Home CRONACA Tor di Quinto, sfratto agli arcieri disabili, arriva il padel

Tor di Quinto, sfratto agli arcieri disabili, arriva il padel

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Duca Gioielli

Sono cinque anni che hanno messo radici in un campo-discarica dell’area ubicata al 57B di viale Tor di Quinto, a ridosso del Poligono di Tiro. Un’area di 80 mila metri quadri assegnata in concessione nel luglio del 2015 – subito dopo lo sgombero avvenuto nel mese precedente – al Flaminio Real, società sportiva dilettantistica arl, per ben 33 anni.

Hanno sistemato il campo ridotto a discarica e hanno impiantato un’area per il tiro con l’arco. Sono un centinaio gli atleti giovani ed adulti che qui si allenano alla nobile disciplina. Tra loro anche una ventina di ragazzi con disabilità fisiche ed intellettive. A guidare la Compagnia Arcieri Tor di Quinto é Marina Lanzetta, pluricampionessa italiana dei primi anni novanta e componente della squadra azzurra.

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La scuola che si fregia di un nome da letteratura d’avventura è nata nel 2018 da una costola del Cus Roma, perché il Cus non accettava di preparare i ragazzi con disabilità. E aderisce al Fisdir, la Federazione Italiana Sport Disabili intellettivo relazionali. A Roma è l’unica società; appena tre in tutto nel Lazio. Dunque, uno sport minore. Uno sport che fa leva sull’inclusione e l’amicizia per avvicinare anche chi resta solitamente ai bordi.

Sulla Compagnia degli arcieri pende la minaccia di uno sfratto da parte della Flaminio Real alla quale  non sono legati da un contratto, di affitto o subaffitto, ma da un semplice accordo tra le parti, un accordo privato che  riconosce loro, in cambio di un affitto mensile, la possibilità di  utilizzare l’area gioco.

“L’accordo – ci dice Marina Lanzetta – non è registrato e il XV Municipio non sapeva dell’esistenza della Compagnia Arcieri Tor di Quinto fino all’arrivo della notizia dello sfratto”.

” A marzo 2024, in teoria, dovremmo andare via, a meno di novità. Con un danno pesante  non solo per chi viene da noi per fare sport, ma soprattutto per le ragazze e i ragazzi con disabilità intellettivo-relazionale. Il tiro con l’arco è uno sport che li aiuta molto perché  nella concentrazione e nella motorietà controllata e non casuale. Una scuola che sta dando dei risultati molto soddisfacenti. I ragazzi vengono volentieri, hanno fatto dei progressi incredibili, socializzano. Arrivano che hanno una scarsissima manualità, dipendono dagli accompagnatori e adesso si montano gli archi da soli, tirano senza alcun aiuto. Sono arcieri completamente autonomi e tirano con gli altri allievi, senza alcuna difficoltà o timore. Dover interrompere questa attività è veramente molto doloroso.”

Avete ottenuto dei risultati tecnici con questa scuola?

“Quest’anno un ragazzo ha vinto i campionati italiani alla distanza di 15 metri. Una giovanissima è visionata dalla nazionale giovanile. Un’altra adolescente ha partecipato a ben quattro campionati italiani. Un’altra ragazza con una disabilità visiva ha vinto i campionati italiani, per tre volte è arrivata seconda e adesso grazie al tiro con l’arco che l’ha resa una persona sicura e determinata ha deciso di iscriversi all’università e di vivere da sola. Questo per  la scuola è il premio più bello. Non obblighiamo i ragazzi a fare agonismo; l’importante è che crescano. Lo sport è educazione, non un campionificio”.

Questo sfratto imminente avrà una ricaduta pesante, sportiva e sociale?

“Il danno per gli atleti che vengono dai  quartieri circostanti sarà molto forte. Spostarsi da un quartiere all’altro solo per allenarsi è un impegno gravoso. Il rischio è che debbano abbandonare l’attività. Per i giovani con qualche disabilità l’impatto sarà duro perché a loro resterà solo l’attività nei centri diurni o nelle case che li accolgono, ma senza poter condividere con tutti – anche i normodotati – la medesima esperienza”.

I terreni sono pubblici, l’amministrazione potrebbe darvi una mano…

“I terreni sono pubblici, ma sono dati in gestione ad una società che a sua volta li affitta ad altri per campi da calcio, tennis, tiro con l’arco. Noi saremo sostituiti con dei campi da padel. Così hanno annunciato. E’ il destino degli sport minori che di fronte ad un’opportunità economica più allettante, vengono emarginati”.

Però non tutto è perduto?

“La Federazione è federazione minore, quindi con minori capacità di pressione. Il XV Municipio, al quale ci siamo rivolti, sta cercando un altro campo, in regola. Che ci consenta anche di metterlo a norma, nel rispetto di tutte le prescrizioni. Questo è uno sport per tutti, non vince chi arriva prima, ma chi fa più punti.”

Rossana Livolsi

Aggiornamenti

La replica del Cus Roma, clicca qui
Il Flaminio Real dichiara: “nessun sfratto, solo un rinnovo”. leggi qui

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