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Via Flaminia: Monte delle Grotte, tutti lo vedono pochi lo conoscono

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Monte delle Grotte è il sito archeologico che sovrasta l’incrocio di via Flaminia con Viale di Tor di Quinto. Uno sperone di tufo con grotte e pini sulla sommità ben conosciuto dagli automobilisti che percorrono quotidianamente quel tratto di strada. Ma anche dall’altro capo di Roma, nelle giornate di tramontana, è possibile vedere la cima sforacchiata del piccolo rilievo con i tredici caratteristici alberi.

Seppure inserito in un ampia area che comprende zone di grande interesse storico (dalla Tomba dei Nasoni all’area archeologica di Grottarossa; dalla Villa di Livia a Saxa Rubra e Malborghetto), scarse sono le informazioni sul luogo.

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Il nome è legato alla presenza di antiche tombe rupestri forse di origine etrusca ma utilizzate poi nel tempo come ricoveri o abitazioni; nel 1926 sulla sommità della collina vennero rinvenuti i resti di una grande villa romana con strutture in tufo e bellissimi pavimenti con inserti di mosaico.
Purtroppo a causa delle intense attività estrattive gran parte di quei resti sono andati perduti e l’intero sito oggi sembra caduto nel dimenticatoio.

Raggiungere la sommità dello sperone in tufo non è stato affatto semplice perché i terreni sono per lo più recintati e confinanti con un grande impianto per la macinazione del grano e con l’area dove si sta procedendo alla realizzazione di alcune opere urbanistiche.

Abbiamo allora provato dal “Flaminio Village” dove una gentilissima signora delle reception ci ha consentito l’ingresso: dopo aver percorso la strada asfaltata che porta al ristorante “Ottavo Colle” abbiamo imboccato un piccolo sentiero tra i rovi fino a raggiungere la zona alle spalle della Romana Macinazioni.

Da questo punto, attraverso una lieve scarpata oramai ricoperta da alti cespugli e da innumerevoli buche, opera degli istrici, siamo arrivati proprio sulla sommità: il percorso, che confina con il Parco di Veio, non è agevole e neppure troppo sicuro perché in tutta l’area sono presenti numerose cavità naturali e artificiali nascoste dalla vegetazione.

monte delle grotte 1Il panorama che si presenta dall’alto di Monte delle Grotte è davvero inusuale: in lontananza il fiume Tevere con le sue anse mentre al di sotto, tra la trafficata Flaminia nuova e la Vecchia, le strutture in cemento di alcuni centri commerciali e uffici, compresi quelli del XX Municipio.

A questo punto però VignaClaraBlog.it ha chiesto aiuto all’architetto Rodolfo Bosi, profondo conoscitore del territorio e infaticabile ambientalista, che ci ha fornito un scheda allegata alla sua tesi di laurea che riguarda proprio questo sito archeologico.

“Dalla valle della Crescenza sino a Prima Porta la riva destra del Tevere é dominata dalle rupi di Saxa Rubra: il primo tratto sino alla Valle del Vescovo é detto Monte delle Grotte per la presenza, sul margine sud-orientale, di una serie di cavità artificiali. Vi si distinguono due nuclei principali, documentati graficamente nel 1964 da C. F. Giuliani.

Nel primo di essi si possono riconoscere 5 vani parzialmente interrati, di cui non é visibile il limite nord-occidentale; nella parete di SO é ricavata una nicchia semicircolare. Lo stretto vano b, dalle pareti divergenti, é tagliato sul margine esterno, così come quello contiguo più ampio ad esso ortogonale.

Un passaggio mette in comunicazione i vani descritti con quelli ad est, di cui il primo é l’unico del complesso con pareti perfettamente tagliate e a pianta rettangolare (m. 2,60 x 3,35): nella parete di fondo é ricavata una sorta di nicchia con piano di base leggermente rialzato e copertura curvilinea a quarto di cerchio.

Sulla parete di NE in asse con il passaggio é una nicchia semicircolare (largh. m. 0,95; prof. m. 0,75); estremamente irregolare il vano e, anch’esso distrutto sul lato orientale, con un’ampia nicchia a nord (largh. m. 2; prof. m. 1,10) e parete curvilinea a sud per una larghezza di m. 3,45. L’altezza media dei vani é di m. 2.

A SO un’altra grande cavità parzialmente interrata, tagliata sul lato  sud-orientale, di pianta trapezoidale con leggera svasatura verso est (forse indizio di un latro vano adiacente), comunicava forse in origine con le  altre: é coperta da volta a botte ribassata e sulla parete di NO vi si apre una sorta di finestra strombata, posta a circa un metro da terra.

L’impianto originario deve essere stato in gran parte alterato dalle continue modifiche subite a causa del loro uso come abitazioni. La documentazione più consistente dell’insediamento arcaico sul Monte delle Grotte fu raccolta nel corso dello scavo della grande villa repubblicana posta presso il ciglio orientale: si scoprirono alcuni muri in opera quadrata, in parte ortogonali tra loro ed orientati diversamente dalle strutture della villa, frammenti di bucchero e parte di una sima in terracotta dipinta.”

Fin qui le dotte descrizioni desunte dal “Censimento dei beni di interesse archeologico di epoca preistorica villanoviana, etrusca e romana” ; ma per godere della vista di questo luogo in fin dei conti non c’è bisogno di scalare pericolosamente il rosso tufo. E’ sufficiente farlo comodamente attraverso le ampie vetrate del sottostante bar del centro commerciale.

