
Domenica 23 marzo, dalle 10 alle 16, ingresso libero senza prenotazione al Parco Archeologico di Veio (passato recentemente sotto la tutela del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia) la cui icona è il Santuario Etrusco dell’Apollo.
Vi si accede da via Riserva Campetti, ad appena 2 km dalla via Cassia (clicca qui per il percorso) ed è ubicato nell’area archeologica in prossimità di Isola Farnese.
Il Santuario etrusco dell’Apollo
I resti dell’antica città etrusca di Veio si trovano vicino a Isola Farnese, un borgo in cui il tempo pare essersi fermato e che varrà la pena visitare autonomamente nella stessa giornata. Si tratta di un piccolo borgo nato sulle rovine di una vecchia città etrusca, un tempo circondato da mura, torri e porte di accesso. Ci sono tante belle casette rurali, un castello, la piccola chiesa di San Pancrazio ed è vissuto da poche centinaia di abitanti. Si chiama “Isola” perché sorge su una rocca di tufo ed è circondato da un fosso, il fosso Piordo.
Di questa vasta area archeologica dell’antica città etrusca di Veio solo una parte è emersa con gli scavi archeologici. Il monumento più prestigioso è il Santuario etrusco dell’Apollo (o santuario di Portonaccio, dal nome della località) che racchiude il più antico e il più notevole esempio di tempio tuscanico finora conosciuto.
Era ornato originariamente da una splendida decorazione in terracotta policroma culminante sulla sommità del tetto in una serie di statue a grandezza maggiore del vero, tra le quali il celebre gruppo tardo-arcaico di Apollo ed Ercole, affrontati nella lotta per il possesso della cerva dalle corna d’oro. Accanto al tempio sorgeva una piscina destinata ad abluzioni rituali e, più a est, un grande altare.
Indagato a partire dal 1916, quando furono scoperte le celebri statue in terracotta di Apollo, Hermes ed Eracle che decoravano il tetto del tempio arcaico, il santuario si articola in due nuclei principali: a est vi è l’area con l’altare dedicato a Menerva, mentre a ovest si innalza il tempio a tre celle dalla ricchissima decorazione architettonica, oggi evocato dalla ricostruzione realizzata nei primi anni Novanta su progetto dell’architetto Ceschi.
Ancora oggi il Santuario rappresenta per visitatori ed escursionisti il tradizionale punto di accesso ai percorsi che attraversano la parte sud del Parco regionale e si trova immerso in un contesto paesaggistico di forte suggestione, connotato dagli elementi naturali che anche in antico caratterizzavano il luogo.
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