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Roma – 11 Municipi su 19 non vogliono il PRIP

Duca Gioielli

Ad undici Municipi, sui diciannove della Capitale, non piace il PRIP, il Piano Regolatore per gli Impianti Pubblicitari recentemente emesso dalla Giunta Capitolina e prossimo all’approvazione del Consiglio comunale (leggi qui).  Ed è per questo che per giovedì 7 aprile, alle ore 13.00, i presidenti degli 11 Municipi romani a maggioranza di centrosinistra hanno indetto una Conferenza Stampa presso gli uffici del Presidente del VII Municipio, Antonella De Giusti, (Circonvallazione Trionfale 19) sul tema della cartellonistica pubblicitaria.

Gli 11 Presidenti chiedono il ritiro della deliberazione (di cui si può prendere visione sul sito  www.aequaroma.it) perché, a loro dire, la sua approvazione comprometterebbe ulteriormente la qualità urbana della Capitale accrescendone gli aspetti di degrado. Chiedono altresì l’avvio di una procedura aperta di consultazione dei cittadini, come prevede il regolamento per la partecipazione di Roma Capitale.

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Gli 11 Presidenti in questione sono Orlando Corsetti (Mun. I), Dario Marcucci (Mun. III), Ivano Caradonna (Mun. V), Giammarco Palmieri (Mun. VI), Roberto Mastrantonio (Mun. VII), Susi Fantino (Mun. IX), Sandro Medici (Mun. X), Andrea Catarci (Mun. XI), Giovanni Paris (Mun. XV), Fabio Bellini (Mun. XVI) ed Antonella De Giusti (Mun. XVII)

