Secondo “Il quaderno degli Alberi” di Paola Fantin ognuno di noi, in base alla data di nascita ha un suo albero; chi è nato ad esempio tra il 22 e il 31 marzo o tra il 24 settembre e il 3 ottobre è un Nocciolo, “lo strordinario”.
Ma poi ci sono il Castagno “l’onesta”, il ciliegio “l’ambizione” , il faggio “la creatività”, e tanti altri; oltre ad avere un albero ognuno di noi apprezza in particolare un specie. C’è chi ama la quercia per la sua forza e potenza e chi la mimosa per la sua bellezza e delicatezza (anche se poi non è affatto delicata); chi il cipresso per la sua eleganza e austerità e chi l’olmo per la sua nobiltà.
Anche Napoleone, che era un rude soldato, amava in particolare un albero: il Pioppo cipressino, una specie di “populs” dalla forma slanciata, che forse aveva iniziato ad apprezzare nei suoi frequenti viaggi in Italia.
Sebbene ci siano pareri discordanti sulla sua origine l’ipotesi più probabile è che il Pioppo cipressino, frutto di una mutazione genetica, sia originario della Cina anche se poi viene chiamato “pioppo lombardo” (in dialetto piop o piopa cippresein).
Albero decisamente elegante, alto 30-40 metri e inconfondibile per la sua chioma slanciata e colonnare; i rami sottili si sviluppano verticalmente e fanno rassomigliare questa pianta, almeno nella forma ad un cipresso. Le foglie sono come quelle del pioppo nero ma hanno il picciolo di colore rosa.
Il Pioppo cipressino ha una eccellente capacità di attecchimento e uno sviluppo piuttosto rapido anche se poi la qualità del legname è modesta e buona giusto per fare pedane.
Ovviamente il punto di forza di questo albero è nella sua bellezza ed eleganza tanto da avere oggi uno scopo esclusivamente ornamentale; usato per delimitare i viali, lungo i corsi d’acqua e soprattutto per dare un tocco di signorilità a ville ed edifici storici o ad antiche abazie.
Niente di strano perciò che Napoleone, ma anche Stendhal, affascinati dalla bellezza del nostro paese amassero questo albero.
Oggi lo si incontra un po’ dappertutto e lo si può ammirare specie lungo le strade extraurbane ; se percorrete ad esempio la Via Salaria subito dopo Settebagni potete osservare ai bordi della statale due splendidi filari. Me ne trovate di eleganti esemplari anche sule rive di Bracciano dove la pianta, grazie al terreno fresco, cresce rigogliosa.
Francesco Gargaglia
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