Home CRONACA  Tor di Quinto, scontro auto-monopattino, morto un 24enne

 Tor di Quinto, scontro auto-monopattino, morto un 24enne

ambulanza
immagine di repertorio
ArsBiomedica

Tragico incidente in viale Tor di Quinto dove intorno alle 22 di domenica 8 maggio un ragazzo di 24 anni ha perso la vita.

Il fatto è accaduto nei pressi della Caserma dei Carabinieri Salvo D’Acquisto, lì il ragazzo che stava conducendo un monopattino elettrico si è scontrato con un’auto. L’impatto è stato violento, il giovane ha riportato ferite gravissime ed è deceduto pochi istanti dopo.

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Sul posto è subito giunta un’ambulanza del 118  ma per il ragazzo non c’era purtroppo niente da fare. Assieme ai sanitari, gli agenti della Polizia Locale per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente, al momento ancora sconosciuta. Il conducente dell’auto, sotto shock, è stato accompagnato al Sant’Andrea per gli accertamenti e i test di rito.

Nel 2021 a Roma ci sono stati oltre 200 incidenti, negli ultimi diciotto mesi sono state quattro le persone decedute in monopattino e il tragico incidente di ieri sera riaccende i riflettori sulla pericolosità di questo mezzo nel traffico cittadino – nella capitale solo quelli in sharing sono oltre 12mila –  e soprattutto sulle modalità di conduzione e sulle poche regole che le disciplinano. Una per tutte, il casco non è obbligatorio dai 18 anni in su.

Ecco una breve inchiesta sui monopattini a Roma, migliaia di mezzi ma regole poche troppo poche. Leggi qui

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12 COMMENTI

  1. Non è il monopattino a essere pericoloso, sono le auto che vengono condotte a velocità elevata e con poca attenzione all’utenza più fragile: pedoni, ciclisti, scooter, monopattini, tutti con il diritto di condividere quello spazio. Vogliamo cambiare mentalità?

  2. Ok, siamo d’accordo, guidiamo tutti male e siamo isterici, ma i monopattini, che sfrecciano velocissimi e sono instabili, non sono sicuri soprattutto per chi ci sale sopra (in due, spesso).
    Molti manco portano il casco. Io ho il terrore quando me ne passa uno vicino, ho paura che sbandi o mi cada davanti e di fargli male.

  3. I monopattini sono pericolosi, per se stessi e per gli altri! Non dovrebbero andare sulla strada in mezzo alle macchine. E sono anche pericolosi per i pedoni stessi, qualche giorno uno mi stava venendo addosso, sono riuscita a spostarmi in tempo, andava veloce e se non mi fossi spostata, mi avrebbe scaraventata a terra e parliamo del centro!! Io li abolirei li trovo tremendamente pericolosi.

  4. I monopattini in città sono inutili e pericolosi. Finché non ci saranno strade con corsie ciclabili dedicate e regole certe per tutti (il casco!!!!) lasciamo che circolino solo per svago e solo nei parchi.
    Oltretutto non bisogna dimenticare che se è pericoloso per chi lo utilizza, lo è altrettanto per chi, ad esempio, camminando sul marciapiedi rischia di essere investito.

    • Concordo. Da varie fonti, e non solo di stampa, ho appreso come l’incidente sia stato causato dalla perdita di controllo della vettura causata dell’eccessiva velocità. Questa inutile ed ingiustificata smania di “correre”, fomentata anche dalla pubblicità, sta oramai assumendo l’aspetto di una, grave, pandemia.Molti anni fa, quando non c’erano limiti, percorrevo a fine settimana alternate 940 chilometri all’andata ed altrettanti al ritorno. All’andata arrivavo fino ai 200 km/h ed a volte li mantenevo per lunghi tratti mentre al ritorno toccavo al massimo i 130.
      La differenza di percorrenza fra l’andata ed il ritorno era di 20 o al massimo 25 minuti!

      • Correre in città è assolutamente inutile.
        Tra semafori, auto in doppia fila e cantieri la differenza tra andare a 40-50 e a 80-90 o più per percorsi di 2-3 km si misura in secondi.
        La differenza in termini di vite umane no però.

  5. Il punto principale da discutere non è se i monopattini siano pericolosi (per alcuni versi concorderei pure) e/o se quelli che li guidano siano barbari incoscienti perché, se questo è l’approccio, allora potremmo dire che anche muoversi a piedi è pericoloso e che i barbari incoscienti tendenzialmente si mettono alla guida di qualunque tipologia di veicolo con o senza motore.

    Per cui il primo punto, almeno secondo me, è creare una cultura diffusa e condivisa sul come ci si muove sulle strade per fare in modo di non essere pericolosi per sé e per gli altri.
    Scegliendo quest’ottica si capisce come, seppur si può essere pericolosi con qualsiasi mezzo, sia evidente che il fattore di maggior pericolo, per numerosità e potenzialità di danno, presente sulle strade siano le automobili. E’ parimenti evidente che ridurre la velocità quando si guida un automobile non avrebbe forti conseguenze sui tempi di percorrenza dei nostri tragitti (soprattutto in città), ma ne avrebbe gigantesche nella salvaguardia di vite umane.
    Nel caso specifico, il ragazzo era fermo al semaforo, ma anche nel caso in cui fosse in movimento, anche in modo non propriamente ortodosso, se l’automobilista che l’ha investito avesse schiacciato meno il piede sull’acceleratore, oggi sarebbe molto probabilmente al reparto di ortopedia e traumatologia di un ospedale e non nella camera mortuaria.

    Di fronte alle numerose morti che quotidianamente avvengono sulle strade (e che colpiscono percentualmente in maniera molto più forte pedoni, ciclisti e utenti “deboli” delle strade), interrogarsi su di chi sia la colpa dell’incidente non riporta in vita le persone; serve capire invece che andando più piano automaticamente salviamo vite umane.

    • Caro “Fake” G, questo è l’approccio corretto al problema, non si può dire meglio. Speriamo che VignaClaraBlog voglia sposare questa visione, consci dell’importanza dei media nel formare l’opinione pubblica.

  6. Stamane, via Goito (Termini) . Addetto alla manutenzione dei monopattini sfreccia sul.. monopattino con a bordo 3 (tre) monopattini fuori servizio. Senza casco. Sicurezza sul lavoro pari a zero. Zero.

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