Home CRONACA Leonardo Lamma, “non fu colpa del rattoppo”. Seconda richiesta di archiviazione

Leonardo Lamma, “non fu colpa del rattoppo”. Seconda richiesta di archiviazione

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Galvanica Bruni

L’incidente in cui perse la vita Leonardo Lamma il 7 aprile del 2022 a Corso Francia non sarebbe stato provocato dal rattoppo eseguito nel chiudere velocemente una voragine per consentire la riapertura della corsia. Lo dice la perizia del consulente nominato dal PM che indaga sulla morte del giovane Leo.

È  il filmato della telecamera di videosorveglianza alla base della nuova consulenza prodotta dal geometra esperto d’incidenti stradali e membro della Polizia Locale di Roma, Antonio Moroni, nominato dalla Procura per fare chiarezza sull’incidente.

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Per la seconda volta il perito conferma al PM la propria relazione dopo che il GIP Claudio Carini aveva richiesto un’integrazione alla stessa e ancora una volta viene contestato il nesso di causalità tra la caduta e quel rattoppo sull’asfalto.

Secondo il perito, nelle immagini del filmato della telecamera di videosorveglianza si vedrebbe Leonardo Lama ancora in sella alla sua moto 20 metri dopo il rattoppo, punto nel quale avrebbe poi perso il controllo del mezzo per cause ancora da accertare e non per l’asfalto sconnesso.

Asfalto sconnesso che invece, proprio sulla base dello stesso filmato,  il consulente di parte civile ing. di Gennaro individua come il punto d’inizio della perdita di controllo della moto; da lì sarebbe iniziato il rollìo finito con la caduta avvenuta alcuni metri dopo.

Ma la relazione di Moroni è bastata a convincere il PM Attilio Pisani che ha chiesto per la seconda volta l’archiviazione dell’inchiesta che vede indagati per omicidio stradale due tecnici dell’Acea.

La prima fu respinta dal GIP lo scorso febbraio su opposizione dei legali dei genitori di Leonardo basata sulle affermazioni di alcuni testimoni che videro Leonardo passare sul rattoppo e subito dopo perdere il controllo della moto.

Nel respingere la richiesta di archiviazione il GIP chiese alla Procura di indagare su chi avesse avuto la responsabilità della manutenzione di Corso Francia per la riparazione della voragine e, dopo, disporre ulteriori accertamenti. A tal fine il PM confermò Moroni come consulente ma la decisione venne ricusata dai legali dei genitori di Leo a causa di un possibile conflitto d’interesse dovuto alla sua veste di funzionario della Polizia Locale.

Il PM respinse però la ricusazione e Moroni continuò nella sua attività di consulente giungendo a produrre una seconda relazione nella quale arriva alla stessa conclusione della prima: non fu colpa del rattoppo, Leonardo cadde per altre cause ancora da accertare. L’ultima parola ora al GIP, dopo che avrà ricevuto la scontata opposizione dei genitori a questa seconda richiesta di archiviazione.

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