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Addio Juan Carrito, orso buono, goloso e burlone

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Galvanica Bruni

Juan Carrito, l’orso marsicano figlio di Amarena, nato e cresciuto all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, è morto investito da una autovettura all’uscita di una galleria nei pressi di Roccaraso. Nell’impatto la conducente è rimasta illesa mentre l’orso, a causa delle gravi lesioni interne, è  morto poco dopo il suo ricovero in un centro specializzato.

Unanime il cordoglio dei guardaparco che lo seguivano costantemente attraverso un collare GPS e della popolazione dei comuni di Abruzzo e Molise abituati alle sue marachelle. Il Presidente della Regione ha parlato di una notizia “che rattrista il mondo intero”.

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Una esagerazione? Affatto… le vicende legate alla turbolenta esistenza di questo plantigrado avevano incuriosito milioni di persone, “animalisti” e non, in tutto il pianeta. Le sue incursioni nelle pasticcerie e ristoranti di Roccaraso avevano divertito e commosso gli italiani che seguivano  con attenzione i suoi spostamenti. I tentativi di allontanarlo dalla sua terra erano falliti miseramente perché ogni volta Juan Carrito era tornato a “casa” e alla sua vita di sempre.

Qualcuno parla di “fine annunciata” ma non è  affatto cosi; l’intera area che va da Pettorano sul Gizio a Roccaraso è un “corridoio naturale” che permette lo spostamento dei selvatici tra il Parco Nazionale e le altre riserve e pertanto le strade non possono essere recintate.

Per qualcuno altro sarà stata una buona notizia: un problema in meno da risolvere. Certo, un grosso orso che si aggirava nei centri abitati in cerca di leccornie non era cosa del tutto normale ma Juan Carrito, capace di giocare sulla neve con un pastore tedesco, era molto di più di un semplice orso. Era un simbolo. Il simbolo di una natura magnanima che per quanto sfregiato e maltrattata è  capace di regalare a chi sa amarla grandi e straordinarie meraviglie. Come l’amicizia di un orso.

In un bellissimo documentario andato in onda nella stessa giornata in cui è morto Juan Carrito, ci raccontano che il Regno Unito è il paese europeo con più volpi; a Bristol ce ne sono addirittura 15 per ogni kmq. In molti casi le volpi rosse scavano le tane nei giardini delle villette di periferia e vengono alimentate regolarmente dai proprietari. In alcuni casi questa abitudine è addirittura decennale. Generazioni di volpi sono cresciute con gli avanzi dei cittadini di Bristol a conferma di come una convivenza tra uomini e animali sia sempre possibile.

Sara difficile cancellare il ricordo di Juan Carrito, orso goloso, burlone e mansueto.

Francesco Gargaglia

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