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    “Il coraggio vince” di Roberto Vannacci

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    Galvanica Bruni

    A distanza di pochi mesi dal suo primo libro che ha riscosso un successo di vendite sorprendente pur provocando non poche polemiche e un’indagine della Procura di Roma a suo carico per il reato di istigazione all’odio razziale, Roberto Vannacci, Generale dell’Esercito Italiano, torna in libreria con “Il coraggio  vince” (Ed. Piemme, 267 pag., 19.90 Euro), un’inedita autobiografia.

    Vannacci è balzato agli onori della cronaca per il suo primo libro, “Il mondo al contrario”,  in cui esprime il proprio pensiero su numerosi aspetti della nostra società; una visione contrastante che però non è piaciuta ai vertici militari che l’hanno sospeso dall’incarico per 11 mesi. Per il ministero della Difesa, infatti, “il contenuto del libro compromette il prestigio e la reputazione dell’Amministrazione”.

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    “Il coraggio vince” è un’altra cosa: è l’autobiografia di un uomo che ha voluto  essere  ad ogni costo un soldato “speciale”.

    Vannacci, figlio e nipote di militari, sceglie fin da giovanissimo la vita militare  e per dare corpo alle sue aspirazioni, dopo alcuni anni di gioventù trascorsi con la famiglia a Parigi dove frequenterà il locale liceo italiano Leonardo da Vinci in Rue Sedillot, decide di farlo nel reparto che è l’élite dell’Esercito italiano: il 9° Reparto di assalto “Col Moschin” (dal nome di un colle della cima del Monte Grappa dove nella 1° Guerra Mondiale gli “arditi” misero in luce il loro straordinario valore).

    Gli Incursori del 9° Col Moschin sono “forze speciali” a cui vengono assegnate di norma missioni ad alto rischio e che operano in ogni ambiente e con ogni clima. Il numero altissimo di caduti (soprattutto nelle attività addestrative) è la dimostrazione della elevatissima preparazione di questi elementi.

    Il Vannacci “incursore”, prima da Capo Distaccamento e poi da Comandante di Compagnia, opera in numerosi missioni in ogni angolo del mondo: Somalia, Yemen, Costa d’Avorio, Serbia, Afghanistan affrontando pericoli e avventure di ogni genere.

    Il libro ripercorre quindi la sua carriera, dagli esordi come paracadutista fino all’incarico di Addetto Militare presso l’Ambasciata italiana a Mosca ricoperto dal febbraio del 2021 al maggio del 2022, incarico peraltro in questo periodo nell’occhio del ciclone in quanto, stando all’ispezione ministeriale effettuata per ordine dello Stato maggiore della Difesa e trasmessa alle Procure Militari e Ordinarie di Roma, in quel periodo il Generale avrebbe percepito illecitamente alcune indennità e rimborsi spese non dovuti.

    Al di là di ciò, “Il coraggio vince” oltre ad essere l’autobiografia di un “soldato speciale” è anche un libro di avventure che piacerà senz’altro agli amanti di cose militari e a chi ha apprezzato il primo libro.

    Francesco Gargaglia

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