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La grande bellezza, il bosco

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Duca Gioielli

Tra le tante meraviglie che Madre Natura ha avuto la bontà di donarci si sono senza alcun dubbio gli alberi, creature viventi bellissime  senza le quali non solo non  potremmo vivere ma neppure avremmo avuto la possibilità di rizzarci sulle gambe.

Gli alberi sono  gli artefici del nostro percorso evolutivo:  senza di loro non ci sarebbe stato il fuoco, le case ed i ponti, le navi e neppure la carta e la matita con la quale da piccini impariamo a scrivere. Chi vive in città però è abituato ad un certo tipo di albero: l’albero cittadino, quello compresso all’interno di marciapiedi e strade strette, costretto con straordinarie contorsioni a cercare la luce per sopravvivere, insidiato da funghi ed insetti e quasi sempre mutilato dei rami.

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Anche gli alberi  cittadini sono belli (soprattutto quelli che si trovano nei parchi ben curati) ma la vera bellezza la si ritrova in un bosco, un vero e proprio organismo vivente che non ha eguale per bellezza e varietà.

Spesso i boschi sono stati paragonati alle cattedrali per la loro maestosità e solennità e gli antichi li consideravano sacri e magici; il “lucus” era il bosco pieno di vita e di pericoli, accogliente e con un lato oscuro, benevole e a volte ostile,   cui rendere omaggio con preghiere e doni  per farselo amico.

Solo con il cristianesimo il bosco perse ogni sacralità e divenne un qualcosa privo di spirito da utilizzare a piacimento.

Fortuna vuole che oggi i boschi vengano considerati non solo per la loro bellezza ma anche per  l’utilità e non è vero che un bosco governato dagli uomini sia un bosco che soffre; quando la popolazione non era concentrata nelle grandi città e montagne e campagne erano abitate da pastori e contadini il territorio era governato con maggiore armonia  e perfino il taglio degli alberi aveva una sua utilità.

Entrare in un bosco, anche se non è grande,  è sempre una bella esperienza specie per i bambini che a differenza degli adulti hanno un maggiore spirito di osservazione; il bosco può presentarsi in maniera diversa, privo di sottobosco e con gli alberi diradati, come nelle faggete o nelle abetaie,  ma può essere anche cosi fitto da impedire il passaggio come succede spesso nei boschi di querce.

Gli alberi sono liberi di svilupparsi secondo natura e assumono forme diverse come non si vede mai nelle città:  a volte slanciati e altre con i rami contorti così che la pianta assume spesso forme tormentate.  Nel bosco un albero è come un condominio perchè nelle fessure e cavità create dalle intemperie vivono numerose specie di animali che vanno dagli uccelli, ai roditori agli insetti.  Perfino i nidi della “processionaria”, quei fagotti bianchi appesi ai rami dei pini, sono nel bosco un qualcosa di più che naturale.

Il terreno all’interno del bosco è diverso da quello dei parchi cittadini dove ragioni di sicurezza a volte lo fanno assomigliare ad un tavolo di biliardo;  il terreno del sottobosco può essere smosso o pietroso, solcato di crepe e voragini, ricco di grotte e cunicoli dove ogni sorta di animale può trovarvi rifugio: volpi, tassi, lepri, istrici.

A volte il bosco, specie se fitto, ci impensierisce e preferiamo non allontanarci dai sentieri (solo i fungaroli lo fanno perché con il tempo acquisiscono un incredibile senso dell’orientamento); in realtà è sufficiente anche una piccola bussola per mantenere la direzione costante (si chiama azimut) e per tornare indietro  seguire poi  la direzione opposta (si chiama azimut reciproco).

Vicino Roma per fortuna ci sono tanti boschi: dalle pinete del litorale, ai boschi sulle rive dei laghi di Bracciano e Martignano; dalle faggete dei Monti Simbruini ai boschi di quercia dei Monti Lucretili; e poi i boschi di Manziana, Blera, Monteromano e Barbarano, quelli nella Valle del Treia, il bosco di Gattaceca vicino Mentana e quello intorno al Monumento naturale di Galeria.

Luoghi bellissimi e magici dove passeggiare e ascoltare la natura; luoghi dove portare i nostri bambini così da permettere loro la conoscenza con il mondo fatato degli alberi. Luoghi soprattutto da frequentare con grande amore e rispetto perché è agli abitanti del bosco che dobbiamo la nostra esistenza.

Francesco Gargaglia

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