Home AMBIENTE Tomba di Nerone: due firme ogni minuto per entrare all’Insugherata

Tomba di Nerone: due firme ogni minuto per entrare all’Insugherata

Galvanica Bruni

In un articolo di Roberto Zichittella pubblicato nella cronaca del Messaggero la Riserva dell’Insugherata viene definita “una beffa”; dice infatti il giornalista:”è come stare su una spiaggia senza potersi bagnare nel mare pulito”. E ancora: “Un pezzo di verde campagna incuneato nella zona Nord di Roma dove i residenti non possono entrare perché tutti gli accessi sono chiusi…”. E’ per questa ragione che Associazioni e Comitati sono tornati a manifestare il 22 Aprile proprio nel luogo, i giardini di Tomba di Nerone, dove da tre anni si chiede un accesso.

Una manifestazione a cui hanno aderito non solo le organizzazioni di quartiere ma anche Associazioni che si battono per la salvaguardia dell’ambiente  verde cittadino (come Roma Tiberina, la Giovane Montagna o il Circolo Ecoidea).

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Una manifestazione riuscitissima perché ha attirato un gran numero di cittadini, residenti e non, desiderosi di conoscere le sorti di quel grande polmone verde che possono osservare dalla Via Cassia ma a cui non possono accedere.

All’interno del piccolo giardino intitolato ai Caduti sul Fronte Russo fin dalle prime ore del mattino è stato montato un gazebo per la raccolta delle firme e sono stati esposti due pannelli: il primo con la carta della Riserva e l’indicazione degli accessi chiusi. L’altro con la documentazione relativa alla mancata acquisizione da parte del Comune di Roma del terreno (oggetto di una donazione) che dà accesso alla Valle dell’Insugherata; lo stesso terreno (parliamo della particella 562 del foglio 211) dove un tempo c’era un accesso e che i residenti di un condominio di Via Tomba di Nerone hanno chiuso da più di un anno.

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Nel corso della mattinata, in meno di quattro ore, sono state raccolte 400 firme; tra i firmatari anche l’Assessore all’Urbanistica del XX Municipio, Giuseppe Mocci, il Vicepresidente della Commissione Ambiente, Marco Tolli, e la Consigliera Elisa Paris.

Qualcuno potrebbe obiettare che per una popolazione di circa 40mila unità 400 firme siano un po’ pochine. Per i Comitati si è trattato invece di un grande successo perché 400 firme significano quattrocento persone o famiglie con le quali gli organizzatori hanno parlato, spiegando nel dettaglio perché l’accesso alla Riserva sia interdetto.

Tantissime le domande e le richieste di chiarimento da parte di residenti e non: persone anziane e giovani, possessori di cani e ciclisti, mamme con i bambini… e alla fine sempre lo stesso commento: “Ma cosa si aspetta ad aprire un accesso!”. Una domanda alla quale non è facile dare risposta; l’Insugherata è una Riserva dove l’accesso non solo è consentito ma addirittura incentivato dal Piano di Assetto. Ma al momento c’è un unico accesso, quello sulla Trionfale, che è del tutto insufficiente, se non inutile, a soddisfare l’esigenza della collettività della Cassia.

Proprio per questo, da tempo, i Comitati locali hanno studiato due soluzioni. La prima consiste nella riapertura di un sentiero poderale che dai giardini di Tomba di Nerone attraverso i terreni della FIRC (Fondazione Italiana Ricerca del Cancro) raggiunge la Riserva. La seconda invece prevede una servitù di passaggio “pedonale” su Via Tomba di Nerone con accesso ai terreni oggetto di lascito.

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La manifestazione ai Giardini di Tomba di Nerone è stata anche l’occasione per parlare e rispolverare un vecchio progetto del 1998 curato dagli insegnanti e dagli studenti della Scuola Media Statale “E. De Filippo”, classi 1F e 1E, inerente un “Concorso di Microprogettazione” bandito dal Comune di Roma e che doveva esser finanziato con 500 milioni.
I giovani studenti, attraverso un lungo lavoro di ricerca e assistiti dagli insegnanti e da alcuni architetti della 3° Università di Roma, hanno elaborato un progetto per la realizzazione di una pista ciclabile all’interno dell’Insugherata che ha vinto il premio messo in palio dal Comune.

Ma del progetto non rimane traccia. Restano solo alcuni commenti dei ragazzi.
Hilary dice infatti che “andando più volte al fosso dell’Acqua Traversa abbiamo imparato a conoscerlo e quindi ad amarlo. Perciò vogliamo noi, in prima persona, per poi insegnarlo agli altri, rispettarlo”.

Le fa eco Alessandra: “Questo parco ha contribuito alla nascita di molte civiltà, ma forse tra tutti noi siamo il popolo più ‘barbaro’ perchè cerchiamo in ogni modo di distruggere questo importante polmone verde”.
ma anche Gloria vuole dire la sua affermando che “La Cassia è una zona molto urbanizzata, ed è molto strano e particolare che a pochi metri da confusione, smog, grandi palazzi ci sia una vasta area verde ancora quasi incontaminata, con tanta vegetazione e una ricca fauna. Ho trovato molto divertente e interessante scoprire da vicino un ambiente senza stare ore e ore sui libri”.

A margine della manifestazione è doveroso segnalare l’intervento del Comitato di Quartiere di Grottarossa che ha inviato sul posto numerosi volontari che equipaggiati con fratini di colore arancio e con palette segnaletiche hanno consentito ai cittadini di attraversare la Cassia in totale sicurezza.

Francesco Gargaglia
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