Da una parte il popolo che domenica ha sventolato i fazzoletti bianchi per manifestare disappunto, mutuando le proteste delle tifoserie iberiche. Dall’altra quelli che fra mille e più interrogativi si ritrovano con la squadra in alta quota, nonostante le polveri bagnate di Ciro Immobile.
Roma e Lazio si affrontano domenica alle 18 vagheggiando sogni simili, seppur consapevoli del fatto che i problemi non mancano. A cominciare dagli assenti, Vecino da una parte e Kumbulla dall’altra, entrambi appiedati dal giudice sportivo. La Roma pensa di riscattare la sconfitta patita all’andata (0-1), la Lazio sogna d’allungare il passo in classifica, aumentando il distacco fra le due a cinque punti.
E’ sfida nella sfida fra due allenatori diametralmente opposti fra loro per carattere e mentalità. La semplicità di Maurizio Sarri è contrapposta al protagonismo comunicativo di Josè Mourinho; fra due presidenze lontane anni luce, fra modi di giocare tutt’altro che paragonabili fra loro.
La Roma viene dalla sconfitta subita domenica sera contro il Sassuolo (3-4), terminata fra polemiche arbitrali e dubbi tecnico-tattici derivanti da seconde linee non sempre all’altezza delle prime scelte. La Lazio dal pareggio a reti bianche ottenuto in trasferta, a Bologna.
Manco a dirlo, la posta in palio è alta, vale la qualificazione europea. Che, sulla carta, le due squadre dovrebbero raggiungere senza grossi patemi d’animo. Ma serve capire se sarà aristocrazia o nobiltà europea, Champions o Uefa league. Differenza nel prestigio delle competizioni, ma soprattutto negli introiti economici.
Entrambe arriveranno alla stracittadina provenienti da una trasferta europea. In Spagna, la Roma punterà a difendere il 2-0 ottenuto all’Olimpico contro la Real Sociedad; sul campo dell’Az Alkmaar la formazione biancoceleste dovrà ribaltare la sconfitta interna subita contro gli olandesi.
Leonardo Morelli
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