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Stato dell’immigrazione a Roma e nel Municipio XV. Dati 2024

immigrati vincenzo pira
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Un’analisi aggiornata della situazione immigrazione nella Capitale e in particolare nel XV Municipio.

Lo studio, redatto da Vincenzo Pira –  antropologo ed esperto di cooperazione internazionale che dopo aver lavorato per anni in Africa ed in America Latina oggi vive e lavora nel quartiere di Labaro – si basa sul 19mo Rapporto sulle Migrazioni presentato mercoledì 19 giugno e curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS.

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Un’analisi che ogni anno ci ripropone il fenomeno epocale delle migrazioni nel suo impatto globale e nelle ricadute locali che ha nella nostra città e nel nostro municipio.

Si tratta di un fenomeno complesso – scrive Vincenzo Pira – che meriterebbe di essere governato senza strumentalizzazioni elettoralistiche, nel rispetto del diritto internazionale e dei valori della Costituzione, affrontando le criticità ed esplicitando e valorizzando le opportunità che le comunità migranti offrono alle nostre società.

Il progressivo invecchiamento della popolazione europea pone un problema che le giovani generazioni saranno obbligate ad affrontare: la sostenibilità del sistema sociale del mondo del lavoro e della previdenza. Diminuiscono i lavoratori e aumentano i pensionati. In Italia l’aspettativa di vita che alla metà del secolo scorso era sui cinquant’anni, oggi supera gli ottanta.

Bussano alle nostre porte generazione di giovani (dell’Africa e del Medio Oriente) che cercano lavoro e opportunità di crescita che le loro terre, oggi, non possono offrire. E risponde ad interessi reciproci governare con ingressi legali programmati sia i richiedenti asilo sia gli immigrati in cerca di lavoro.

Fenomeno che deve essere affrontato con una nuova legislazione comune dell’Unione Europea che non può privilegiare unicamente gli aspetti della sicurezza senza considerare l’apporto economico e sociale che le comunità immigrate garantiscono. Per questo va fatta una politica che riconosca i diritti di cittadinanza e di rappresentanza a chi paga le tasse e ha scelto il nostro paese come terra d’adozione e si organizzi una convivenza civile che valorizzi e non demonizzi le diversità culturali.

In Italia resta critica la situazione dell’accoglienza di richiedenti asilo e profughi, non tanto per la dimensione degli arrivi (rimasti stabili), quanto per lo smantellamento e il degrado strutturale del sistema di accoglienza, che decreti legge e capitolati di spesa svuota-servizi hanno finito per spezzare radicalmente in due: i centri Sai (Sistema di accoglienza e integrazione), gestiti dai Comuni e generalmente ritenuti più virtuosi e funzionali all’inserimento, coprono ormai solo il 33,2% dei posti del Lazio (in Italia: 36,7%), mentre il restante 66,8% è in capo ai Cas (Centri di accoglienza straordinaria), dove vengono relegati per mesi i richiedenti asilo in attesa di risposta, privati di servizi fondamentali.

I dati statistici

Venendo ai dati statistici aggiornati, nel 2022 gli stranieri residenti nel Lazio, dopo il calo del precedente anno, sono tornati a registrare una lieve crescita (+2,6%; in Italia: +2,2%), attestandosi su 634.045, l’11,1% della popolazione totale e il 12,3% degli stranieri residenti in Italia. Le stime dell’Istat prevedono per il 2023 un nuovo aumento (+2,2%), che porterebbe i residenti stranieri a 647.800.

A Roma gli stranieri iscritti in anagrafe al 31.12.2022 sono 385.053, pari al 13,7% della popolazione totale (2.813.544 persone). A livello nazionale l’incidenza degli stranieri si attesta, invece, all’8,6%.

La lettura dei dati a livello territoriale mostra che il contingente di stranieri più numeroso in termini assoluti si rileva nel VI municipio con 44.903 individui, mentre quello meno numeroso nell’VIII (14.782).

In termini relativi, rispetto cioè alla popolazione totale di ogni municipio, l’incidenza maggiore della componente straniera si rileva nei municipi I (21,2%), XV (19,9%), VI (18,6%) e V (18,1%), mentre quella minore nei municipi IX (8,6%), III (9,5%), IV (10,3%) e VII (10,6%).

