Home ATTUALITÀ Slot Mania: doppio caso a Corso Francia

Slot Mania: doppio caso a Corso Francia

Galvanica Bruni

La diagnosi sembra chiara: è sparito il virus della “febbre da cavallo”, e al suo posto si fa largo un’altra influenza virale, quella delle “slot room”. Sono sempre più numerose infatti le attività che hanno come unica attrattiva le slot machines: quelle che un tempo erano relegate nell’angolo buio del bar o della tavola calda – e alle quali culturalmente si era soliti pensare in maniera per lo più negativa – sono ora poste sotto le luci dei riflettori, messe al centro dell’attenzione cittadina con grossa visibilità per gli automobilisti ed i pedoni, anche tra i più distratti.

Roma Nord si prepara a raggiungere un altro primato tutt’altro che onorevole, sia grazie all’elevata concentrazione di queste attività all’interno del territorio del XX Municipio, sia – da pochi giorni – grazie al record di Corso Francia: due grosse sale a pochi metri di distanza.

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Proprio ai due estremi della trafficata arteria sono state infatti da poco inaugurate due vistose sale. VignaClaraBlog.it, nell’interrogarsi su quale possa essere l’impatto di queste attività sul territorio – come già accaduto in merito ai compro oro (leggi qui) – ha cercato di chiarire cosa offrono questi luoghi alla comunità, e quali possono essere i rischi legati al così fervente mercato delle slot machines.

Le slot room

La nuova frontiera del gioco sono appunto le slot room: veri e propri casinò in miniatura nei quali i clienti, oltre alle decine di slot machines di nuova generazione (le videolotteries, come spiegato in seguito) possono usufruire di salotti confortevoli, climatizzati e con la TV via cavo, oltre che ai bar allestiti con tutto il necessario per un drink o uno spuntino tra una giocata e l’altra.

Pensate appunto per soddisfare anche le voglie dei più esigenti – magari stufi della solita “macchinetta” situata nel solito angolo del solito bar a cui solitamente erano destinate le proprie monete da un euro – ai quali non resta altro che convertire il proprio denaro in ticket immediatamente spendibili in sala, tra le varie macchine a disposizione.

Ce ne sono tante, non c’è mai il rischio di trovarsi di fronte al tutto esaurito. C’è sempre posto e solitamente restano aperte fino a tardi.

Videolotteries (VLT)

Sono appunto le apparecchiature VLT la novità più consistente nel mondo delle slot machines: non molto differenti dal punto di vista estetico, le VLT hanno come principale attrattiva quella di avere un jackpot nazionale, un montepremi che non è determinato dalla sola macchina nella quale si inserisce il denaro, ma da tutte le macchine attive sul territorio nazionale.
Più o meno come se, facendo la solita tombolata coi parenti si potesse vincere il bottino di tutte le tombole italiane.

Paragone azzardato, ma l’idea del jackpot nazionale è sicuramente una prospettiva più succulenta per chi, fino a questa innovazione, poteva come massimo bottino, portarsi a casa il contenuto in monete presente all’interno della slot machines.

Grazie a questa miglioria nel sistema – che di fatto avvicina il gioco italiano a quello dei casinò a stelle e strisce – il giro d’affari sta vivendo un momento positivo, come testimoniano i numeri, che è destinato a salire viste le piattaforme che alimenteranno il mercato nei prossimi mesi.

Grandi numeri

Dai dati ufficiali forniti dal Monopolio di Stato, sono oltre 21.300 le apparecchiature VLT attive sul territorio nazionale, che assieme a quelle di vecchia concezione, costituiscono l’imponente cifra di 380 mila  macchine autorizzate  dall’AAMS in tutta Italia.
Un mercato in forte incremento quello delle VLT, che registra circa duemila terminali attivati in poco meno di quindici giorni.

Numeri senz’altro di rilievo quelli che testimoniano come l’incidenza di questo comparto di gioco sia di gran lunga il più consisente, con il 57,70% sul totale del mercato: il superenalotto, giusto per dare qualche riferimento, è al 4,08% mentre i giochi a base ippica chiudono la classifica col 2,18%.
Sono percentuali sicuramente cambiate rispetto agli anni della “Febbre da Cavallo” di Proietti e Montesano: divertente pensare a “Mandrake” e il suo socio in affari, “Pomata”, seduti all’interno di una slot room anziché all’ippodromo di Capannelle.

Restando nello specifico delle Slot Room, dai dati a nostra disposizione, Roma ospita all’incirca 50 attività di una certa grandezza. Quante a Roma Nord? Una percentuale significativa, il 10%. Due sono a Corso Francia e tre distribuite lungo la Cassia, contando solo quelle definibili grandi.

 

L’impatto sul territorio

La domanda, ci insegnò Antonio Lubrano, nasce spontanea. Quale può essere l’impatto di queste attività sul territorio?
Il fatto che siano adesso poste in bella mostra su uno snodo del traffico quotidiano – come nel caso di Corso Francia appunto – potrebbe indurre un numero maggiore di persone al gioco? L’inversione di tendenza è davvero un servizio utile alla cittadinanza, o piuttosto può rappresentare una trappola?

