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    Il derby delle bombe carta

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    Preceduto dalla consueta cagnara, il derby porta in dote più bombe carta che gol, più maledizioni che giocate degne di nota.

    La stracittadina conferma l’incapacità di saperla vivere, per lo meno da parte di quei tifosi che escono da casa non per assistere a una partita di calcio ma per dare una “puncicata” agli avversari. Ne perde lo spettacolo, ne perde la dignità delle maglie, ne perde la storia.

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    Città in assetto militare e mille agenti intorno all’Olimpico, a ponte Milvio si radunano i laziali, a ponte Duca d’Aosta i romanisti, l’avvicinamento allo stadio arriva fra fumogeni, botti capodanneschi e corde vocali già allo stremo.

    La partita è di una noia mortale, i tiri in porta si contano sulle dita di una mano e le sensazioni d’aver perso il pomeriggio per una partita di calcio che ha regalato nulla allo spettacolo ci stanno tutte.

    Lo avevamo anticipato, si presentava come sfida sciatta e così è stato. Ed è – purtroppo – l’istantanea perfetta di una partita che vede le squadre arrivare alla fine con il fiato corto. Finisce zero a zero, senza sussulti. Soprattutto, senza cuore, ma con una brutta sorpresa per chi aveva lasciato l’auto parcheggiata a Corso Francia: i finestrini di tutte le vetture in sosta sono stati spaccati e ridotti in mille pezzi.

    Leonardo Morelli

    Derby, visti i precedenti è sfida… “sciatta”

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    4 COMMENTI

    1. Passavo verso le 4 a ponte milvio. 2 ore prima della partita.
      Una scena incivile degna di un paese del terzo mondo.
      La piazza interamente occupata dalla tifoseria inclusa la sede stradale. Fumo dappertutto e continue esplosioni di bombe carta.
      Ma la polizia dove era?

    2. La polizia era occupata a mantenere sgombro lo spartitraffico davanti al bar Rispoli tra via Orti e via della Farnesina.
      Operazione FONDAMENTALE e PRIORITARIA per quanto riguarda l’ordine pubblico e la sicurezza dei residenti.
      Ridicolo.
      In piazza regna l’assoluta anarchia. Non si può transitare in auto e si viene spesso aggrediti se solo si tenta di fare un piccolo colpo di clacson nel tentativo di far muovere i trogloditi alticci in mezzo alla strada.
      La situazione in via dei prati è DRAMMATICA. Folla sulle strisce pedonali, urina ovunque, bottiglie, sporcizia e gruppetti intenti ad assumere chissà quali sostanze.
      Neanche l’ombra di polizia o carabinieri.
      Ormai siamo sequestrati in casa ad ogni partita della Lazio.
      Vergogna

    3. E poi li chiamano “sportivi”. Mi sembra giusto, invece, chiamarli tifosi poiché il tifo è una malattia grave e contagiosa.

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