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Tor di Quinto: degrado e rifiuti sulla sponda del Tevere

Galvanica Bruni

Quando nella stagione invernale, a seguito delle piogge persistenti, il livello del Tevere comincia a crescere viene subito allertato il dispositivo incaricato di monitorare la situazione e predisporre gli interventi in caso di necessità. Si tratta di una task-force costituita da vigili, polizia, Vigili del Fuoco e Protezione Civile in grado di assicurare la vigilanza degli idrometri e quindi intervenire se la situazione dovesse precipitare: un dispositivo in grado di garantire sonni tranquilli ai romani.

Peccato che non possa dirsi la stessa cosa per quanto riguarda le emergenze ambientali; sebbene le Amministrazioni capitoline abbiano effettuato negli ultimi anni numerosi interventi (dalla bonifica delle golene all’abbattimento degli insediamenti abusivi, dalla creazione di un servizio di navigazione alla realizzazione di una pista ciclabile) la salute delle acque e delle sponde non sembra migliorare.

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In base ai prelievi effettuati sulle acque del Tevere nel mese di Luglio, nella zona di Ponte Duca d’Aosta, lo stato ecologico è di IV Classe ovvero “ambiente molto inquinato o comunque molto alterato” (dati del Comitato Biondo Tevere). E’ difficile credere che i depuratori di Roma Sud e Ostia siano in grado di captare questa grande quantità di rifiuti solidi che viene sversata a monte di Ponte Milvio.

Recentemente sono state ripescate nel tratto cittadino alcune tonnellate di rifiuti costituiti da vecchie bombole del gas, scooters, elettrodomestici, pneumatici e carcasse di auto.

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Drammatica la situazione delle sponde nei pressi del contestatissimo campo nomadi di Via del Baiardo dove i rifiuti vengono prevalentemente scaricati sulla riva del fiume: è facile immaginare come salendo il livello delle acque parte di quella enorme massa di rifiuti venga trascinati via dalla corrente.

Eppure non ci vorrebbe molto per correre ai ripari; anche se la questione dei nomadi è spinosa forse basterebbe equipaggiare Via Baiardo con alcuni grandi contenitori metallici, gli stessi utilizzati per la raccolta dei rifiuti ingombranti.

Certo è che lo spettacolo che si può osservare dal ponte di Via del Foro Italico è devastante perché le ampie strisce di sporcizia, rifiuti e detriti scendono verso il corso del fiume come i rivoli maleodoranti di una fogna a cielo aperto.

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Ma è tutta la zona a subire il degrado perché qui da anni non si fa nessun tipo di manutenzione: cartelli stradali divelti, guard-rail mancanti in alcuni tratti, marciapiedi invasi dalla vegetazione e dalle canne e poi cumuli di immondizia e sporcizia in ogni angolo. Anche il grande piazzale su cui affaccia il Teatro Tenda è in condizioni miserevoli: sporco e trasandato.

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Quello che meraviglia è che in questa zona sorgono alcuni circoli esclusivi (come quello RAI o dei magistrati), una grande caserma dei Carabinieri e uno sfarzoso Ippodromo militare: stiamo parlando della stessa zona che, nelle Olimpiadi del 2020, dovrebbe ospitare il Villaggio Olimpico di cui “il parco del Tevere con i suoi approdi” ne è l’ossatura: al momento invece di approdi ci sono discariche.

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L’unica consolazione di fronte a tanto sfacelo sono i nuovi platani che si stanno piantando in Viale Tor di Quinto al posto dei vecchi alberi ammalati abbattuti questa estate.

Francesco Gargaglia

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