Home ATTUALITÀ Labaro – Due candeline per la voragine di via Comparini

Labaro – Due candeline per la voragine di via Comparini

Duca Gioielli

Nonostante 13 mesi fa sia intervenuta anche la magistratura, se a febbraio 2012 ancora non si sarà provveduto a dare il via ai lavori saranno 24 mesi che quel grande buco nero ha spaccato in due via Comparini ed il quartiere Labaro. Una storia di ordinaria amministrazione nella periferia di Roma Nord tornata alla ribalta questo week-end.

Alla naturale domanda “cosa aspetta il Campidoglio ad intervenire?” una risposta, abbastanza sorprendente, è giunta tramite una nota del presidente della commissione Lavori pubblici di Roma Capitale, Giovanni Quarzo: “aspettiamo il XX Municipio”.

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In un comunicato diffuso sabato 21 gennaio, Giovanni Quarzo ha infatti dichiarato: “fatto salvo che l’intervento di via Comparini è di stretta competenza del XX Municipio, ribadiamo al collega del Pd Stampete che l’amministrazione capitolina si è comunque fin da subito interessata e attivata, anche nei confronti di Acea Ato2 per quanto di sua pertinenza, affinchè l’intervento possa essere realizzato il prima possibile. Attualmente – conclude Quarzo – si è in attesa che i tecnici del XX Municipio provvedano ad attivare le procedure necessarie ad affidare l’incarico di progettazione dei consolidamenti da eseguire”.

Ma da cosa ha tratto origine questa nota? Dalla notizia che un’interrogazione urgente al Sindaco e all’Assessore capitolino Ghera è stata presentata dal consigliere comunale PD Antonio Stampete, che così spiega la sua iniziativa.

“Mi stanno arrivando da giorni – scrive Stampete sul sito PDCampidoglio.com – delle richieste da parte di cittadini di via Comparini i quali lamentano preoccupati la situazione drammatica, documentata nei siti voragini.it e vignaclarablog.it, che da due anni stanno vivendo in questa zona. Nonostante le loro proteste e le promesse fatte di persona dall’Assessore ai lavori pubblici Fabrizio Ghera il 2 novembre 2011, la situazione non è cambiata”. Ecco il perché dell’interrogazione.

E dalla nota del consigliere capitolino Giovanni Quarzo pare ora che il pallino sia di nuovo nelle mani del XX Municipio.

“Si tratta di un indecoroso scarica barile” dichiara Marco Tolli, interpellato da VignaClaraBlog.it in qualità di residente nella zona e consigliere PD componente della commissione lavori pubblici del XX Municipio. “Quarzo sa bene che il Campidoglio non ha trasferito al Municipio un solo euro per affrontare questi lavori, come è possibile attivare le procedure per affidare l’incarico di progettazione dei consolidamenti senza avere i fondi a disposizione? Da cittadino e da politico sono fortemente indignato per la superficialità con la quale viene trattato questa tema”.

Dello stesso avviso Antonio Scipione, consigliere PdL delegato al traffico e mobilità nel XX Municipio, anche lui residente nella zona. “Di chiacchiere se ne fanno tante – ci dice al telefono – ma le chiacchiere stanno a zero. Sono d’accordo con il collega Tolli, fintantoché dal Comune non arriva uno stanziamento di fondi è velleitario dire che il Campidoglio è in attesa che i tecnici del nostro Municipio facciano la prima mossa. Ci diano il denaro per farlo e la faremo” è la sua conclusione.

Tempi lunghi dunque per la risoluzione del problema di questa dimenticata periferia romana.

La vicenda

Per chi non fosse ancora a conoscenza del fatto, è febbraio 2010 quando in via Comparini si apre una voragine dalle dimensioni incredibili, una profonda e pericolosa voragine che porta alla luce un reticolo di gallerie sotterranee. L’area viene transennata, una delle palazzine a lato della strada evacuata, nove famiglie trasferite altrove, la viabilità bloccata. I primi interventi messi in campo dall’Acea di concerto col XX Municipio non sono risolutivi, anzi pare che peggiorano la situazione. Si tenta infatti di chiudere la voragine con materiale betonabile che però si disperde nel reticolo delle gallerie.

I cittadini esasperati si rivolgono alla magistratura che, il 15 dicembre 2010, ordina al Comune di Roma e all’Acea Ato 2 di eseguire urgentemente, in solido tra loro, tutti i lavori elencati nella relazione del consulente tecnico d’ufficio. La sentenza viene formalmente notificata al XX Municipio a metà marzo.

“Visto che l’Acea fa orecchie da mercante e sembra voler ignorare la sentenza del Tribunale, sulla base di quanto riferitomi dall’Ufficio Tecnico del Municipio posso annunciare che il progetto è pronto, sono già stati chiesti al Comune 600mila euro. Quanto prima inizieranno i lavori a cura del Municipio, che poi si rivarrà in danno sull’Acea”.
Così si esprime il presidente del XX Municipio, Gianni Giacomini, nell’infuocata seduta di Consiglio del 6 giugno 2011 al termine della quale viene approvato all’unanimità un documento nel quale si chiede al Sindaco ed all’assessore capitolino ai lavori pubblici di intervenire tempestivamente in via Comparini ma anche di disporre un’indagine ad ampio raggio del sottosuolo dell’intera zona perché esiste il forte dubbio, se non la certezza, che di gallerie sotterranee, a Labaro, ce ne siano tante altre.

Passa l’estate e non succede nulla, e dei 600mila euro neanche l’ombra.  Il 25 settembre circa 200 abitanti di Labaro scendono in piazza al grido “non siamo cittadini di serie B” poi, il 27 ottobre, “marciano” sul Campidoglio dove riescono a strappare un appuntamento all’assessore ai lavori pubblici, Fabrizio Ghera. L’incontro si tiene il 2 novembre 2011 ma di impegni certi nessuno e di stanziamenti neanche a parlarne.

Finisce l’anno e né Natale 2011 né L’Epifania 2012 portano in dono ai cittadini notizie certe. E intanto, mentre i residenti sono in continua apprensione per questo grosso buco nero che ha diviso in due una fetta di quartiere e che potrebbe nascondere chissà quali pericoli, si avvicina il momento di spegnere due candeline in via Comparini.

Claudio Cafasso

Tutti i dettagli della vicenda negli articoli di VignaClaraBlog.it: clicca qui

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2 COMMENTI

  1. Non sarebbe ora che il Presidente Giacomini andasse dal sindaco Alemanno e si parlassero ? Via Comparini è in stato di emergenza da due anni non solo per la voragine covo di topi e di altri animali. Ma perché i cittadini sono trattati da sudditi che non hanno diritti. Vivere in periferia non deve essere una scusa per essere dimenticati dall’amministrazione comunale e i servizi fondamentali, tra cui quello di una mobilità degna di un essere umano, vanno garantiti.

  2. E meno male che Roma Capitale doveva portare risorse maggiori per la CAPITALE DELL’ITALIA.
    Forse era meglio rimanere Comune di Roma, almeno qualcuno poteva ignorare il particolare che siamo la Capitale d’Italia…
    Come dice Emilio Fede “CHE FIGURA DI M…”

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