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Quando la sciatteria è così palese, impossibile non sottolinearla. Anche se l’oggetto della segnalazione è entrato ormai a far parte del contesto urbano così com’è, e nessuno ci fa più caso. Beh, non proprio nessuno.
Da sei anni, alla fine di via dei Robilant angolo viale Antonino di San Giuliano, a soli duecento metri da Ponte Milvio, un grosso cippo in marmo realizzato nel 1960 giace abbandonato a terra.
Fu divelto da un’auto che gli si schiantò addosso dopo un impatto con un altro mezzo. Accadde il 22 ottobre del 2019, fu un brutto incidente fortunatamente senza feriti gravi, tranne uno. Il cippo. Che da allora giace sdraiato sul marciapiede in attesa che qualcuno lo tiri su. Ma dopo sei anni ha perso ormai ogni speranza.
E di sciatteria in sciatteria, a una decina di metri dal cippo e sempre in via dei Robilant, ecco un’altra situazione di degrado, ma potenzialmente anche di pericolo.
Quattro mini-centraline elettriche divelte, penzolanti, scoperte, con i fili a vista. Sono di Enel, sono di Areti, sono in disuso, sono operative, vallo a sapere.
L’unica cosa certa è che in termini di vetustà se la battono col cippo, saranno cinque-sei anni che stanno così. Testimone ne è la cronologia di di Google street view.
Carmen Martina Gomez
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Di sciatteria in sciatteria menzionerei anche le caditoie rimaste incompiute lungo il tratto di marciapiede rifatto a dicembre in via Bevagna, o le reti da pollaio rimaste attorno ad alcuni alberi ripiantumati in via Nitti ormai un bel po’ di mesi fa.