L’analisi per genere rileva che tra i residenti stranieri la componente femminile continua a registrare valori più elevati (53,1%) rispetto a quella maschile (46,9%).

Il 42,2% degli stranieri iscritti in anagrafe a Roma proviene dal continente europeo e il 73,2% di questi ha la cittadinanza di un Paese dell’Unione. Il 34,9% proviene dall’Asia, mentre sono sensibilmente più basse le percentuali di cittadini originari dell’Africa (12,3%) e dell’America (10,5%).

A Roma la Romania si conferma anche nel 2022 il principale Paese di origine degli stranieri (86.152 unità, pari al 22,4% degli stranieri), seguita da Filippine (40.983, pari al 10,6%), Bangladesh (34.443; 8,9%), Cina (19.338; 5,0%) e Ucraina (15.240; 4,0%). Tra i Paesi di provenienza più rappresentati ci sono anche Perù, India, Egitto e Polonia, tutti con un numero di cittadini iscritti in anagrafe compreso tra 10.000 e 13.000.

La situazione nel Municipio XV

Per quanto riguarda l’aggiornamento nel Municipio Roma XV, gli stranieri iscritti all’anagrafe del Municipio Roma XV, alla data del 1°gennaio 2023, sono 32.022 (erano 31.350 nel 2022). Con una popolazione complessiva di 160.630 gli immigrati nel Municipio XV sono attualmente il 19,9%. Le comunità immigrate sono composte per il 55,8 % da donne delle quali il 49,9 sono nubili. I minori sono 5.085 pari al 15,9 % del totale.

Le nazionalità di provenienza più numerose sono: i rumeni (7.949 persone pari al 24,8 % del totale della popolazione straniera), i filippini (5.246 persone pari al 16,4 %) i srilankesi (2.695 persone pari al 8,4 %), i peruviani 1.649 persone pari al 5,1 %), gli ecuadoriani (1.209 persone pari al 3,8 %), gli indiani (821 persone pari al 2,6%) gli  ucraini (806 persone pari al 2,5 %), i  moldavi (703 persone pari al 2,2 %), i  polacchi (705 persone pari al 2,2 %), i provenienti dal Bangladesh sono 673 (pari al 2,1 %).

I quartieri di maggior presenza demografica della popolazione straniera sono Tomba di Nerone con 8.196 persone, La Storta con 4.770, Labaro 4.673, Farnesina 2.916, Cesano 2.718, La Giustiniana 1.901, Tor di Quinto 1.589, Santa Cornelia 1.388, Grottarossa 1.111, Acquatraversa 1.110, Prima Porta 413, Foro Italico 143 persone, Martignano 27 persone.

Per quanto riguarda il loro inserimento lavorativo ogni gruppo etnico presenta delle specifiche tendenze alla concentrazione settoriale, che – al pari della propensione all’imprenditorialità – dipendono dall’influenza e dall’interazione reciproca delle caratteristiche socio-economiche del contesto, del bagaglio culturale e valoriale di ciascun gruppo e dei legami comunitari, oltre che dal profilo individuale di ciascuno.

Secondo dinamiche note e consolidate, i rumeni si concentrano nel settore dell’edilizia, i bangladesi si soprattutto nel commercio, dove operano in quasi la metà dei casi. Il primato del commercio si rafforza ulteriormente nel caso dei marocchini, come anche in quello dei cinesi, che pure si canalizzano in modo accentuato anche nelle attività ristorativo-alberghiere e, secondo ritmi accelerati negli ultimi anni, nei cosiddetti “altri servizi”. Anche gli egiziani prediligono le attività commerciali e quelle di alberghi e ristoranti. I filippini nel lavoro di cura e assistenza.

I problemi più sentiti dalle comunità straniere sono legati alle lentezze amministrative al riconoscimento dei permessi di soggiorno che trasformano anche gli ingressi regolari in leva di produzione di irregolarità.

Secondo Vincenzo Pira, che così conclude il suo studio, da potenziare nel Municipio XV sono gli spazi di convivenza interculturale e di aggregazione giovanile, l’offerta di  maggiori opportunità, soprattutto per le donne, di insegnamento della lingua e cultura italiana e la necessità di riconoscere il diritto di nazionalità e di cittadinanza a chi è nato nel nostro paese e ha concluso nelle nostre scuole il primo ciclo di formazione scolastica.

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