Home ATTUALITÀ Foro Italico, chiuso l’Ostello della Gioventù: che ne sarà dell’ex Foresteria?

Foro Italico, chiuso l’Ostello della Gioventù: che ne sarà dell’ex Foresteria?

Galvanica Bruni

In viale delle Olimpiadi 61, al Foro Italico, è stato chiuso l’unico Ostello della Gioventù di Roma. Le cause sono da ricercare, pare, nelle gravi condizioni finanziarie dell’Associazione Italiana Ostelli della Gioventù che non riusciva più a sostenerne i costi. Già da tempo la notizia era nell’aria. “Sembrava uno dei soliti annunci che negli ultimi anni abbiamo letto o sentito sulla sua probabile chiusura, ma invece, questa volta, purtroppo è tutto vero e sembra passare attraverso un assordante silenzio dei media” dichiara Domenico Iannello, Segretario Generale del CTS, associazione impegnata dal 1974 nello sviluppo della mobilità giovanile e studentesca attraverso l’esperienza del viaggio.

Una chiusura annunciata

Già da tempo le condizioni in cui era tenuto l’Ostello, da oltre quarant’anni ubicato presso l’ex Foresteria Sud del Parco del Foro Italico, non erano certo le migliori. Nonostante una media di 90mila presenze l’anno (dati 2008), di cui l’85% composto di stranieri (50% provenienti da Paesi europei e il restante 35% da oltreoceano: Australia, Giappone, America, Canada in particolare), i commenti lasciati sui siti internet specializzati in viaggi non sono affatto lusinghieri.

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Su TripAdvisor.it, uno dei più cliccati, un ragazzo di Milano scrive “E dire che io ne ho girati di ostelli, in Italia ed in Europa, ma questo qui è proprio triste, frequentato da gente poco amichevole, e anche abbastanza sporco. Le camerate ospitano ben 12 letti, tipo stanzoni militari. Il prezzo è basso ma la qualità è pessima”
Da Rovigo stessa musica: “posto tremendo…pensavo di essere arrivato al carcere Regina Coeli, corridoi lunghi e grigi con camerate senza neanche un mobile ma con un cubo di latta dove mettere la roba. I bagni comuni sono poco puliti”.

Per non parlare poi dei commenti dei turisti stranieri, abituati e ben altro tipo di ospitalità giovanile, soprattutto in Europa dove “in media sono presenti 55 strutture per i giovani in ogni Capitale, dalle 83 di Berlino alle 15 di Madrid, passando per le 73 di Londra, le 45 di Amsterdam e le 30 di Stoccolma” sottolinea Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc, associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori, nel segnalare che, sempre all’estero, “gli ostelli rappresentano una soluzione ottimale per i giovani under 30, visti i costi contenuti (il prezzo minimo per una notte si aggira intorno ai 10 euro, fino ai 50-60 euro il massimo), la facilità di aggregazione sociale ed i servizi offerti”.

E mentre si assiste pressocché ovunque all’avanzata prepotente del turismo low cost e tutte le realtà si attrezzano di conseguenza per rispondere ad un’esigenza sociale, culturale ed economica, Roma invece, a dispetto delle altre città europee, ora non avrà  più il suo Ostello della Gioventù, nonostante che  da una ricerca condotta dal CTS emerga che il 46% dei giovani compresi tra i 18 e i 26 anni sceglie una struttura extralberghiera per l’alloggio.
“E’ la prova del fatto che a Roma non solo occorre mantenere aperto l’Ostello del Foro Italico ma bisogna anche individuare altre nuove strutture low cost dedicate ai giovani. Chiediamo dunque l’intervento delle istituzioni, primo fra tutti il Comune di Roma affinché affronti la questione risolvendola una volta per tutte – ribadisce Domenico Iannello.

Roma meno competitiva

Ma il CTS non è il solo a denunciare la grave decisione presa. Anche l’ADOC è scesa in campo ed il suo presidente, Carlo Pileri, denuncia come con la chiusura dell’unico ostello della gioventù Roma diventi sempre meno competitiva sul mercato del turismo low cost, giovanile e non.

