Home ATTUALITÀ Multe pazze a Roma: atto sesto

Multe pazze a Roma: atto sesto

Duca Gioielli

multa1.jpgLa Gerit si oppone e dice NO, non è vero che ricorrendo al Giudice di Pace contro le cartelle emesse prima del 9.11.2007 esse possano essere dichiarate illegittime in quanto “non indicano chiaramente, con nome e cognome, chi è il responsabile del procedimento di riscossione” come invece sancito dalla ordinanza della Corte costituzionale emessa il 9.11.2007 della quale vi abbiamo parlato nel nostro articolo del 4 Gennaio. Sembra incredibile ma è vero, una struttura privata mette in dubbio e contesta una sentenza della Corte Costituzionale.

Secondo Equitalia (società controllante la Gerit, che comunque afferma che le cartelle emesse dopo tale sentenza sono in linea con la stessa) le cartelle esattoriali antecedenti al 9.11.2007 vanno pagate quand’anche sulle stesse non sia riportato il nome del responsabile del procedimento, anticipando – è notizia di questa sera – che in tutte le cause già avviate per tale motivo chiederà ai giudici l’applicazione della legge 241 del 1990 con cui si stabilisce che «non è annullabile il provvedimento amministrativo adottato in violazione di norme sul procedimento o sulla forma degli atti qualora, per la natura vincolante del provvedimento, sia palese che il suo contenuto dispositivo non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato».

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Il solito cavillo ? Una difesa ad oltranza di un territorio di caccia dai lauti guadagni ? Ma qualche timore sembra comunque far tremare le vene dei vertici di Gerit se è vero, come appare che sia, che per il 31 Gennaio è stato già concordato un incontro con le Associazioni dei Consumatori per trattare il tema delle cartelle emesse prima del 9.11.2007.

Sul fronte di tali Associazioni, per citarne solo due senza voler far torto alle altre, registriamo il comunicato stampa della ADUSBEF nel quale si ricorda che le ordinanze della Corte Costituzionale non sono impugnabili da chicchessia ed anticipa che inserirà sul suo sito un fac-simile di ricorso per aiutare i cittadini a sconfiggere un comportamento così arrogante. Dello stesso tono è il comunicato della FEDERCONSUMATORI in cui, oltre a ribadire che si continua ad intimidire i contribuenti con interpretazioni assurde, illogiche, contraddittorie e destituite di alcun fondamento giuridico, si anticipa la formulazione di un testo standard per il ricorso che sarà messo a disposizione sul sito dell’associazione.

Insomma, non avremmo mai immaginato che in uno stato di diritto come il nostro, culla della giurisdizione, un ente privato avesse l’ardire di ignorare e di contestare le decisioni della Corte costituzionale. E’ un atto grave, arrogante, pretenzioso che non potrà che scatenare una colossale ondata di ricorsi . Succede anche questo in Italia. E non finirà qui, siamo solo all’atto sesto e tutto lascia presagire che questa commedia diventi una tele-novela dalle puntate infinite.

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3 COMMENTI

  1. La cosa sta passando sotto silenzio su quasi tutta la “grande” stampa. E purtroppo non tutti riescono a rendersi conto della gravità di tale atteggiamento (ancora più meritorio è dunque il vostro grido d’allarme). Tale comportamento mette in discussione la certezza del diritto, l’esecutività delle sentenze, il controllo sulla legittimità degli atti amministrativi, l’osservanza alle decisioni della Magistratura, i diritti basilari dei cittadini. Insomma non è esagerato affermare che mini i principi stessi di uno stato democratico.
    Vorrei finire citando quanto Oscar Giannino scrive, a proposito della questione, su “Libero Mercato” di oggi: ” – Visco risponde alla Consulta: me ne frego – Da noi, quando tutti i centri previsionali tagliano ormai drasticamente di giorno in giorno le prosepttive di crescita attesa per il 2008, il governo continua non solo a fare orecchio da mercante, ma pensa solo a come ulteriormente bastonare il contribuente, in violazione dei suoi diritti. Che vergogna.”

  2. anch’io ho avuto una multa senza sapere dove e perchè, ne indicava cosa fosse di certo, ne quale infrazione avessi fatto.
    ma ho dovuto pagare, insomma io dico che in questi imbrogli si dovrebbe andare fino in fondo, la magistratura spero faccia il suo corso.
    Il Comune non sa come fare i soldi e lo fa a discapito dei cittadini, io dico che se si fa un’infrazione è giusto, ma un imbroglio è giusto che chi ci mangia non solo paghi ma venga tolto dall’incarico.
    Io non comprendo perchè noi cittadini quando dobbiamo anche se ingiustamente dobbiamo punto e basta, mentre le società di servizio prima prendono e poi si vedrà se ridaranno indietro il maltolto, e senza nessun tipo di risarcimento, senza quello di perdere ancora tempo e denaro.
    Buonagiornata

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