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Basta morti in strada, basta immobilismo

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Galvanica Bruni

Nel corso dell’odierna domenica ecologica, Legambiente e tante altre associazioni hanno partecipato al flashmob #Bastamortinstrada per chiedere politiche più incisive per trasformare Roma in Città30, con nuovi limiti di velocità per il traffico automobilistico privato.

Torniamo a chiedere città più vivibili, dove ci siano ovunque limiti a 30 chilometri orari e una drastica riduzione del numero di incidenti provocata dalle auto – ha dichiarato Amedeo Trolese, responsabile mobilità di Legambiente Lazio che continuano a riempire le cronache ma anche a far sprofondare nel lutto i familiari delle vittime. Se tutto il traffico automobilistico privato diminuisse la sua corsa, avremmo modo di liberarci di una delle conseguenze più evidenti quanto drammatiche del dominio totale delle auto tra le strade della capitale, i morti in strada“.

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Non sappiamo se il limite a 30 chilometri a Roma possa essere la giusta panacea. Personalmente ne dubitiamo, ma resta il fatto che di morti in strada ne abbiamo abbastanza – 23 da inizio anno – non ce la facciamo più a leggerne o a scriverne senza che la rabbia prenda alla gola.

Città30 e altro

Limiti a 30 km, aumento degli autovelox, l’arrivo dei tutor – un arrivo lento pede però, visto che quello nella Galleria Giovanni XXIII fu annunciato nel 2018 e (forse) sarà operativo dal 30 marzo del 2023: questa si chiama lentocrazia – attraversamenti pedonali luminosi, la messa in sicurezza di solo 8 black point (incroci giudicati più pericolosi) entro l’anno per poi proseguire con altri 75 entro il Giubileo del 2025…

Queste e altre le iniziative che il Campidoglio intende mettere in campo. Misure giuste, per carità. Ma bastano a frenare la strage di morti in strada?

Lentocrazia o peggio, immobilismo

Basta morti sulle strade di Roma Nord lo andiamo scrivendo da tanto, troppo tempo. Basta vedere i nostri figli falciati a piedi, investiti o sfracellati sui loro scooter senza che un solo provvedimento sia stato ancora preso dal Campidoglio che, tramite il Dipartimento capitolino SIMU (Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana) è responsabile della manutenzione di circa 800 km di viabilità urbana che corrispondono a 599 strade di diretta competenza centrale ricadenti sotto la definizione “grande viabilità”.

E’ su questa “grande viabilità” di Roma Nord che noi continuiamo a contare i morti chiedendoci perché nello scorrere degli anni e nell’avvicendarsi delle Amministrazioni non sia stato preso alcun provvedimento. Altro che lentocrazia, questo è immobilismo.

Corso Francia

Su Corso Francia, nonostante il limite di 50 km, si corre da sempre, è notorio. Si sfreccia, si bruciano i semafori. Su Corso Francia sono morte Gaia Romagnoli e Camilla Von Freymann, 16 anni, in quella maledetta notte del 29 dicembre 2019. Su Corso Francia è morto Leonardo Lamma, 17 anni, in quel stramaledetto pomeriggio del 7 aprile del 2022. Morti che hanno lacerato cuore e anima  delle famiglie e dell’opinione pubblica.

Su Corso Francia si corre da sempre ma nulla era stato fatto prima di queste tre vittime strappate alla vita e nulla è stato fatto dopo, tranne che qualche metro di new jersey in cemento con sopra una inutile rete pollaio.

Eppure, sul  tavolo per la sicurezza di Corso Francia – convocato  in Campidoglio nel febbraio del 2020 – furono analizzate tante ipotesi di lavoro, compresa la possibile realizzazione di un ponte pedonale fra Vigna Clara e Fleming ripescando un progetto pubblicato in esclusiva dalla nostra testata  nel 2013 (leggi qui).
Ma nulla è stato fatto. Altro che lentocrazia, questo è immobilismo.