Francesco Gargaglia

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10 COMMENTI

  1. Nel 1998, quando ero membro del Consiglio Direttivo dell’Ente Parco di Veio, ho proposto l’illuminazione notturna ad opera dell’ACEA dal basso verso l’alto sia delle grotte che del ciuffo di pini che sovrasta il monte e che é visibile tanto dalla via Olimpica quanto dal treno Freccia Rossa: in tal modo si sarebbe reso visibile uno dei princicpali accessi da Roma al Parco di Veio.
    Benché avessi ottenuto personalmente sia il nulla osta dell’allora funzionario della Soprintendenza Archeologica (il compianto dott. Gaetano Messineo) che il permesso della S.r.l. “Consalvo 83” proprietaria dei terreni, l’allora Presidente dell’Ente Parco di Veio (Dionisio Moretti) non ha preso nessun contatto con il direttore dell’ACEA.
    Con nota prot. n. 39 del 12 ottobre 2010 ho reiterato la proposta a nome della associazione VAS all’attuale Commissario Straordinario, Massimo Pezzella, e per conoscenza al Presidente della Giunta Regionale (On. Renata Polverini), all’Assessore all’Ambiente della Regione Lazio (On. Marco Mattei) ed al Presidente del XX° Municipio (Gianni Giacomini). A tutt’oggi non ho avuto alcun riscontro formale, nemmeno di tipo dilatorio.

  2. Salve,
    sono una dottoranda in archeolgia post classica dell’Università di Roma La Sapienza e sto svolgendo un progetto di ricerca sulle Dinamiche insediative dal tardoantico all’altomedioevo nel comprensorio tra la via Flaminia e via Trionfale. Il mio lavoro prevede anche una ricognizione nell’area per attestare quanto sia ancora visibile e uno dei siti che vorrei vedere è proprio Monte delle Grotte. Volevo sapere a chi mi devo rivolgere, sempre alla signora così gentile o c’è un proprietario con cui poter parlare.
    Non so se mi potete rispondermi, ma sarei intenzionata a visitare anche villa Lazzaroni a Tor di Quinto e non so a chi devo rivolgermi. Grazie per l’ascolto
    Cinzia Palombi

  3. Gent.le Sig. Cinzia, dalle informazioni in mio possesso il Monte delle Grotte non rientra nella proprietà del campeggio bensì in quella del circolo del Golf di Via 2 Ponti; per quanto riguarda Villa Lazzaroni (e per ogni altra indicazione) le consiglio di contattare l’Arch. Rodolfo Bosi (vas.roma@alice.it), una vera e propria “miniera” di informzioni! Cordiali saluti, F.G.

  4. … non so come ringraziarvi: avevo nella mente il ricordo delle lontane domeniche in cui papà ci portava ai 2 ponti col tram e mentre lui e mamma si godevano la brezza sotto i pini, io e mio fratello (4 e 9 anni) scorrazzavamo dentro e fuori quelle grotte che ci parevano a dir poco incantate con tutti quei passaggi incomprensibili e il vento che rendeva il posto fresco anche nella calura… Ci conciavamo da far paura, ma quanto ci divertivamo! Da tanto abito ormai dall’altra parte di Roma e mi restava la curiosità di sapere dove localizzare quel bel ricordo… GRAZIE!!!

  5. Spiace ricordare come se dovesse passare l’ormai tristemente famoso accordo di programma tra Bonifaci e il Comune di Roma, che prevede la costruzione di un edificio di addirittura 5 piani -in deroga alle prescrizioni e previsioni del PRG- sopra la fermata Due Ponti, il Monte delle grotte non sarà più visibile dal Tevere, dalla posta ciclabile e dal sito archeologico dell’antico tracciato della consolare Flaminia, ma soprattutto non sara più visibile dal mausoleo di Marco Nonio Macrino.

    Una discontinuità paesaggistica che lacererebbe in modo irreparabile il profilo del territorio in quest’area ad altissimo potenziale di attrattività

    Ing. Matteo Africano
    ing.m.africano@gmail.com

  6. Leggendo questo articolo e relativi commenti mi restano sinteticamente i seguenti concetti: moria del paesaggio storico e culturale, abuso edilizio oramai regolamentato a mazzette e dintorni, impotenza nel fare bene come il discorso delle illuminazioni proposta dal Sig. Bosi.
    PRATICAMENTE UNA METAFORA di questo andamento generale a cui assistiamo quotidianamente impotenti!!!

  7. @Cinzia Palombi – Il Circolo Golf 2 Ponti, di cui parla l’amico Gargaglia, si chiama “Parco di Roma Golf & Country Club” con accesso dal n. 110 di vie dei Due Ponti e telefono 06 33653396.
    La Torre Lazzaroni con l’annessa villa in viale di Tor di Quinto è invece di proprietà dell’ENEL che vi ha ricavato il museo dell’energia.

  8. in questo luogo trascorsi quasi tutti i pomeriggi nel lontano 1974. Arrivavamo fin la con i motorini… Era un luogo fantastico, magari potessero tornare quei tempi…

  9. Anni fa, durante una visita dal mitico barbiere Adolfo di Via Due Ponti, raccolsi la testimonianza di un anziano secondo cui, il 5 Giugno ’44 – le truppe dell’Asse in ritirata – vi piazzarono una postazione per coprire le retroguardie che lasciavano l’Urbe. Forse con un metal detector si potrebbe confermare la testimonianza poco circostanziata.

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