Chi ama leggere i libri di Mauro Corona sarà felice di sapere che nelle edicole e librerie troverà “Arrampicare” (Ed. Solferino, 140 pag., 14,00 Euro), un piacevolissimo libro con storie di “rocce, di sfide e d’Amore”.
Mauro Corona, personaggio notissimo, è stato un ottimo alpinista prima di diventare l’uomo che è, ovvero uno scrittore e uno scultore. In “Arrampicare” ha raccolto alcune delle sue esperienze in montagna arricchendo il racconto con riflessioni importanti sul tema della vita e della morte. D’altronde chi pratica l’alpinismo ad un alto livello mette spesso in gioco la propria vita.
Corona è uno di quegli alpinisti che si è formato nel periodo in cui l’alpinismo classico (quello fatto di piccozza, scarponi e calzoni alla zuava) cominciava a declinare per scomparire poi per sempre. A prendere il suo posto non solo nuove tecniche di arrampicata ma anche una nuova filosofia che voleva la montagna gioia e divertimento e non solo fatica e sofferenza.
Le persone come lui, in questo “nuovo mattino”, hanno potuto dare libero sfogo non solo alle loro capacità fisiche ma anche al coraggio, al desiderio di avventura e alla fantasia.
Mauro Corona, assieme al suo amico “Manolo” (uno dei free-climbers più forti al mondo) ha aperto e chiodato sulle sue montagne centinaia di vie che oggi vengono usate da scalatori italiani e stranieri. E l’ha fatto con un certo “spirito” ovvero quello dell’avventuriero e dell’artista.
“Arrampicare” non è soltanto un libro di avventure in montagna, è anche un po’ una breve storia dell’alpinismo: dalle prime ascensioni con i pesanti scarponi ai piedi alle emozionati sfide su falesie strapiombanti con difficoltà non inferiori all’ottavo grado. Un libro che si legge d’un fiato ma che ha una sola pecca: è molto breve e il piacere di leggerlo termina troppo presto.
Francesco Gargaglia
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