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Prima Porta – Consiglio d’Istituto Baccano: Antonello Venditti da noi contro la chiusura della scuola

Galvanica Bruni

L’intervento del cantautore romano domani, giovedì 2 dicembre, dalle 10 alle 13. Lo segnala un comunicato stampa del Consiglio d’Istituto Baccano nel quale si dichiara che “dopo una raccolta di firme contro il dimensionamento scolastico e il conseguente pessimo ritorno di immagine subito dalla scuola nell’opinione pubblica locale, l’Istituto Baccano tira su la testa e grida le sue ragioni. La scuola Baccano non ci sta più a fare la cenerentola e chinare la testa di fronte alle 600 firme sventolate dall’assessore alla scuola del XX Municipio di Roma, Marco Perina”.

“Adesso basta, c’è bisogno che siano ascoltate le ragion della Baccano e che finalmente siano messe in luce l’alta professionalità e l’alto valore civile che portano avanti i suoi docenti da anni con un lavoro silenzioso e molto efficace che gli è valso tra le scuole limitrofe la fama di “scuola specializzata per le criticità”  La domanda da porre sarebbe – prosegue la nota – perchè una scuola che forma ragazzi che studiano, preparati, che risultano perfettamente in media con tutte le altre scuole italiane, ragazzi che gli operatori dell’Istituto di Ortofonologia di Roma giudicano “competenti” è nel mirino da anni, sotto il giogo del chiacchiericcio che la dipinge come una cattiva scuola? “

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“Forse perchè è una scuola che pratica l’accoglienza? una scuola da evitare perché ci vanno gli stranieri, i rom? non sono forse bambini i figli degli immigrati? non sono bambini i piccoli rom del campo River?  Si, sono bambini e hanno gli stessi diritti dei figli degli impiegati o dei commercianti di zona… eppure il chiacchiericcio non si placa…e quindi la Scuola ha chiesto aiuto a chiunque creda che la cultura sia veramente un mezzo per abbattere le differenze sociali e per combattere la devianze e la delinquenza, non sulla carta ma nei fatti e Antonello Venditti ha risposto all’ appello, confermando che il suo impegno sociale è un impegno serio in cui crede davvero.
Nella mattinata del 2 dicembre a partire dalle ore 10, a Via Baccano 38, sede dell’Istituto Comprensivo Baccano,Venditti porterà la sua solidarietà e la sua amicizia ad una scuola che crede nei diritti civili e ne fa la sua bandiera nell’agire quotidiano.”

“Fare integrazione qui – incalza la nota – significa accogliere ragazzi e ragazze di diversi ceti sociali, di diverse lingue e culture e farli sentire tutti uguali nei fatti, portando avanti i programmi in maniera seria, spiegando la Costituzione Italiana e facendo crescere la consapevolezza in ognuno dei propri diritti civili.
Non ci sono differenze tra abili e disabili tra bianchi e neri tra cristiani e musulmani,  non ci sono veramente queste differenze tra i ragazzi della Baccano tanto che se una mamma chiede al figlio quanti stranieri hai in classe? si sente rispondere boh, non ci ho mai pensato!”.

“Il danno – spiega Silvia Amato, Presidente del Consiglio d’Istituto, nel comunicato – è venuto da una raccolta di firme contro una proposta di dimensionamento che rispondeva ai criteri di legge per cui una scuola deve avere un certo numero di alunni per poter essere ben gestita.
La proposta dell’ufficio scuola del XX Municipio era di accorpare alla Baccano un edificio scolastico che è fisicamente nella stessa zona e che però è parte di una scuola limitrofa, quella di Castelseprio che raccoglie oltre 1200 alunni e, secondo la legge è sovradimensionata.
Ciò consentirebbe di redistribuire gli iscritti permettendo alla Baccano di sopravvivere e soprattutto andando a riequilibrare la distribuzione degli studenti stranieri rendendola più simile a quella del territorio.
Nel panorama della scuola italiana che subisce tagli su tagli e non riesce neanche a comprare la carta igienica (figuriamoci pagare i supplenti!), non ci si dovrebbe sorprendere più di nulla, eppure al peggio non c’è mai fine!
E il peggio è che le scuole pubbliche si contendano gli alunni, si facciano la guerra per un pugno di iscrizioni, discriminino velatamente, respingano, invitino a cambiare scuola quelli che giudicano “non si trovano bene” che sarebbero poi gli alunni in difficoltà, a tutto vantaggio del proprio ritorno d’immagine come “scuola modello”. E’ in questo modo che si creano “le scuole di serie B” ovvero le scuole che accolgono gli immigrati, i diversi di ogni genere.”

