Home SPORT Giovedì non si dorme, c’è l’AlbaRace

Giovedì non si dorme, c’è l’AlbaRace

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Duca Gioielli

Roba che il traffico dalle parti dello stadio Olimpico quando giocano Roma e Lazio diventa una bazzecola al confronto di quel che accade la notte dell’AlbaRace.

Serve armarsi di pazienza, perché con la scusa delle tenebre le auto vengono parcheggiate ovunque, anche sulla riga di mezzeria. Ma è un problema di poco conto, alle 8 tutto sarà evaporato. Però la gara è bella, e questo compensa col caos-parcheggi.

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Giunta alla sua edizione numero 12, l’AlbaRace stavolta si corre il primo giugno e come al solito prende il via alle 5 e 30 del mattino. Ma già un paio d’ore prima c’è chi fa allunghi e stretching per strada, roba che si dovrebbe stare in braccio a Morfeo, a quell’ora.

Macché, gli incalliti della corsa fanno perfino la fila per accaparrarsi il pettorale, visto che la corsa è a numero chiuso, e non tanto vincerla ma il solo presentarsi ai nastri di partenza significa iscrivere il proprio nome nel firmamento dell’atletica leggera.

O, meglio, così crede il podista che vivrà lo start a via Costantino Nigra, all’interno del Parco del Foro Italico, e poi taglierà il traguardo sul tartan dello Stadio dei Marmi. Niente traguardo nello stadio Olimpico stavolta, dove sono allestiti i sei maxischermi per la finale europea della Roma.

Semplice il percorso, sei chilometri e via andare: da via Nigra a via Roberto Morra di Lavriano, carezze esterne allo stadio (inizio Tribuna Tevere), via dello stadio dei Marmi, lungotevere Maresciallo Cadorna, l’ingresso carrabile della tribuna Monte Mario e a chiudere la pista d’atletica del “Pietro Mennea”.

Duemila podisti al via, numero impressionante per una gara non competitiva la cui lista tempi viene realizzata con auto-dichiarazione del crono comunicata da ciascun partecipante.

Il trentasei per cento dei partenti è “donna”, la corsa torna a distanza di tre anni dall’ultima edizione, visto che dal 2020 non si è corso, complice la pandemia.

Ai nastri di partenza con il pettorale numero 1 il presidente della Fidal Stefano Mei e con lui Annalisa Minetti. Che oltre a essere ugola d’oro, è anche un’ottima podista.

Leonardo Morelli

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