Home AMBIENTE La bellezza del “cono”

La bellezza del “cono”

cono-pinifero
Galvanica Bruni

Se parliamo di “cono” non ci riferiamo al ‘solido di rotazione’ e neppure a quella famosa cialda, creata per sorreggere il gelato, inventata da Italo Marchioni nel 1903 a Washington; e tanto meno all’insolito nome di persona, “Cono”, la cui etimologia è assai incerta.

Se parliamo di cono o coni ci riferiamo più semplicemente agli “strobili”, chiamati anche pigne,  che in realtà sono delle strutture vegetali formate da foglie fertili che dopo la fecondazione diventano legnose assumendo la loro inconfondibile forma.

Continua a leggere sotto l‘annuncio

Il cono (o pigna) più conosciuto è quello ovviamente del Pino da pinoli che una volta caduto a terra ed aperto ci regala in quantità i buonissimi semi utilizzati soprattutto per cucinare; in realtà sono tante le piante che producono coni di forma e dimensioni diverse, ognuno con proprie caratteristiche e decisamente belli.

La loro struttura, allungata o panciuta, con le tante scaglie saldate tra di loro o aperte è un piccolo capolavoro di bellezza; a volte si sfaldano come i petali di un fiore e come un fiore emanano un piacevolissimo profumo.

Sono talmente belli che fin dall’antichità i coni sono stati utilizzati nell’arte figurativa; simbolo della vita e delle fertilità (a causa del gran numero di semi che produce) il cono, anzi la “pigna”, è stata inserita come elemento estetico in numerosissimi edifici e anche nella simbologia di alcuni stemmi comunali.

E’ possibile osservare le pigne su colonne, travi, cancellate; sulla cima delle fontane o nei giardini (quella nel Cortile della Pigna al Vaticano è la più grande al mondo); celebri le pigne portafortuna di Caltagirone in ceramiche dai colori bordeaux, verde rame o blu antico.

Nei nostri parchi e giardini è piuttosto frequente trovare coni appartenenti per lo più a Pini, Abete rosso (cono pendente) o Abete bianco (coni eretti).

Abbastanza frequente, anche se difficile raccoglierlo a terra ancora intero, il cono del Cedro che ha una piacevolissima forma tondeggiante e leggermente schiacciata tanto da farla assomigliare ad un piccolo vaso di terracotta; maturando assume colori diversi che vanno dal bruno purpureo a grigio.

Coni o pigne vengono prodotti  dal Pino nero, dal Larice, dal Cipresso e anche dalla Tuia.

La presenza di coni a terra ci dice anche quali sono gli animali presenti in zona perché le pigne vengono mangiate da uccelli e roditori; se la pigna si presenta solo col fuso centrale denudata disordinatamente delle squame allora è stato uno scoiattolo. Se invece la parte centrale è pulita e liscia ed è rimasto solo un ciuffetto all’estremità, allora il commensale era un topo.

Se infine le troviamo spezzate o incastrata nella corteccia possiamo essere sicuri che è opera del forte becco di un picchio.

Sebbene i coni delle conifere in fin dei conti siano oggetti comunissimi e di nessun valore, vale la pena durante una passeggiata in un bosco, sostare per osservarli da vicino e magari mostrarli ai nostri bambini che ancora non hanno le necessarie conoscenze “botaniche”.

Francesco Gargaglia

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

inserisci il tuo commento
inserisci il tuo nome