“Dopo la tassa di soggiorno e quella sui musei – dichiara Pileri – la Capitale si sta trasformando in una città chiusa e inavvicinabile, dove un weekend costa il 9% in più del 2010, un aumento di 34 euro rispetto a quanto si pagava fino a dicembre. Tra maggiori costi per i musei e per i bed&breakfast, che rappresentano l’unica soluzione economica per almeno 3 milioni di turisti in visita a Roma, soprattutto per i giovani tra i 20 e i 30 anni e per le famiglie che non possono permettersi altre e più dispendiose strutture, Roma diventerà sempre meno attrattiva. I turisti e i pellegrini, a queste condizioni, scapperanno da una Roma sempre più chiusa in sé stessa, una metropoli in rovina.”

Quale futuro per l’ex Foresteria?

Ma che ne sarà ora dell’ex Foresteria Sud del Foro Italico, opera egregia di Enrico Del Debbio? Due anni fa girò prepotente la voce che con la chiusura dell’Ostello, già allora paventata, sarebbe stata trasformata in un supermercato: panini, bevande e caffè  ad uso delle migliaia di frequentatori dello Stadio Olimpico.Sarebbe un triste epilogo.

Posizionata davanti al Ponte della Musica di prossima inaugurazione, icona di quello che sarà il quadrante dell’arte e della cultura della Capitale, auspichiamo invece che all’ex Foresteria venga riservato un futuro migliore, prima ancora che il lento degrado che sta erodendo tutto il Foro Italico, come recentemente documentato da VignaClaraBlog.it (leggi qui), la riduca in uno stabile fatiscente.

Edoardo Cafasso

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5 COMMENTI

  1. Da almeno 10-15 anni si vociferava che l’Ostello della Gioventù al Foro Italico sarebbe stato chiuso. Una delle motivazioni pareva fosse questa: troppo decentrato e quindi scomodo e anche in zona poco illuminata, quindi non tanto sicura.
    Perchè non investire del problema il ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla? Tema proposto:”Il turismo giovanile, low cost, in Italia”. Sarebbe un gran bel convegno, ma con proposte concrete conclusive. Le chiacchiere NON servono e nemmeno i soliti grandi soloni!

  2. Siamo alle solite. Molte chiacchere e pochi fatti !
    Si parla tanto di favorire il turismo giovanile, è stato ripristinato un Ministero del Turismo anche dopo essere stato bocciato con referendum, si dice in tutte le occasioni che bisogna favorire il turismo in Italia, il “petrolio” nostrano, e poi una città come Roma lascia che si chiuda nell’indifferenza più completa l’unica struttura (tra l’altro mal messa) low cost della Città Capitale d’Italia.
    Ma dove sono i nostri amministratori? E non parlo solo dell’Associazione italiana degli Ostelli della Gioventù, ma di tutte le Istituzioni, nazionali, regionali e locali, che dovrebbero promuovere il turismo nel nostro paese, ma che poi quando si affrontano casi concreti, come quello dell’Ostello di Roma, molto spesso si trincerano dietro la frase “ma non è di mia competenza!”.
    Sono profondamente deluso. E’ una vergogna!

