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Via Flaminia – Corsetto: palazzi allagati al km 8,5 scoperte misteriose pompe non funzionanti

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papillo.jpg“Da ieri tutti gli ascensori del complesso residenziale Papillo, realizzato un paio d’anni fa dal gruppo Bonifaci al km 8,5  di via Flaminia, sono stati disattivati perché i pozzetti di fondo corsa sono colmi d’acqua risalita dal sottosuolo.” A rendere noto il grave fatto è Riccardo Corsetto, delegato alle Politiche Sociali del Municipio Roma XIX, al quale alcuni inquilini si sono rivolti per denunciare il fatto.

Spiega infatti Corsetto che “sotto le fondazioni del complesso sono state scoperte pompe idrauliche allestite dal costruttore per aspirare acqua, ma nessuno, nemmeno l’amministratore del complesso sembravano essere a conoscenza della loro presenza e quindi del loro scopo. L’evidenza ormai lascia pensare che queste pompe si siano rotte permettendo all’acqua di salire a livelli preoccupanti fino a garage ed ascensori. Tra i condomini – riporta sempre Corsetto – c’è chi ipotizza una falda acquifera alimentata dall’estrema vicinanza al Tevere.”

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“L’amministratore, al quale mi associo energicamente, ha chiesto un incontro urgente con il costruttore Bonifaci. Visto quel che sta accadendo, alfine di opporci ancora più motivatamente all’accordo di programma che potrebbe consentire 10 mila metri quadrati di cemento accanto alla Stazione Due Ponti, a pochi metri dal Papillo, chiederò al Dipartimento competente di Roma Capitale – conclude Corsetto -, e se necessario attraverso un esposto alla Magistratura, una dettagliata relazione idrogeologica dell’area.”

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16 COMMENTI

  1. Se confermato, sarebbe un fatto di una gravità inaudita. Mi auguro che vadano avanti con l’esposto.
    E spero che ciò serva a evitare l’ennesimo abuso, quello del famigerato e inutile centro commerciale che vogliono costruire lì davanti, con il vergognoso placet di gran parte della Maggioranza del Consiglio del XX.

  2. I palazzi di Bonifaci sono stati costruiti in deroga ad ogni prescrizione del Piano Regolatore a meno di 70 metri dalla sponda destra del Tevere.

    Sono stati realizzati grazie ad un altro accordo di programma (simile a quello che lo stesso gruppo Bonifaci vorrebbe venga approvato per costruire, ancor più vicino al Tevere, un centro commerciale con 5 piani di uffici).

    La domanda, a cui qualcuno dovrà pur rispondere, è: come possono aver permesso di costruire lì palazzi di 6 piani, su un terreno sicuramente pregno d’acqua?
    C’erano delle pompe la cui esistenza era sconosciuta a tutti che servivano a drenare continuamente l’acqua di falda per evitarne la risalita….

    Ma ci si rende conto??

  3. Prima o poii tutti i nodi vengono al pettine , più sono grossi e più fanno male…. Voglio proprio vedere alla fine, anche in questo caso, a chi verrano addossate le responsabilità…

  4. La notizia è stata ripresa da tutte le testate locali, passata da agenzie come Adnkronos e ripresa immediatamente da Libero. ( link: http://www.liberoquotidiano.it/mobile/articolo.jsp?id=1026800&idsezione=1#.T8hEP7dhic0 )

    La cosa più penosa (per noi lettori ovviamente) è che, tuttavia, né il Tempo, di cui proprio Bonifaci, se non erro, è editore, né il Messaggero il cui editore è piuttosto vicino a Bonifaci stesso, abbiano fatto il minimo cenno all’accaduto, nonostante l’evidente gravità e nonostante la sicurezza dei fabbricati in Italia sia un tema di grande attualità in questi giorni.

    Magari è una coincidenza. Magari.

  5. mamma mia che roba. Speriamo che paghi chi deve, tutti immaginiamo che sotto questa storia non ci sia l’acqua, ma altro…

  6. Gentile Gaia, premesso che si tratta di un comunicato emesso dal sig. Corsetto, che così si è definito, le segnaliamo che può trovare conferma di tale suo incarico sul sito del XIX Municipio.

    Cordialmente,
    La Redazione

  7. pensate a pian dell’olmo con la discarica che cosa puo succedere a no scusate ma sono state fatte le dovute analisi del territorio

  8. Il costruttore pare abbia convocato un paio di condomini per dare loro qualche rassicurazione sommaria, impedendo (incredibilmente) all’amministratore di partecipare all’incontro.

    Il costruttore ha, in via del tutto confidenziale, ammesso l’esistenza di un’estesa falda sotto il fabbricato, ma ha aggiunto che il problema sarebbe stato risolto con delle pompe. Le rassicurazioni sono state meramente orali ed alla richiesta da parte dei condomini di visionare la relazione geologica ed il progetto strutturale dell’edificio il costruttore ha nicchiato.

    Se si aggiunge che gli edifici non sono dotati del certificato di agibilità si ha il quadro completo di quante anomalie sono state permesse al costruttore, in una totale mancanza di controllo a dir poco inspiegabile.

  9. Rimango basito.
    Possibile che chi compra casa sulla carta, non ha nessuna garanzia, è un contratto a scatola chiusa.
    Avevo visitato queste case per un eventuale, acquisto, ero ancora indeciso, dopo quello che è successo, credo sia un discorso chiuso.

    Mi auguro che per l’eventuale costruzione del centro commerciale da parte dello stesso costruttore ci sia più controllo da parte delle autorità competenti.

  10. EVENTUALE centro commerciale ha scritto giustamente il Sig. Carlo. Tuttavia solo aver raccolto un’ipotesi così disastrosa lascia intendere quanto controllo EVENTUALMENTE potrà esserci.

    Un edificio di 5 piani più 2 interrati a poche decine di metri dal Tevere, sopra una falda, sopra una ferrovia, a ridosso di uno snodo viario primario per tutta la città, che coprirebbe completamente il Monte delle Grotte tutelato paesaggisticamente, e che -incredibilmente, cementificherebbe l’area archeologica del Mausoleo di Marco Nonio Macrino.

    Mi fa un po’ rabbia pensare che le autorità debbano controllare che un disastro di simili proporzioni venga realizzato a regola d’arte.

  11. siamo noi cittadini padroni del patrimonio che non dobbiamo permettere a questi cementificatori di andare avanti noi che purtroppo abbiamo permesso di rendere l’appia antica proprieta privata con ville e piscine

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