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La coppa Italia “offre” il derby

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Riecco il derby, stavolta di coppa Italia, ma poco importa se sia d’una competizione “bistrattata” come la coppa nazionale o il campionato, la stracittadina resta sempre “la partita”.

Perché Roma e Lazio – anche se nessuno lo ammette – giocano un campionato a parte, quello degli sfottò, delle ripicche, delle punzecchiate reciproche. Basta ascoltare le radio per rendersi conto che la testa di speaker e tifosi è rivolta alla gara di mercoledì sin da quando le due squadre hanno passato il precedente turno, ultima la Roma che ha sconfitto la Cremonese (2-1); mentre i laziali avevano ottenuto il passaggio ai quarti sconfiggendo il Genoa (1-0).

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I biancocelesti arrivano alla sfida dopo aver vinto a Udine (1-2), i giallorossi sono “reduci” dal pareggio interno di domenica sera con l’Atalanta (1-1). Ma tutto lascia il tempo che trova, la stracittadina non “fa caso” al momento attuale delle due squadre. Scavalca ogni tipo di regola.

Ovvio, nella mente del tifoso resta impressa la finale che diede ai laziali la coppa, era il 26 maggio 2013. Da allora c’è nell’immaginario collettivo dei cuori giallorossi il senso di rivalsa, in quello dei biancocelesti quello di superiorità. E poco importa che stavolta non ci sia la coppa in palio e solamente un passaggio di turno. Chi vince è il più forte e può irridere l’antagonista, come sempre accade.

Schietto l’allenatore dei laziali, Maurizio Sarri, pronto a sottolineare come a loro interessi solo il successo nella partita di mercoledì (si gioca alle 18) e non la conquista finale del trofeo.

Ragiona in maniera simile l’omologo Mourinho, che non può continuare a perdere stracittadine come accaduto fino a oggi (tre insuccessi su 4 sfide). Ma le squadre arrivano alla partita con qualche acciaccato di troppo, e inevitabilmente si punterà su qualche elemento meno impegnato fino a oggi, con l’augurio e la speranza che sia in grado di regalare sorrisi inaspettati al proprio staff.

Leonardo Morelli

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