Caro acqua. Nel 2024 i residenti nel Lazio hanno speso mediamente 568 euro. In leggera contrazione rispetto all’anno precedente, meno 2,5 per cento. Integralmente merito della provincia pontina dove il decremento è stato del 37,5 per cento, ma comunque di ben 68 euro più alta della media nazionale.
A fare i conti in tasca al servizio di fornitura è Cittadinanzattiva con il suo ventesimo rapporto.
La bolletta idrica è diretta emanazione della cattiva gestione dell’acqua nella nostra regione. Segnata, ancora, da una dispersione che sfiora il 50 per cento. Per l’esattezza poco oltre il 47 per cento. 5 punti percentuali in più della media del paese che è del 42,4%.
In testa alla classifica delle province più care c’è Frosinone dove la spesa supera i 900 euro e fa registrare un incremento sul 2023 del 5,7%.
A Roma si pagano 481 euro, comunque meno che a Viterbo dove l’acqua incide per 656 euro. A chiudere la classifica regionale Latina con 370 euro peraltro in forte contrazione – meno 37,5% – pur in presenza di una dispersione idrica tra le più alte del paese, vicina al 68 per cento.
Roma fortunatamente è riuscita quasi a vincere la sfida contro la dispersione che nella capitale si è attestata al 29,9 %, con una significativa diminuzione rispetto agli anni scorsi. Interventi infrastrutturali e manutenzione dell’apparato idrico stanno dando i loro frutti, anche se il livello di perdite – quasi 30 per cento- resta ancora molto alto, considerando che l’acqua è un bene primario, non illimitato, che andrebbe protetto.
Poca la fiducia dei cittadini nei confronti dell’acqua: solo un italiano su quattro si dice soddisfatto. E questo spiega forse perché gli italiani siano tra i primi consumatori al mondo, dopo i Messicani, di acqua in bottiglia.
A proposito, sabato 22 marzo è la giornata mondiale dell’acqua. Cin cin con quella del rubinetto.
Rossana Livolsi
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