  3. Negli ultimi anni, insieme anche a Francesca Di Castro, ho frequentato spesso l’Ostello (Foresteria Sud), sia per gli studi e le ricerche sul Foro Italico che per effettuarvi conferenze (l’ultima il 25 ottobre scorso) nella Sala Convegni, che mi è stata sempre concessa cortesemente e gratuitamente. Ne ho conosciuto il direttore e i dipendenti, persone gentilissime sia con me che con tutti gli ospiti internazionali. L’ho visitato in ogni parte, fotografato, addirittura esplorato anche nei sotterranei (immensi e non utilizzati). Non si trattava di una struttura modernissima, in quanto per motivi logistici vigeva la separazione donne – uomini, ma non vi ho mai rilevato sciatteria o sporcizia. Tra l’altro, ultimamente una nuova gestione del ristorante permetteva ottimi pasti a ottimi prezzi. Anche la posizione era eccellente, anche se non centralissima, ma a Roma che vuol dire centrale? Meglio di così, a due passi dall’Auditorium, dal Vaticano, da Ponte Milvio, in mezzo al verde, senza problemi di parcheggio, con gli autobus lì davanti e il nuovo ponte della Musica in via di apertura… La gestione, infine, non era così disastrosa: anche se non in attivo, gli stipendi venivano pagati puntualmente e così saldati i fornitori. Il fatto è che non hanno voluto tenerlo lì i loro dirigenti, quelli della gestione Alberghi della Gioventù. Troppo alto il prezzo richiesto dal CONI per rimanere, troppo impegnativo effettuare lavori di rimodernamento (abbiamo partecipato come Comitato per il Tevere insieme ad Italia Nostra al convegno propositivo), troppo allettante l’offerta (sempre del CONI) per andarsene. Al CONI era rimasta solo quella spina nel fianco, la Foresteria Sud, per potersi impadronire completamente del Foro Italico. Ora che, in barba ad ogni vincolo, sono riusciti ad elevare quel mostro metallico del nuovo stadio del Tennis, preso possesso anche delle strutture adiacenti (Casa delle Armi e Foresteria Sud), la privatizzazione sarà completata. Andate a fare una passeggiata, finché siete in tempo prima che chiudano tutto, per il Viale delle Olimpiadi o quello dei Gladiatori: dove prima era verde pubblico, ora solo recinzioni e cartelli “Riservato ai soci”. Secondo il loro progetto del 2004, visibile nella pianta da loro fornita, la Foresteria Sud doveva diventare un centro commerciale. Ora, se venissero accordate le olimpiadi a Roma, dovrebbe trasformarsi in centro direzionale. Ma non lo sapremo finché non lo avranno fatto, seguendo la tecnica che ha permesso di costruire un campo da tennis nel mezzo del piazzale De Coubertin, due campi da tennis intorno al gruppo dei Cerbiatti e al Balilla, chiudere il Bar del Tennis ecc. ecc. Tutto nel silenzio delle autorità regionali marrazziane che ne avevano competenza territoriale e delle sovrintendenze che per legge erano tenute a proteggerne i vincoli monumentali, architettonici e paesaggistici. Ah, quasi dimenticavo: trenta dipendenti a spasso, senza ancora neppure la Cassa Integrazione, con la promessa di essere assorbiti da altri Ostelli oppure, perché no, assunti proprio… dal nuovo padrone. Alla fine, vedrete, tutti contenti e… come si diceva una volta, “chiuso Frascati!”.
    Sandro Bari

  4. Poco fa, su un quotidiano romano, ho letto la notizia, secondo cui l’ostello della gioventù è stato chiuso, perchè proprio il 17 gennaio scadeva il contratto di concessione fra l’AIG (Associazione Italiana Alberghi della Gioventù) e il CONI servizi s.p.a. ADESSO…..la Provincia si muove e cercherà una nuova sede, la Regione vedrà di risolvere il problema. Mi domando, anche se è banale:” Visto che si conosceva, da lungo tempo, la data di scadenza del contratto, non si poteva pensare prima a trovare una soluzione, ovunque fosse, in città?”. E’ la solita….soluzione italica, per cui si chiude la stalla, quando i buoi sono scappati!
    Scusate, ma io lo chiamo disinteresse totale e menefreghismo. Solo perchè è scoppiato il caso, allora si cerca di correre ai ripari.
    Non scrvo tutto quello che vorrei, per non mettere in difficoltà la redazione.

  5. Non se ne fa cenno nella interessante illustrazione di Sandro Bari, e pochi ne sono a conoscenza: la struttura, sia pure non modernissima, è dotata di una sala teatro il cui palcoscenico può essere utilizzato anche per spettacoli all’aperto nella retrostante area verde.
    Dispiace che l’ennesima privatizzazione del Foro Italico sia stata compiuta senza che le istituzioni pubbliche abbiano provveduto in tempo utile.

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