Home CRONACA A Roma di cinghiali non si parla più. Eppure…

A Roma di cinghiali non si parla più. Eppure…

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Lettere al direttore

Mentre risuona il nuovo allarme Coldiretti – SOS lupi per gli attacchi frequenti e sempre più ravvicinati a pecore e capre – i cinghiali sembrano essere scomparsi dal paesaggio laziale e romano. Lontani dai radar.
Passata l’effervescenza per la sorte degli ungulati ospiti della “Sfattoria degli animali”, l’interesse per la sorte dei cinghiali sembra essersi smarrito.

A rinnovarlo solo gli attacchi come quello subito da Sabina de Gregorio a Colle Salario lo scorso 15 ottobre. La signora è stata attaccata e ferita. Quindi non parliamo di spavento o incidente, ma di un vero e proprio pericolo per le strade e le piazze della città. Anche quella interna, fortemente antropoformizzata.

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E con i cinghiali anche l’interesse per la peste suina sembra essere stato sostituito e cancellato dalle sempre nuove emergenze dettate dalla fauna esuberante, specie nella capitale.

Scemata la curiosità per il destino dei cinghiali, resta quella sull’attività di contenimento della diffusione della popolazione. Accentrata tutta l’attività nella cabina di regia ai parchi non resta che stare alla finestra a guardare.

Ai guardiaparco resta la competenza sul montaggio delle gabbie su mandato della cabina. Un’attività altalenante e priva della necessaria continuità. Non è infrequente infatti veder distrutte o smontate le poche attrezzature poste lungo i corridoi di passaggio degli ungulati.

Le associazioni animaliste sono più tempestive della cabina di regia, la cui attività resta abbastanza misteriosa, specie sul fronte della diffusione di notizie. Che fine hanno fatto gli abbattimenti? Il piano regionale per il controllo del fenomeno – di metà giugno – è praticamente a saldo zero, o poco più a fronte di una popolazione stimata in tutta la regione Lazio di diverse decine di migliaia di capi. A che punto è quel piano? Come procede il cronoprogramma?

E secondo le stime non ufficiali che circolano anche sul fronte delle catture si procede a rilento. Poche decine dall’approvazione del piano.

L’unico fronte al quale si può guardare con moderata soddisfazione è quello della peste. Le carcasse recuperate nei parchi dicono che l’epidemia è sostanzialmente ferma. Non c’è stata la temuta esportazione e anche nelle zone rosse di Acquafredda e Insugherata, oltre che a Vejo, non si registrano casi.

Bloccata la peste non si riesce a bloccare la moltiplicazione degli animali la cui capacità riproduttiva è fuori da ogni  tentativo di controllo fin qui sperimentato. L’aggressione di Colle Salario potrebbe essere l’avvisaglia di una diversa “convivenza” tra umani e cinghiali? (red/RL)

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5 COMMENTI

  1. Gli “animalisti” sono più veloci degli interventi peraltro già di loro quasi carezzevoli (immaginate di catturare un cinghiale alla volta per gabbia…ci vorranno 500 anni minimo per contenere la popolazione), la loro “indignazione” per le gabbie vince arrivando a farle rimuovere o sabotandole direttamente. Avevo segnalato la presenza di una dozzina di cinghiali all’interno del Don Gnocchi che collega Via della Farnesina con Colli della Farnesina (Parco Volpi), avvistati tre settimane fa intorno all’una e mezza di notte (ero nell’area cani coi miei cani, che abbaiavano in quella direzione), sporgendomi per capire cosa fosse quello zoccolio…e un addetto mi ha risposto: “Essì, ma da qualche parte dovranno pur andare ste bestie”, quindi penso che alla gente stia bene la convivenza con questa sovrappopolazione, altrimenti non me lo spiego. Io sto rinunciando ad andare in aree tipo cimitero dei francesi, madonnina e K2, ormai strapieni forse più dell’Insugherata stessa. Fine della riserva.

  2. Siccome un tizio dice: “…ma da qualche parte dovranno pure andare…” la colpa è degli animalisti. Ma perchè le ordinanze regionali e comunali le fanno gli animalisti? Dovevano mettere barriere, cancelli dissuasori….niente! Dovevano procedere con le catture….niente! Dovevano fare gli abbattimenti…niente! Sono decenni che non fanno niente la colpa però è degli animalisti…..
    Miiiiiiii……..devono essere proprio potenti ‘sti animalisti!

    • Chi mette i bastoni a fermare le trappole posso garantirti che non sono né i cani né i cinghiali. Se ho virgolettato il sostantivo “animalista” è perché l’etica di quelli che difendono i cinghiali non è per niente “animalista”, ma tutt’altro. E chi vuol capire capisca. Quindi si senta “mozzicato” solo chi ancora difende la legittima presenza degli animali in città. Che poi “cancelli dissuasori”…ma perché, i cinghiali parcheggiano sui passi carrabili? Sicuro che sta rispondendo alle cose che ho scritto???

  3. Signor Salvo F. a me sembra che a sentirsi ” mozzicato” sia proprio lei e solo perché ho scritto che non sono gli animalisti a decidere cosa fare per ridurre il numero dei cinghiali in città. Gli animali selvatici ovviamente NON devono stare nei centri abitati ma è altrettanto vero che NON si possono trasformare le strade in mangiatoie. Se poi qualcuno blocca le gabbie allora è solo un fesso che non fa altro che protrarre il problema. (Dopo ‘cancelli’ era prevista una virgola: “…barriere, cancelli, dissuasori…”).

  4. Parliamo chiaro: anche il problema cinghiali faceva parte della campagna politica volta a screditare la giunta Raggi , raggiunto lo scopo del “cambio di direzione” il problema è diventato irrisolvibile prima dell’avvento salvifico del nuovo inceneritore che magicamente farà sparire ( quando ?) ogni rifiuto dalla città e di conseguenza eliminerà completamente la scomoda presenza selvatica . Perciò sopportiamo fiduciosi confidando nel futuro prossimo venturo !

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