Non sempre uno storico è anche un bravo romanziere; scrivere un romanzo richiede una certa dose di fantasia, facoltà che non sempre si concilia con la storia.
Alessandro Barbero, storico militare e del medioevo, oltre ad essere un bravo e scrupoloso studioso è anche uno straordinario romanziere; sebbene le sue storie si ispirino a fatti realmente accaduti, i suoi romanzi sono sempre molto accurati e avvincenti.
In “Alabama” ( Ed. Sellerio, 272 pag. 15 Euro) Barbero ci trascina nella guerra civile americana (o guerra di secessione o di liberazione come la chiamarono i confederati) e lo fa dando voce ad un veterano intervistato da una giovane giornalista in cerca di scottanti verità.
Nel suo lungo monologo il vecchio parla della guerra con lucidità priva di passione; la morte, le ferite e la sofferenza sono niente altro che un fatto compiuto; anche la barbara uccisione di un gruppo di prigionieri nordisti di colore (la ragione che ha spinto la giornalista ad indagare) sembra perdere importanza.
Se nelle parole del vecchio non c’è pieta sopravvive però la certezza di aver combattuto per una giusta causa.
Il racconto è ricco di spunti a volte divertenti altre volte tristi ma sempre privi del coinvolgimento emotivo dei protagonisti rassegnati a considerare la morte in battaglia un fatto accidentale.
Il romanzo di Barbero trae ispirazione da quella che è una delle pagine più oscure della storia americana, la lunga e sanguinosa guerra civile, dove lo spirito di distruzione si impossessò dei contendenti; in quella guerra fratricida il sangue scorse a fiumi e il fuoco cancellò interi paesi lasciando ferite mai rimarginate.
Alessandro Barbero, come storico e romanziere, ha una straordinaria capacità ovvero quella di coinvolgere fortemente il lettore; scorrendo le pagine di “Alabama” si ha l’impressione di trovarsi faccia a faccia con il vecchio soldato e di ascoltare direttamente dalle sue labbra il racconto di eventi cos’ lontani ma ancora vividi nella sua mente.
“Alabama” è un eccellente romanzo: ben scritto, affascinante, cinico, coinvolgente, in grado di rapire l’attenzione del lettore dalla prima all’ultima pagina; un libro straordinario per chi ama le vicende di uomini in guerra.
Francesco Gargaglia
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