Home CRONACA Ponte Milvio, affumicati da ferragosto per avere l’elettricità in casa  

Ponte Milvio, affumicati da ferragosto per avere l’elettricità in casa  

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“Gentile Redazione, mi spiace scrivervi di una situazione che è una quisquilia se paragonata con le gravi vicende internazionali e nazionali di questi giorni. Vi racconto però quanto sta accadendo in questi giorni in via Proceno e in via Bolsena, a pochi passi da Ponte Milvio”.

Inizia così il racconto di Erica V. spiegando alla nostra redazione che il giorno di Ferragosto, alle 11 circa, è andata via la luce. I pochi residenti se ne sono accorti subito da allarmi che suonavano, ascensori fermi e frigoriferi spenti. Dopo aver segnalato il disservizio, intorno alle 11.30 sono arrivati dei tecnici che lavorando sotto la calura ferragostana alle 13.30 hanno ripristinato l’elettricità.

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“Alle 16 dello stesso giorno – racconta Erica – è arrivato un mezzo pesante e due persone hanno collegato il gruppo elettrogeno (tale era) alla centralina di Via Proceno. Non abbiamo subito compreso il perchè, ma poi è stato chiaro che il guasto non era stato riparato e ci voleva un supporto per garantire la continuità della fornitura elettrica, fortemente necessaria in questi giorni di gran caldo.
Peccato che arrivati alle 21 di oggi, martedì17 agosto, nessuno sia venuto a riparare definitivamente il guasto. Solo i responsabili del gruppo elettrogeno sono venuti a caricare il gasolio necessario a far funzionare il mezzo e quindi a garantire ai residenti la fornitura di energia elettrica”.

Qual è il problema? E’ presto detto. Sul tetto del gruppo elettrogeno c’è il tubo di scarico dei fumi (si suppone monossido di carbonio e particolato).

“Immaginate – esclama Erica – è come essere in garage con un motore diesel acceso. I fumi dello scarico arrivano nelle case circostanti, in maniera diretta nei piani di tre palazzine, e in maniera diffusa in tutta la stretta e piccola Via Proceno creando un’aria tossica e irrespirabile e costringendo le famiglie a barricarsi in casa a 38 gradi, e a non utilizzare – se non per stretta necessità – camere, stanze da letto, bagni e cucine. Ma non basta, oltre al danno ambientale, che è il più serio e grave, c’è anche il persistente rumore del motore che alimenta la centralina giorno e notte”.

Male minore? Certo. “Ma perchè il lunedì 16 agosto non sono venuti i tecnici di Acea/Areti a riparare il guasto? Questo è nodo della questione – conclude Erica -: se la gestione non ha capacità organizzativa 365 giorni all’anno qualcosa non funziona. Le persone specializzate erano in ferie? Sono allocate altrove? Ma in una Metropoli come Roma si può e si deve operare e lavorare sapendo le complessità e le emergenze da affrontare tempestivamente. Un’utopia? Speriamo di no”.

Giulia Vincenzi

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