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3 COMMENTI

  1. Lo scorso 15 marzo su questo blog è stato pubblicato un articolo che riferiva quanto da me accertato la mattina prima, vale a dire che il Campidoglio non vuole la partecipazione dei cittadini al PRIP, che io avevo invece chiesto ed ottenuto dal XX Municipio, ricevendo l’accusa infondata di un certo sig. Roberto che aveva scambiato per “partecipazione dei cittadini” una riunione della Commissione Commercio con il sottoscritto: proprio stamattina 5 aprile si è tenuto l’incontro pubblico annunciato per tempo con un avviso pubblicato sul sito web del Municipio dall’Assessore Umberto Sacerdote per garantire una partecipazione al PRIP, che non ha visto però la presenza del sig. Roberto.
    Sempre il 15 marzo scorso con un messaggio di posta elettronica ho invitato i Presidenti e gli Assessori al Commercio di tutti gli altri 18 Municipi al dovuto rispetto del “Regolamento della partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana” approvato dal Consiglio Comunale con delibera n. 57/2006, al fine di recepire le osservazioni, le proposte e le istanze pervenute proprio nel “parere” da esprimere entro il prossimo 15 aprile.
    L’invito è stato raccolto soltanto dal XVIII Municipio, anch’esso a governo di centro-destra, che ha indetto un incontro pubblico identico a quello di stamattina per giovedì 7 aprile.
    Appare pertanto quanto meno curioso che ora ben 11 Municipi per lo più di centro-sinistra chiedano addirittura il ritiro del PRIP portando a motivazione l’avvio di quella procedura aperta di consultazione dei cittadini che loro stessi non hanno voluto attivare quando avevano ancora tutto il tempo per farlo.
    Considero meno curioso, ed anzi addirittura grave, che gli 11 Presidenti arrivino a ritenere che l’approvazione del PRIP “comprometterebbe ulteriormente la qualità urbana della Capitale accrescendone gli aspetti di degrado”: secondo un comunicato stampa emanato oggi dal Presidente dell’XI Municipio Andrea Catarci “l’impostazione scelta dalla Giunta capitolina praticamente impedisce qualsiasi tipo di emendamento al testo, rendendo vano ogni sforzo degli Enti di prossimità di miglioramento del documento”.
    Le osservazioni che a nome dell’associazione VAS ho già trasmesso a tutti i Municipi rilevano una marea di criticità del PRIP, che vanno dal teorizzare a monte il dovuto rispetto dei vincoli con divieto assoluto di istallazione di cartelli pubblicitari che in sede di applicazione pratica a valle vengono invece autorizzati nelle tavole di zonizzazione, fino alla inutilità stessa del Piano perché non diventa immediatamente vigente e rimanda la sua attuazione ai Piani di Localizzazione, che potrebbero non essere mai approvati o quanto meno rimandati sine die, senza per di più entrare minimamente nel merito della gestione degli impianti che ha determinato il caos attuale.
    Ma dopo la critica le osservazioni di VAS propongono una serie di correttivi e di integrazioni specialmente alle Norme da far scattare subito, che – se venissero approvate dal Consiglio Comunale, così come sono state sostanzialmente condivise da diversi consiglieri nell’incontro pubblico di stamattina – rimetterebbero in ordine per sempre l’intero settore dell’impiantistica pubblicitaria a Roma.
    In termini di “metodo” da un punto di vista sia “amministrativo” che “politico” non ritengo corretto che un Municipio esprima parere negativo o addirittura bocci a priori il PRIP senza proporne modifiche ed integrazioni costruttive che lo facciano diventare un piano quanto meno accettabile, perché da un lato non assolve al suo compito istituzionale di contribuire alla migliore definizione del piano e dall’altro lato consente di fatto che il PRIP venga approvato così com’è, senza colpo ferire.
    In termini di “merito” il giudizio è ancor più negativo, perché sul presupposto che il “parere” del Municipio è obbligatorio, ma pur sempre consultivo e quindi non vincolante, si rinuncia di fatto ad esprimere un “parere” che sulla forza della logica oggettiva di ciò che propone va comunque preso nella dovuta considerazione in sede di controdeduzioni: é la regola basilare del confrronto democratico a cui non bisogna mai rinunciare.
    La motivazione portata dagli 11 Presidenti appare del tutto contraddittoria per il semplice fatto che se il PRIP venisse approvato così come è stato “sfornato” dalla Giunta non avrebbe nessuna valenza giuridica immediata e quindi non può compromettere ulteriormente nella manaiera più assoluta “la qualità urbana della Capitale accrescendone gli aspetti di degrado”.
    Se il PRIP così com’è é stato già accusato di essere assimilabile piuttosto ad uno spot elettorale, il rifiuto di farlo diventare un piano vero sembra tradire a sua volta una altrettanto evidente propaganda preelettorale: chi ne viene a fare le spese è sempre e soltanto la città di Roma ed i cittadini che ne debbono continuare a subire il degrado del suo decoro.

  2. Signor Bosi non capisco perchè mi deve chiamare in causa anche con un certo livore. Partendo dal prsupposto che io non le ho fatto alcuna “accusa” (si rilegga i miei commenti) “un certo signor Roberto” le dice che non deve mica giustificarsi con lei per le sue assenze . Che c’entra la mia presenza o assenza con i fatti che ha da raccontare ???
    Roberto

  3. Ho scritto un “certo signor Roberto”, senza alcun intento offensivo, dal momento che, a differenza mia che mi firmo sempre per nome e cognome, Lei preferisce mantenere l’anonimato e questo per me era l’unico modo che avevo per far capire che mi riferivo a Lei.
    Nel suo commento di allora, anche se su un falso presupposto, Lei mi ha di fatto accusato (giustamente se fosse stato vero) di non avere la delega a rappresentare tutti i cittadini ed ha dichiarato di voler partecipare anche Lei al PRIP, cosa che invece non ha fatto quando ne aveva effettivamente la possibilità ed il pieno diritto, impedito magari da propri impegni inderogabili: la mia é stata una semplice presa d’atto, che non ha niente a che fare con il rstso del mio commento riguardante l’iniiziativa degli 11 Presidenti di Municipi di centro-sinistra.
    Tutto qui.

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