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La normale amministrazione del Sei nazioni

L'italia batte il Galles al 6 Nazioni 2025
Galvanica Bruni

Nella Roma (città) che diventa teatro di eventi sportivi colpisce la differenza che c’è fra le partite di calcio e quelle di rugby: il caos, che regna sovrano quando tocca al dio-pallone; la normalità, quando va in scena il Sei nazioni. Dietrologia spicciola? Forse.

Ma non è un caso che lacrimogeni e idranti quando sbarcano britannici e francesi alle pendici di Monte Mario restano al loro posto. Ora gli amanti del football s’indigneranno pure, vagheggiando un odio (da parte del sottoscritto) per lo sport più amato dagli italiani. Macché avversione, qua bisogna rendersi conto che solo “Eupalla” fa più danni della grandine dalle parti dell’Olimpico.

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Avete notato che quando c’è il rugby le macchine non vengono parcheggiate sulla riga di mezzeria né sui marciapiedi? E avete mai sentito parlare di partite di palla ovale a porte chiuse, di tifosi impossibilitati a seguire il proprio “quindici” in trasferta per precedenti malevole esibizioni?

Qui non si parli di spiccioli di tifosi, per le tre sfide interne del Sei nazioni 2025 sono stati venduti oltre centocinquantamila biglietti. Né più e né meno gli stessi venduti per tre partite di calcio.

Piove su Roma nel debutto casalingo contro il Galles. Anzi, diluvia. Ma non ci si sfida a ombrellate. E nonostante Giove Pluvio, dopo la disfida il rugby offre pure il terzo tempo. Ieri con Carl Brave, classe 1989, romano, rapper, cantautore e tre album all’attivo. Ma… lo immaginate il terzo tempo al termine d’un derby, d’un Roma-Milan o d’un Lazio-Juventus? Noi… no.

Ciance a parte, gli azzurri, mentre scrivevo, hanno battuto il Galles 22-15. Non ci sono stati incidenti e nonostante il temporale non ci sono stati imbottigliamenti a viale Angelico, all’imbocco della Tangenziale, sul Lungotevere… No, non è un caso. Ah, quasi dimenticavo, prossimi appuntamenti domenica 23 febbraio (Italia-Francia) e sabato 15 marzo (Italia-Irlanda).

Massimiliano Morelli

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