Via Cassia ‘Antica’

Da oltre 15 anni – a sollevare il problema fu la nostra testata ai suoi albori – il tratto di via Cassia che va da piazza Giuochi Delfici all’incrocio con via Cassia Nuova, dai più chiamato Cassia Antica, è pericoloso.

Pericoloso per il crocevia altezza via Cortina d’Ampezzo dove insiste l’ingresso-uscita di un supermercato con annesso centro commerciale e lo sbocco di via dell’Acqua Traversa con relativo elevato flusso di mezzi della Marina Militare. Il tutto condito dal via-vai di auto private e mezzi Atac provenienti o diretti verso via Cassia Nuova, senza infine dimenticare l’incrocio vero e proprio con via Cortina d’Ampezzo che da anni è protagonista di un dibattito locale su come meglio disciplinarlo.

Da anni, infatti, se ne discetta a livello istituzionale: rotatoria sì rotatoria no, semaforo, inversione degli stop, allargamento della strada, revisione dell’ingresso e dell’uscita del piccolo centro commerciale. Di chiacchiere tante di fatti zero. Altro che lentocrazia, questo è immobilismo.

A pensarci bene però, un fatto sì, c’è stato. Da doppia linea continua un pezzo di segnaletica orizzontale è diventato tratteggiato consentendo ai residenti del nuovo comprensorio al 369 di tagliare pericolosamente i flussi di traffico uscendo o entrando in casa loro. Abbiamo chiesto lumi ad alcuni consiglieri del XV. Risposte zero.

Eppure in quei 700 metri di incidenti gravi ce ne sono stati. Pure tanti. Pure mortali. Come quello di Vittorio Trombetti, 19 anni, nel maggio del 2016. Una morte che non ha insegnato nulla. Dopo sette anni dall’incidente nulla è cambiato. Altro che lentocrazia, questo è immobilismo.

Via Cassia Nuova

Da ottobre 2012 a oggi ben sei vite si sono spezzate sul tratto di via Cassia Nuova che va dall’incrocio con via Oriolo Romano a Corso Francia. Circa mille metri con forte pendenza, la chiamano la valle dei pinguini a causa dello sbalzo termico fra inizio e fine discesa. Un tratto micidiale dove i sorpassi sono continui, dove la disciplina di traffico è ambigua, dove la doppia striscia di conseguenza viene spesso ignorata, dove di autovelox o di altri strumenti di deterrenza o di prevenzione non s’è vista mai ombra.

Tutti corrono. Chi scende dalla Cassia è portato ad aumentare la velocità per il fatto che il “discesone” è privo di qualsiasi ostacolo e semaforo. Si corre quindi, soprattutto se da lontano si adocchia il verde all’incrocio con via Fabbroni. E anche chi viene da Corso Francia ha la stessa tentazione di spingere l’acceleratore o di dare gas allo scooter perché sta uscendo dalla città, sta tornando a casa.

Sei morti in strada in dieci anni. Tutti sullo scooter.
Ottobre 2012, Claudia Scarano 43 anni, mamma di due bimbi. Si scontra frontalmente con una Ford Ka che proviene in senso opposto.
Giugno 2013, Giacomo Vidiri, 17 anni. In piena notte si scontra con un’auto all’inizio di via Oriolo Romano.
Marzo 2014, Valentina Giannini 18 anni. Collisione con un’auto. Viene sbalzata a terra e viene travolta da un’altra moto che sopraggiunge in quel momento in senso opposto.
Marzo 2017 Alessandro Nazzareno, 49 anni. Si scontra con un cinghiale (Nel 2019 tre funzionari del Comune verranno indagati per omicidio stradale).

E ancora, più recentemente, luglio 2021 Edoardo Moschini, 36 anni. Viene travolto durante un sorpasso azzardato da un’auto che procede ad alta velocità e in direzione opposta (l’autista risulterà positivo agli esami tossicologici e all’alcol test).
Luglio 2022 Alessio Massa 20 anni, si scontra frontalmente con una Nissan che proviene in senso opposto.

