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Cassia: un bosco appenninico a due passi da Tomba di Nerone

Derattizzazioni e disinfestazioni a Roma

Se si osserva una Carta dei Servizi della Riserva Naturale dell’Insugherata, proprio nella parte centrale c’è un grande bosco chiamato Buffalotto, con all’interno un fontanile o una sorgente. L’area è sulla Cassia, ad appena 500 metri dai giardini di Tomba di Nerone. Incuriositi, siamo andati ad esplorare.

Entrare nella Riserva dal lato Cassia, a causa della chiusura degli accessi, dovrebbe essere impossibile ma con un po’ di fantasia non è difficile farlo e ritrovarsi nei pressi della confluenza del fosso dell’Insugherata con quello dell’Acqua Traversa.

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Se si segue il piccolo corso d’acqua risalendo la bella vallata in poco tempo ci si ritrova all’incrocio di tre sentieri: quello davanti a noi porta all’accesso ufficiale di Via Castagnola, quello a sinistra sale al Bosco di S.Spirito mentre quello di destra dirige a Buffalotto.

E’ questa direzione che seguiamo: la carrareccia sale tra gli alberi e indica chiaramente il passaggio di mezzi meccanici provenienti da una vicina azienda agricola. Il posto è molto bello e il bosco lascia filtrare i raggi del sole che rischiarano le piante di ciclamino, pungitopo e felce che qui costituiscono il sottobosco.

Gli alberi sono prevalentemente sughere e olmi molti dei quali sono stati abbattuti dalla forza del vento; tra gli olmi si mischiano anche altre essenze come il castagno e perfino il corniolo il cui legno era utilizzato dai romani per realizzare i manici dei giavellotti.

Si sale per circa 300 metri dove la sterrata si biforca e si segue il sentiero di destra che ora si intrufola nella vegetazione sempre più fitta: il forte vento fa gemere gli alberi le cui fronde sono scosse dalle continue raffiche.

Siamo a poche centinaia di metri dalla Via Cassia eppure non ci giunge nessun rumore.

Il terreno è cosparso di foglie secche, di ricci ancora ripieni di castagne e di dozzine di piccole piume che indicano come questa zona remota sia frequentata dagli uccelli notturni: poco più avanti ne troviamo addirittura un mucchietto segno inequivocabile che in quel luogo un uccello è stato predato da una volpe.

Ai bordi del sentiero, dove la terra ha ceduto, viene fuori una sottilissima sabbia di colore giallo al cui interno ci sono frammenti di antichissime conchiglie fossilizzate.

Procediamo lentamente e in silenzio ascoltando il richiamo dei numerosi uccelli che popolano il bosco fino ad arrivare in una piccola radura dove grossi tronchi rinsecchiti sono stati accatastati alle piante come a voler creare delle primitive capanne.

Qui il sottobosco è fatto di felci e rovi e non è difficile individuare, poco distante dalle grosse tane, gli aculei che l’istrice abbandona durante il suo cammino.

Il sentiero si restringe sempre più fino ad arrivare in una zona molto bella dove ai piedi di un piccolo terrapieno sgorga la sorgente: è un luogo incantato che i raggi del sole rischiarano a tratti.

Il rivolo d’acqua si incunea tra le rocce e con piccoli salti scende in basso formando minuscole pozze di acqua limpida sul cui fondale potrebbe nascondersi la Salamandrina dagli occhiali.

Il luogo è di una bellezza selvaggia e fa pensare ai monti dell’Appennino e così ci vengono in mente pubblicazioni e guide che descrivono lo stesso scenario sui monti dell’Italia centrale.

Se avessimo la possibilità di arrampicarci in cima ad un alto castagno vedremmo le case di Tomba di Nerone e i signorili palazzi di Via Cortina d’Ampezzo: un lembo di bosco appenninico all’interno del quartiere più caotico di Roma Nord.

Tornando indietro fotografiamo ogni cosa e quando si prospetta il problema di dove uscire pensiamo alle migliaia di persone, ragazzi e bambini che abitano sulla Via Cassia e che non vedranno mai questo straordinario spettacolo della natura.
Non lo vedranno per la stupidità di una ottusa burocrazia che continua a tener chiusi tutti gli accessi pubblici all’Insugherata.

Francesco Gargaglia

© riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

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5 COMMENTI

  1. voglio portarci mio figlio senza trovarmi il passo sbarrato, senza dovermi sentire un intruso, senza usurpatori che ti bloccano il passo!

    Dove stanno le istituzioni???

  2. Avete ragione, io abito in Via Tomba di Nerone, e da qui si può entrare perchè finalmente qualcuno ha aperto a forza il cancello.i. Il posto è davvero bello, e, essendo una riserva naturale, non capisco perchè si permettono di chiudere i cancelli.

  3. La Carta dei Servizi: Insugherata-Tenuta di Mazzalupetto e Quarto degli Ebrei è disponibile presso gli uffici di Roma Natura in Via Gomenizza (Villa Mazzanti).

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