Home AMBIENTE ”Pane e cerase” rischia di diventare un sogno

”Pane e cerase” rischia di diventare un sogno

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Quando abbiamo visto il prezzo ci siamo stropicciati gli occhi guardando e riguardando la targhetta con la cifra. Poi abbiamo chiesto conferma. Vero, 16 euro per un chilo di ciliegie. Quanto una bottiglia di Valpolicella, l’equivalente di 8 litri di benzina.

E neanche a dire che stiamo parlando di una rara primizia o di frutto esotico proveniente dall’altro capo del pianeta viaggiando per migliaia di chilometri in un container refrigerato. Proprio no. Stiamo parlando del comunissimo frutto del Prunus avium, quello che cresce in ogni angolo di campagna e che produce più frutti di quanti uno riesca a mangiare.

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Ne produce talmente tanti che gran parte di questi cadono a terra per la gioia di uccelli  ma soprattutto volpi che, una volta digerite, provvedono a distribuire il duro nocciolo sul terreno perpetuando così la specie.

Non c’è angolo di pianura o di montagna che in estate non permetta, allungando semplicemente una mano, di fare una scorpacciata del “preziosissimo” frutto rosso. Ci sarà pure la guerra, i rimasugli del Covid, il caro carburante ma 16 euro per un chilo di ciliegie è veramente tanto. Troppo.

E pensare che un tempo le ciliegie con il pane erano il pranzo dei poveri contadini che nel centro e nel sud Italia  altro non potevano permettersi; anche la “bersagliera” di Comencini, interpretata dalla procace Gina Lollobrigida,  placava i morsi della fame con pane e cerase.

E come dimenticare la celebre “Reginella” che  “quanno stive cu mico, nun magnave ca pane e cerase”? Evidentemente era un tipo diverso di ciliegie perché con un costo di 16 euro al chilo  oggi andrebbe in malora qualsiasi spasimante. Insomma, il companatico della povera gente è diventato merce preziosa per tavole esclusive. Andrà a finire che le ciliege dovremo comprarle come si fa con i tartufi: a grammi.

Francesco Gargaglia

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3 COMMENTI

  1. A Genova le ho trovate a solo12 euro al chilo!! Tornando a Roma ne porto un paio di chili così risparmio!! Pensare che in Danimarca e Svezia le vendono a numero, questi prezzi mi fanno sentire un nordeuropeo.

  2. Del resto l’inflazione è anche questo. Comunque basta non comprarle. Se tutti facessero così, sono convinto che i prezzi, prima che le “cerase” marciscano sui banconi, verrebbero subito abbassati. Del resto delle ciliegie se ne può fare a meno.

  3. Condivido il commento di Accelerix e consiglio a tutti di non comprarle! Le pensioni sono ferme da vent’anni ma i commercianti aumentano i prezzi a dismisura. L’unica nostra difesa è lasciargli la merce invenduta!!

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