“La Baccano – spiega ancora Silvia Amato – è un Istituto Comprensivo che comprende due plessi di scuola elementare e materna e un plesso di scuola media. I numeri della Baccano, da quando è stata così dimensionata sono più o meno sempre gli stessi: due cicli completi di elementari e tre sezioni di medie che ad anni alterni possono diventare quattro.
Con circa 600 alunni l’anno, alunno più alunno meno, però, è legalmente al limite inferiore per la sopravvivenza, ancora poco al di sotto si rischia lo smembramento. Ciò vorrebbe dire per la cittadinanza del quartiere perdere una parte dell’offerta formativa e soprattutto vorrebbe dire perdere un’identità, una parte di storia di questa zona di Roma.
Baccano è una scuola di Prima Porta, impegnata da anni nell’accoglienza e nell’integrazione dei figli degli immigrati, tanto che ne ha fatto una sua prerogativa specifica. La soglia del 30% prevista dalla legge è superata di molto in diverse classi ma questo non preoccupa affatto alla Baccano.
Tutti i docenti qui hanno ben chiaro l’altissimo valore sociale della crescita culturale nella lotta all’emarginazione ed hanno messo a punto strumenti idonei a far maturare il senso civico in ogni bambina e bambino dando loro i giusti strumenti per considerarsi un individuo “competente” della società in cui vive.”

“L’assessore alle politiche scolastiche del XX Municipio, Marco Perina – sottolinea il comunicato – è stato invitato ufficialmente dal Presidente del Consiglio d’Istituto della scuola Baccano, Silvia Amato, ad una assemblea pubblica nella quale si sarebbero invitati i genitori dei bambini iscritti alla suola Brembio e tutti gli altri genitori interessati, per ripristinare una corretta comunicazione delle modalità e delle motivazioni del dimensionamento proposto dall’ufficio scolastico.
Perina ha assolutamente negato la sua disponibilità a riprendere in considerazione la questione del dimensionamento considerandolo ormai un capitolo chiuso.”

“Dunque dobbiamo credere che le 600 firme che i genitori della scuola di via Brembio hanno raccolto in nome della propria libertà di scelta, non conoscendo affatto la situazione generale e preoccupati forse che i loro bambini sarebbero potuti capitare in classe con dei “diversi”, siano assolutamente vincolanti per Perina.
Quante ambiguità dietro la parola libertà, non vi pare? La libertà è il diritto allo studio e all’istruzione da parte di tutti senza discriminazioni. Non lo diciamo noi, lo afferma la nostra Costituzione! Libertà è una parola vuota ed inutile se non si contestualizza e comunque non può essere libertà quella che ghettizza e esclude i più deboli lasciandoli senza diritti!”

“La raccolta di firme mette a rischio il diritto di un quartiere di avere una scuola sana e vitale che faccia veramente integrazione e non sia ogni anno in pericolo di essere smembrata. Le nuove iscrizioni sono a gennaio noi ce la mettiamo tutta per non chiudere i battenti.
Speriamo – conclude il comunicato  – che i cittadini di Labaro e Prima Porta vogliano ascoltare anche le nostre mille diverse gioiose voci da tutto il mondo insieme a quella di Antonello Venditti che ringraziamo di cuore per la solidarietà e l’affetto che ci ha offerto” .

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