Se la sinistra piange la destra non ride. Non vogliamo parlare di politica ma delle sponde del Tevere, quelle che da Ponte Milvio portano al centro della Città Eterna: la rive gauche e la rive droite, entrambe preda non dei bouquiniste, delle coppie di innamorati e dei bambini col naso all’insù, ma preda di qualcosa di molto più prosaico: il degrado urbano.
Se a destra ci sono gli insediamenti abusivi, le piste ciclabili chiuse, le lastre di marmo spezzate, a sinistra invece i rifiuti, i resti di bivacco, le migliaia di bottiglie vuote, gli alberi scheletrici….gli alberi: in realtà più che alberi sembrano creature aliene con quei brandelli di plastica che hanno preso il posto delle foglie cadute in autunno. Spettacolo triste.
Altrettanto miserabile è lo spettacolo della riva destra; ad essere sinceri forse una qualche bonifica è stata fatta ma la sporcizia era troppa o forse come per gli alberi alieni oramai ha preso il posto delle canne e degli arbusti.
Sulla sponda ci sono bottiglie di birra a centinaia, cartoni del vino e poi stracci e tantissimi indumenti sportivi, a volte nuovi di zecca. Sicuramente provengono dalle sacche e dalle borse predate nelle auto in sosta; si prendono soldi, cellulari e oggetti di valore e tutto il resto lo si abbandona tra le erbacce.
Camminando lungo la banchina ricoperta di fango secco si può notare come anche i circoli sportivi usino le sponde come delle pattumiere: rifiuti, bottiglie, contenitori per le palle da tennis e in qualche caso addirittura la terra rossa.
Spettacolo indecente quello sotto il Ponte Duca d’Aosta dove all’ombra delle slanciate forme si mangia, si dorme, si fanno i bisogni e si lascia poi tutto sul terreno..escrementi compresi.
Un germano reale dall’alto dei gradini sembra guardare attonito quello spettacolo indegno dove le erbacce soffocano i gradini e le lastre di marmo bianco, ricoperte di segnacci, hanno perso per sempre il loro candore.
L’elegante galleggiante del Centro Remiero dell’Università del Foro Italico sembra voler ridare dignita’ a questo tratto di fiume che non riesce a venir fuori dal degrado; alcune ragazze sollevano e mettono in acqua una lunga imbarcazione e poi al ritmo cadenzato del timoniere filano nella corrente.
Un bello spettacolo tra tanta trascuratezza.
Ci chiediamo allora che fine hanno fatto i progetti per il Tevere, le tante proposte e poi le iniziative per renderlo fruibile e navigabile. Il Parco Fluviale e le richieste per fare di Ponte Milvio un campo di gara per kayak che fine hanno fatto?
Se non riporteremo al più presto la gente e i giovani a camminare, pescare, pagaiare o remare sul Tevere, di questo fiume, tra qualche anno, ne parleremo come di Atlantide.
Francesco Gargaglia
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