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    ‘Laggiù dove si muore’, storie di legionari italiani in indocina

    “Non c’è riposo per me in questo mondo. Forse nel prossimo" (Thomas Schelby)

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    Duca Gioielli

    Luca Fregona è un giornalista e scrittore che nel 2020 ha pubblicato il libro “Soldati di sventura”; un racconto che narra le vicende dei giovanissimi italiani che alla fine della Seconda Guerra Mondiale si arruolarono nella Legione Straniera e furono inviati in Indocina a combattere e morire per la Francia: almeno 7.000.

    Dopo la pubblicazione del libro Fregona ha ricevuto tantissime lettere, messaggi, telefonate ma anche fotografie e altro materiale dai parenti di legionari che avevano combattuto contro i Việt Minh; cosi è nato un secondo libro, non il seguito di “Soldati di sventura”, ma una attenta ricostruzione di altre “vite”  volutamente dimenticate.

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    In “Laggiù dove si muore” (Ed. Athesia, 359 pagg., 15 Euro), sulla base di una approfondita ricerca, l’autore ricostruisce nel dettaglio le vicende di 7 giovani italiani che arruolati nella Legione combatterono poi una delle più dure e sanguinose guerre del novecento.

    La “Legione straniera”, uno dei corpi militari più conosciuti, ha sempre attratto, grazie anche alla sua riservatezza, una infinità di uomini che hanno deciso di vestire l’uniforme per i più svariati motivi: criminali, latitanti, ex galeotti, ma anche soldati di professione, avventurieri, scrittori, politici (basterebbe pensare a Giuseppe Bottai) amanti traditi e disperati.

    I tanti giovani italiani che a partire dal 1946 si arruolarono nella Legione erano per lo più ex “repubblichini” o disoccupati che fuggiti da un paese in macerie cercavano fortuna al’estero. Molti di questi furono arruolati con l’inganno: la lusinga di un mestiere ben pagato e al termine del contratto di 5 anni la possibilità di diventare cittadini francesi. La realtà ovviamente era ben diversa.

    La Seconda Guerra Mondiale aveva cambiato gli equilibri politici, il comunismo si andava diffondendo e i paesi che da secoli avevano subito un duro colonialismo ora pretendevano la libertà-

    La Francia, una delle nazioni europee con un enorme impero coloniale, non era minimamente disposta a perdere i suoi possedimenti e perciò, nonostante i 5 lunghi anni di guerra in Europa, si rifiuto di concedere l’indipendenza all’Indocina e all’Algeria. La conseguenza fu un decennio di sanguinosissime e inutili guerre: in Indocina morirono quasi 100.000 francesi e una buona parte di questi soldati apparteneva  alla Legione Straniera.

    I giovani francesi non avevano nessuna intenzione di lasciare la pelle nelle risaie del Tonchino e così la Francia, con le lusinghe o le minacce, arruolava soldati stranieri da trasformare in eroi.

    In Indocina saranno almeno 1.000 i legionari italiani che cadranno per una causa non loro (molti di più i tedeschi e gli slavi). “Laggiù dove si muore” raccoglie le vicende di 7 di questi giovani che al termine di un duro addestramento furono catapultati dall’altra parte del mondo per combattere al grido “A moi la Legion….”..

    Chi ama i libri di guerra (che altro non sono che libri di Storia) troverà in “Laggiù dove si muore” un libro spietato ma appassionante.

    Francesco Gargaglia

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