Azzate, comune del varesino che da poco si è scoperto “capitale del gioco d’azzardo”, ha ospitato giovedì scorso un convegno denominato “Gioco d’azzardo lecito – Risorsa o problema per il territorio?”. Il Vero ”azzardo lecito” sarebbe quello di prevedere per tempo quali possano essere le conseguenze negative di tanto proliferare.

Nel frattempo, noi di VignaClaraBlog.it ci permettiamo di consigliare prudenza. Perché – di fatto –  è quasi sempre il banco a vincere, com’è noto da quando l’uomo ha inventato le scommesse.

Matteo Strada

© riproduzione riservata – proprietà EdiWebRoma

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8 COMMENTI

  1. si avevo notato anche io questo proliferare di quelle che un tempo erano “sale gioco” o bische di quartiere. Direi che queste di ora saranno un po’ più patinate (oddio l’Admiral è proprio brutto) ma la sostanza non cambia, magari col tempo cercheranno di farli apparire un po’ meno “luoghi di perdizione” ma è giusto fare attenzione….. certo che la dice lunga sul clima che respiriamo : un paese che vede incrementare il fatturato dei giochi ……anzi li incentiva!!!

  2. Purtroppo l’incentivazione del gioco d’azzardo legalizzato non è cosa degli ultimi giorni, ma è iniziata a metà degli anni 90; quello che vediamo oggi è la sua esplosione con tutte le devastanti conseguenze sui piani etico e sociale.
    Mala tempora currunt!!!

  3. Essì , perche la proliferazione dei “compro oro” , pagamento contanti , senza documenti , senza controlli ?
    Sempre più spesso allestiti “vicino” alle sale slot ?

  4. Consigliate prudenza, ma il testo di questo articolo, soprattutto nella parte intitolata “Le slot room”, è tutta una pubblicità mascherata!
    “..Salotti confortevoli, climatizzati e con la TV via cavo, oltre che ai bar allestiti con tutto il necessario per un drink o uno spuntino tra una giocata e l’altra. ecc.ecc.”
    E dove analizzate poi i rischi provocati dall’apertura di queste sale, così come enunciato all’inizio dell’articolo? Non ho trovato proprio niente!
    Insomma, l’impressione è che fate finta di parlarne in modo critico, ma non si sa dov’è la critica!! Un pò meno di ipocrisia non guasterebbe!!!!!!!

  5. Gentile Lucia,
    ci permetta di respingere con la massima fermezza l’ipotesi che questo articolo risponda a logiche di pubblicità occulta.

    Non è nostro costume, non è nella nostra professionalità, non è nell’animo di VCB, che si dichiara essere al servizio del territorio dimostrandolo ogni giorno coi fatti, pubblicare articoli con lo scopo mascherato di promuovere chicchessia, tantomeno fenomi sociali che non condividiamo.

    Quando pubblichiamo “publiredazionali” che rientrano nell’ambito di un programma promozionale di un nostro inserzionista, al termine dell’articolo è chiaramente scritto che trattasi di “consigli” commerciali, proprio in virtù dello spirito di trasparenza con il quale vogliamo rapportarci ai nostri lettori.

    L’articolo in questione voleva essere una cronaca di un fenomeno sociale che sta prendendo pesantemente piede nel nostro territorio: se per lei pecca di acriticità ce ne dogliamo ed accettiamo lo stimolo, ma quanto ad ipocrisia ed a pubblicità mascherata, no, lungi da noi semplicemente l’ipotesi.

    Grazie. Cordialmente,
    La Redazione

  6. A proposito dell'”Admiral” mi chiedo come sia possibile che il Comune abbia approvato l’allestimento esterno: pareti intere color blu elettrico e insegne di dimensioni spropositate anche rispetto al contesto commerciale della zona, che peraltro è anche residenziale.
    Si tratta dell’ingresso a Roma dalla Flaminia e dalla Cassia e non mi pare che l’impatto visivo sia in sintonia con lo spirito della città eterna!
    Forse per le sale da gioco vigono regole di decoro urbano diverse da quelle delle altre attività commerciali?

  7. il proliferare di “casinò” travestiti, con il benestare dell’Amministrazione , a mio parere, è espressione di due aspetti che investono tutta la nostra attuale vita quotidiana.
    Il ” popolo” deve essere inebetito, ottuso, ignorante, senza pensieri…ben vengano giochi e video giochi, televisione cretina, tagli alla scuola ed alla coltura……tutti appiattiti ma silenziosi.
    Il secondo è che meno ci sono soldi, meno c’è lavoro, meno prospettive e più ci si illude nei guadagni del gioco.
    Una sola considerazione …provo una rabbia immensa quando passo a Corso Francia e spero che falliscano quanto prima , così come quelli di Via Grottarossa

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