Home ATTUALITÀ Cassia, una consolare o un autodromo?

Cassia, una consolare o un autodromo?

Galvanica Bruni

Un’auto si ferma alcuni metri prima delle strisce pedonali per lasciare passare una donna con un bambino in braccio; la donna osserva stupita e ringrazia e mentre si accinge ad attraversare ecco sopraggiungere uno scooter che a folle velocità scavalca l’auto e per un soffio, non investe la poveretta. La scena di un thriller? No è quello che accade ogni giorno sulla Via Cassia.

Se l’Italia si conferma, con i suoi 300mila incidenti e 5mila morti, il paese con il livello più basso in fatto di sicurezza stradale in Europa, a Roma va invece la maglia nera con 20mila incidenti di cui almeno 2mila, il 10%, sono investimenti di pedoni: una media in leggero ribasso ma che ogni anno lascia sul terreno una cinquantina di morti.

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Per fare una inchiesta in genere ci vuole tempo: bisogna documentarsi, fare foto, interrogare testimoni e rappresentanti delle Istituzioni. Questa volta è stato sufficiente invece fermarsi in un punto qualsiasi della Via Cassia per documentare, in appena mezz’ora, quello che di drammatico accade sulle strade di Roma.

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Il fatto che il Codice della Strada stabilisca che la velocità, nei centri abitanti, non debba oltrepassare i 50 km/h sembra non interessare nessuno, ma proprio nessuno.
Non avendo uno strumento in grado di misurare la velocità di un auto VignaClaraBlog.it è ricorso ad un metodo “casereccio” ma altrettanto valido: abbiamo rispolverato la formula in base alla quale lo spazio diviso il tempo fornisce la velocità.

E così trovati 2 platani distanti circa 20 metri abbiamo calcolato il tempo che uno scooter o una vettura impiega per oltrepassarli: il risultato è che la maggior parte dei mezzi viaggia a velocità che superano abbondantemente i 70 chilometri orari.

Senza eccezione alcuna perché lo fanno anche bus e taxi; abbiamo visto un BMW con lampeggiante azzurro passare con il rosso, sorpassare, nonostante la riga continua, tre o quattro macchine e poi rientrare tagliando la strada ad una vetturetta: roba da non credere.

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Abbiamo cercato una conferma in Via Due Ponti dove il limite di velocità, a causa dei lavori che si protraggono da anni, è di appena 30 km/h: invece dei platani abbiamo usato pali della luce: in questa strada, con curve che fanno pensare ad una pista di rally, le velocità raggiungono facilmente i 90-100 chilometri orari.

Sulla Via Cassia i punti più pericolosi sono gli attraversamenti pedonali e i semafori; nonostante una recentissima norma del CdS preveda l’obbligo di fermarsi anche solo se il pedone “manifesta l’intenzione di attraversare” (anche con le strisce sbiadite) le auto che rallentano e si fermano prima delle zebre sono pochissime.

I pedoni in genere aspettano sul marciapiede che le vetture finiscano di sfrecciare e poi timidamente iniziano l’attraversamento sbracciandosi poi in grandi ringraziamento quando “l’imbecille” di turno si ferma.

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Penosissima è la situazione degli anziani che privi della necessaria sveltezza e agilità sostano lunghi periodi in attesa che qualcuno si ricordi dell’obbligo di dare la precedenza.

Ai semafori la situazione è ancora più critica perché chi guida, ignorando l’esistenza di una linea di arresto, aumenta addirittura la velocità quando la luce passa al giallo.

Un’auto che viaggia a 70 km/h necessita di uno spazio di frenata di circa 50-60 metri: una distanza enorme e purtroppo fatale.
Se si decide di perdere qualche minuto nei pressi di un semaforo, quello che si può vedere lascia letteralmente senza fiato: auto che passano con il giallo e il rosso con noncuranza; persone che vengono mancate per un soffio e che atterrite si congelano sul posto; auto e autobus che svoltano repentinamente a destra o sinistra ignorando di dare ai pedoni la precedenza; vetturette che pretendono a tutti i costi di passare per prime superando indifferentemente a destra o sinistra; pedoni che alla luce giallo scattano come centometristi prima che qualche scooter, pensando di essere alla partenza del Gran Premio, li investa in pieno.

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E che dire poi di quella pessima e incivilissima abitudine di fermarsi sulle strisce pedonali invadendo lo spazio riservato ai pedoni che devono zig-zagare tra le ruote degli scooter; nessuno è esente da questo pessimo vizio neppure i mezzi dell’ATAC.

Non ci vogliono le statistiche per decretare che siamo un popolo di maleducati e incivili abituati a metodi da prepotente: salvo poi piangere e batterci il petto quando a causa della nostra inettitudine mandiamo qualcuno all’ospedale. Ma tant’è.

Francesco Gargaglia

© riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

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6 COMMENTI

  1. non si pò andare a 50km h bloccherebbe tutta Roma è un no sense piuttosto meglio fare dei ponti sopraelevate per i pedoni o sottopassi. come a corso francia tra via nitti e vigna stelluti son 20 anni che devono farlo.

  2. Se ogni volta che un pedone, te compreso RG, deve attraversare, gli dobbbiamo costruire un cavalcavia, stiamo freschi !
    Ma quando io mi fermo alle strisce davanti a un anziano, vivo nel terrore di chi arriverà a 100, e o tamponerà me o falcerà l’anziano.

  3. @Francesco Gargaglia.
    Mi è piaciuto il suo articolo. Ci vuole coraggio a scrivere dell’ordinaria follia.
    Noti l’ironia: in oltre una settimana solo 3 commenti incluso questo; per un argomento che appartiene alla qualità della vita di tutti noi. Mi domando come si possa essere indifferenti perfino verso se stessi.
    Anestesia?
    Un sospetto però l’avrei: in questo tema non si può sfuggire dal vedersi nel ruolo del cattivo. Quasi impossibile passare la palla della colpa agli “altri”.
    Purtroppo la buona educazione negli adulti è come la vernice. Se non c’è sotto un “fondo” di autocritica, in pochi istanti si scrosta.

  4. @rg poco informato, il progetto del cavalcavia è irrealizzabile, e non serviva a rendere facile la vita alle persone a piedi, ma a costruire degli enormi silos per le macchine, e piazzare un pezzo di tangenziale all’altezza dei terzi piani dei palazzi!

  5. non è facile per un anziano con ridotte capacità ambulatorie, salire e scendere da un cavalcavia, solo per attraversare una strada, meglio usare rispetto per tutte le età, si risparmiano soldi e ci si fa meno male

  6. Non è un paese per gene perbene.
    Per la miseria, avete mai visto fare una multa per guida pericolosa e non rispetto delle strisce pedonali? Io no!
    Ogni tanto facio la prova ad attraversare sulle strisce e, nonostante il mio metro e ottantacinque di altezza, moltissimi automobilisti sembrano proprio non vedermi e mi fanno “il pelo”. Gli stessi, poi, restano fermi davanti ad un semaforo pedonale nel deserto dei tartari quando è evidentissimo che l’unico pedone nei paraggi è già passato e nessuno sta passando o passerà!
    Perchè mai non si rispettano le persone e la loro sicurezza, mentre si ha paura di violare una inutile luce rossa di un semaforo pedonale quando l’unico pedone è già passato!

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