Sei vittime la cui morte non è giustificabile per alcun motivo, sei vite spezzate che avrebbero dovuto indurre le istituzioni a rendere la circolazione stradale su questo tratto più sicura, più protetta, più sorvegliata.

Da ottobre 2012 a oggi in Campidoglio si sono succedute quattro amministrazioni ma non una di esse ha preso un’iniziativa per questi mille metri micidiali. La viabilità, la segnaletica, la disciplina stradale di oggi sono quelle di dieci anni fa. Altro che lentocrazia, questo è immobilismo.

Basta morti in strada, basta immobilismo

Sono tanti i morti sulle strade di Roma e di Roma Nord, sono troppi i giovani che lasciano i loro genitori a piangerli. Una mattanza le cui dimensioni potrebbero ridursi se tutti noi riducessimo la velocità dei nostri mezzi, non usando il telefono, non chattando o sbirciando facebook mentre si è alla guida.

Una mattanza però le cui dimensioni – per quanto riguarda Roma Nord, bacino di nostro interesse – sono strettamente collegate al decennale stato delle nostre strade di “grande viabilità”, alle discipline di traffico vecchie, all’assenza capillare di strumenti di dissuasione,  alla mancanza di iniziative strutturate. All’immobilismo.

Claudio Cafasso

© RIPRODUZIONE RISERVATA

9 COMMENTI

  1. Secondo me non ha senso chiedere Città30 se oggi che siamo Città50 (sono anni, o forse decenni che esiste il limite dei 50 km/h in città) nessuno, o pochissimi, rispetta il limite di velocità. Possiamo mettere anche il limite a 10 km/h, ma se non ci sono i controlli non serve a niente. Si dovrebbe ritornare alla vecchia abitudine di fare le multe ai trasgressori delle regole del codice della strada (non solo per eccesso di velocità) ma per fare questo si dovrebbero vedere i vigili in giro per la città, non solo in macchina ad attendere la fine del turno, ma anche a piedi, come era una volta. E poi autovelox, photored, telecamere e i nuovi ritrovati della tecnologia a go go!

  2. Ottimo articolo Sig. Cafasso. Mi permetto di segnalarLe che, oltre alle strade da Lei segnalate, aggiungerei l’asfaltatura e la messa in sicurezza della nuova Braccianese, ormai definita “Strada killer”.
    Roberto S.

  3. Da articoli di giornale sembra che il Sindaco abbia puntato la sua attenzione sul problema della velocità fuori controllo sulle strade di Roma, e che l’Amministrazione comunale stia lavorandoci sopra. Speriamo che le notizie siano vere.
    Da parte mia posso ricordare che fino a una ventina d’anni fa, o forse di più, a Roma si osservavano con maggior attenzione e i limiti di velocità, non perchè i Quiriti fossero più attenti, ma perchè c’era il concreto rischio di incappare in pattuglie della Stradale su motocicletta, notoriamente poco compassionevoli. Dette pattuglie al momento sembrano scomparse, e magari VCB potrebbe far ricerche su quante ce ne siano attualmente in servizio, confrontando con quante ce n’erano vent’anni fa.
    Altra mia nota personale: il sabato sera su Corso di Francia (tratto da viale Pilsudsky fino a incrocio con via Flamina vecchia) non è raro vedere auto che procedono a velocità vicine o forse anche superiori a km/h 100; può bastare un nulla per causare una tragedia, come quella delle ragazze sedicenni morte a fine 2019. Basterebbe ricordare a tutti, anche impiantando autovelox fissi, che su quell’invitante rettilineo lungo quasi km. 2 il limite di velocità è sempre stato di km/h. 50, e percorrendolo a velocità folle si guadagnano pochi stupidissimi secondi.

    • Miglioriamo Roma sul serio e non con queste cretinate del limite dei 30 Km.

      Ci vogliono pattuglie e autovelox per far rispettare il limite dei 50 che non rispetta nessuno.

