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    I dati terrificanti sulla violenza di genere in Italia

    passeggiando per il nostro quartiere, incontrando amiche o semplici conoscenti, o anche estranee, noi incrociamo una donna violentata ogni due...

    femminicidio violenza di genere
    ArsBiomedica

    Fa impressione leggere la cifra indicata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche per le donne che hanno subito violenza almeno una volta nella vita: quasi  12 milioni e mezzo. E solo il 5 per cento ha denunciato l’accaduto.

    La cifra impressionate emerge dallo studio IPSAD ( Italian Population Survey on Alcohol and Other Drugs) e riguarda tutta la popolazione femminile del nostro paese di età compresa fra i 18 e gli 84 anni.

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    Lo studio è basato sulla definizione di violenza data dall’OMS, ossia l’uso intenzionale delle forza fisica o del potere effettivo o anche solo minacciato contro qualcuno che comporta od abbia una elevata probabilità di comportare lesioni, morte, danno psicologico, malformazioni o privazioni. Certamente un’ampia definizione che, tuttavia, connota l’esercizio della violenza e della sottomissione all’altrui volontà.

    I 12 milioni e mezzo di donne che hanno subito questo genere di soprusi fisici e/ psichici, rappresentano il 51 per cento della popolazione femminile in quella fascia d’età. Ossia, passeggiando per il nostro quartiere, incontrando amiche o semplici conoscenti, od anche estranee noi incrociamo una donna violentata ogni due.

    E lo ignoriamo. Perché il 95 per cento di loro subisce in silenzio. China il capo e va avanti.  Più del 10 per cento – due milioni e mezzo – ammette di vivere attualmente sotto la pressione di violenza psicologica: controlli ossessivi, minacce, umiliazioni. Il 50,4 per cento rivela di aver sperimentato   queste stesse condizioni nel passato.

    L'”orco” è nel 34 per cento dei casi un amico o conoscente, nel 25 per cento un familiare convivente, o – sempre nel 25 per cento delle volte – il partner. Pretese di sottomissione che nella stragrande maggioranza dei casi viene dal circolo delle frequentazioni abituali della donna che subisce violenze. Non estranei, dunque, ma compagni di strada. Più o meno vicini.

    80mila le donne che attualmente vivono in stato di soggezione fisica. Mentre l’8,7 per cento – due milioni circa – ammette di aver sperimentato nel corso della propria esistenza  la violenza, esercitata in casa da familiari conviventi ( 46,9%), oppure ex partner (35,6%). E questo è il caso di Giulia, la ragazza veneta ammazzata da Filippo perché “non riusciva a vivere senza di lei”.

    E stupisce solo in parte venire ad apprendere dallo studio del CNR che a subire sono soprattutto donne con meno di 60 anni e che hanno un livello di istruzione medio-alto, un lavoro e un reddito medio, coniugate e conviventi e che nella metà dei casi ha anche dei figli.

    E ancora stupisce ancora poco sapere che solo una quota infinitesimale delle donne violentate abbia fatto ricorso alla denuncia. Rassegnate a subire, incapaci di scrollarsi di dosso il senso di minorità ed inferiorità. Che perseguiterà le donne per il resto della loro vita. Il malessere  da violenza subita sarà un compagno permanente delle loro giornate.

    Stress, difficoltà nel sonno, accentuata propensione all’isolamento, disistima: saranno per sempre i fantasmi che popoleranno le giornate delle donne abusate.

    Rossana Livolsi

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