento che, con questa Giunta, sta occupando l’ampia area nord di Roma.
    Emblematica, per capire chi comanda veramente qui, la devastante insegna di 5 x 3 metri (ma forse mi sto tenendo troppo basso) di Trony che fa sfoggio di sé nello sky-line di Ponte Flaminio e si proietta drammaticamente sulla sagoma della Villa del Brasini, alla faccia del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio che, se non ricordo male, è legge dello Stato.
    A proposito: chi ha dato il permesso di tanta sconcezza?

    Tornando al “derby”, ma ora?
    Da una parte le conseguenze indotte contribuiranno ad un ulteriore aggravamento dello stato di degrado (sotto tutti i punti di vista) dell’area urbana di Ponte Milvio, e non solo le sere-notti del venerdì e del sabato, ma 24 ore su 24 per 7 giorni alla settimana.
    Dall’altra non è rassicurante questa continua e manifesta propensione di chi ci amministra a privilegiare alcune ben note categorie ai danni della cittadinanza, questa sì (diversamente da loro) veramente democratica.
    Ed è proprio sui tanti e diversi modi che può essere espressa e manifestata la democrazia che, penso, sia arrivato il momento di muoversi.
    Laddove nel confronto democratico siamo inascoltati e derisi, sopraffatti dalle regole dei semplici numeri, è sano e giusto ricorrere a forme di manifestazione esplicita della volontà della cittadinanza al fine di ottenere legittimi livelli di qualità della vita e di convivenza civile, oggi chiaramente negati.

    Aderisco, quindi, pienamente alla proposta di organizzare una occupazione dell’area di Ponte Milvio che sia un momento iniziale di riappropriazione della città.
    Su questa proposta spero convergano numerosissimi cittadini, ma anche tutte le organizzazioni che hanno a cuore lo sviluppo democratico dell’area urbana.

    Si tratta di essere determinati e organizzati, ricorrendo anche alle notevolissime possibilità che ci vengono dall’uso della rete.
    Paolo Salonia

  19. Leggendo i commenti ritengo quello di Paolo, oltre ovviamente quello di Bruno, il più vicino al mio modo di vedere le cose, anche io ho provato fastidio nel vedere quei volti soddisfatti.
    Alcune volte l’imbarazzo riesce a modellare le espressioni in altro modo. Penso inoltre che bisogna scendere in piazza per farci ascoltare sul decadimento di una zona così bella!
    Le abbiamo provate tutte con il municipio ma alcuni di loro ci ignorano o fanno finta di ignorarci.

  20. ….quando lo scontro si fa duro, i duri scendono in campo……..
    Organizziamola bene questa manifestazione, pensiamo bene al DOVE (forse sul ponte? forse una marcia silenziosa con fiaccole nel quadrilatero incriminato, con deviazione su via Bolsena? altre idee?) e al QUANDO (subito prima o subito dopo che i bambini con macchinetta – ma anche i loro fratelli più grandi – vengano portati al mare).

  21. Per il DOVE, non sarebbe male una occupazione dall’angolo piazzale Ponte Milvio/inizio via Flaminia Vecchia fino secondo locale con marciapiede-fai-da-te e, se il numero lo permette, fino a via Riano.
    Tutti in piedi, fermi come pali di CEMENTO (così facciamo piacere anche a Giacomini).
    PS

  22. E’ vergognoso che si accetti la presenza dei marciapiedi fai da te (o occupazione di suolo pubblico che dir si voglia). Abito proprio sopra uno di questi e la sera, tornando a casa dal lavoro, a stento riesco a farmi spazio tra la folla per accedere al portone di casa. Per non parlare delle macchine parcheggiate in due file, oltre la pedana di cemento, che invadono la carreggiata e comportano un altissimo inquinamento acustico fino a tarda notte, che disturba i residenti della zona.
    Se la maggioranza municipale ha sostenuto la Direttiva che autorizza tutto ciò, evidentemente nessuno ha compreso fino in fondo la portata del problema (e di sicuro nessuno dei votanti risiede accanto ad una di queste pedane, visto che in Italia se il problema non ci tocca direttamente spesso non lo si considera un problema).
    Per Roberto: quello che ho scritto qui sopra forse le farà comprendere meglio perché qualcuno dei membri di un Comitato che si comporta in maniera corretta e secondo me esemplare ha perso le staffe il giorno della votazione.. dico esemplare perché non è da tutti organizzarsi per compiere azioni concrete e incisive contro il degrado di un’area di grande valore storico-architettonico, come Ponte Milvio, dando voce a tutti quelli che nel quartiere si lamentano e che magari per mancanza di tempo non possono dar seguito e concretezza al proprio malcontento.
    Membro del Comitato Abitare Ponte Milvio

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