  4. A parte il fatto che per quanto riguarda i dati dei SUV riportati da Facebook si parla di MIGLIA e non chilometri (40 miglia sono quasi 80 km e a quella velocità anche un triciclo ammazza una persona!), ma parlare di “città a misura d’uomo” è semplicemente ridicolo. Nessuna città lo è (a meno di non parlare di centri abitati minuscoli) e lo potrà mai essere non soltanto per come sono cresciute le nostre metropoli, per il peso che le attività commerciali hanno ma soprattutto per la gestione politica delle stesse affidata a politici di nessuna competenza.
    Trasformare Roma in città a misura d’uomo? E come…con le funivie, i monopattini, le “domeniche ecologiche”, le pecore nei campi? Da decenni le amministrazioni sparano a raffica progetti relativi ad ogni settore (fiume, tram, chiusura centri storici ecc.) e NON UNO VIENE REALIZZATO.
    E vada per i 30 km (tanto se uno se ne frega dei 50 figuriamoci dei 30) ma senza una RIVOLUZIONE EPOCALE nel campo del trasporto pubblico, magari con bus elettrificati, come si pensa di cambiare le cose? Rivoluzione epocale vuol dire una rete capillare di mezzi pubblici che transitano alle fermate ogni 5 minuti……..FANTASCIENZA!!

  5. Le chiacchiere stanno a zero !!
    Quanto riportato in questo articolo sono …PURTROPPO… FATTI !!!
    I morti sulle strade di ROMA Nord e su tutte le strade di Roma sono davvero troppi….tanti …tanti e , nessuno lo dice , ma i morti per incidenti stradali a Roma , nel Lazio ed in tutta Italia sono all’anno nettamente maggiori dei morti sul lavoro !! Andatevi a vedere le statistiche , quelle serie e vere, e vedrete che è proprio così !
    Adesso non è che dobbiamo fare una gara e mettere in concorrenza questi numeri , le persone decedute sono tutte eguali e tutte meritano considerazione , rispetto e “una prece” ………ma il fatto che i morti sulle strade siano superiori ai morti sul lavoro , deve far riflettere tutti noi !!!

  6. Trasformare Roma in una città a “misura d’uomo”, con questa classe dirigente, è parlare di fantascienza.
    Non sono in grado di risolvere il problema dei cinghiali, delle baraccopoli abusive, delle occupazioni di case, della manutenzione di strade e giardini, di controllare la sosta abusiva dei veicoli, della programmazione degli interventi ecc.
    Una città a “misura d’uomo” non si crea introducendo il limite di velocità a 30 km orari per scimmiottare Milano, bloccando il traffico, di tanto in tanto, per le domeniche ecologiche.
    La questione è molto più complessa e dev’essere affidata ai tecnici con l’incarico di ridisegnare e rivoluzionare tutto l’impianto stradale, creando nuovi parcheggi sotterranei, chiudendo delle strade per rendere più fluida la circolazione, aumentare i sensi unici, nuove zone verdi e isole pedonali.
    Non dimentichiamo la farsa dello stadio della Roma, la metropolitana C, la funivia di Monta Mario e del museo della Scienza di via Guido Reni che, dopo 10 anni di studi, vedi solo una bella colonia per i gatti.
    Per concludere la chiusura della Torretta Valadier alle mostra d’arte di artisti emergenti.
    Non ci facciamo illusioni, non sono in grado di realizzare una città a misura d’uomo, facciamocene una ragione.
    Gianmarco

  7. è sufficiente mettere qualche velox 50 km/h tra corso francia, cassia altezza cortina d’ampezzo e cassia nuova e ripristinare la precedenza della cassia su cortina d’ampezzo, come da codice della strada. cose basilari in un comune normale..ma roma, capitale delle magnate, non lo è da decenni.. Le forze dell ordine la sera fisse non ci sono..ieri sfrecciava un folle con auto potente a 180 su corso francia.. come del resto in molte autostrade italiane.. con aumentod ell inquinamento ed ipocrisia europea ed italiana. In attesa di tram e metro leggere di superficie..mentre bucano alpi ed appennini con decine di miliardi etc..

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