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Venerdì 3 febbraio 2012, una giornata memorabile

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Venerdì 3 febbraio 2012. Sono circa le 12 quando un’incredibile nevicata in poche ore copre la città di bianco. A Roma Nord, terrazze e tetti colmi di neve, strade impraticabili da Cesano a La Storta, da Prima Porta a Labaro. La Cassia bis viene chiusa.

La nevicata era stata anticipata nella notte precedente da un’imbiancata a Cesano, dove caddero 5 centimetri di neve, ma è a metà giornata che la bufera si scatena. Fiocchi grandi e larghi svolazzano prendendo di sorpresa chi, avendo visto solo pioggia, la mattina era uscito di casa con l’auto.

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Nonostante le previsioni che davano per certo la neve, in tanti non avevano rinunciato a usare l’automobile pensando che la pioggia del primo mattino restasse tale. E invece la pioggia diventa nevischio. Poi diventa neve. Alle 12 neve abbondantissima, che blocca strade, piazze e centinaia di auto.

E Roma Nord va in tilt. La Cassia bis viene chiusa al traffico, 40 centimetri di neve la rendono pericolosissima. Ai confini di Cesano vengono registrati più di mezzo metro di neve. La Via Flaminia, in ingresso ed in uscita dalla capitale, è tutta una lunga colonna di auto e di camion. Le rampe di accesso al GRA sono bloccate. L’Olimpica pure. Su via Cortina d’Ampezzo arrivano gli spalaneve. A Vigna Clara, Piazza Giochi Delfici, crocevia di arterie importanti, rimane bloccata per circa tre ore con forti ripercussioni su tutto i quartieri circostanti. Su Lungotevere Maresciallo Diaz e viale Tor di Quinto, fino all’incrocio con via Flaminia Nuova, le auto si muovono a passo di lumaca.

E Ponte Milvio? Bello come non mai, la neve gli dona. Resterà una giornata memorabile.

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2 COMMENTI

  1. Il ricordo più vivido di quella giornata e il salitone della Cassia, cosiddetta “Valle dei Pinguini”, dove parecchie decine di persone, a piedi, salivano faticosamente verso Via Oriolo Romano. Il tutto ricordava i film sulla ritirata di Russia.

  2. Il ricordo di quella giornata sono le auto e i camion per traverso sul raccordo e sulle consolari a bloccare anche chi aveva catene da neve o pneumatici invernali.
    Vista la mala parata, verso le 10:30 ci fu il fuggi fuggi dall’ufficio, prima sperimentazione di smart working.
    Chi non se ne preoccupò ed uscì anche solo un’ora dopo rimase per strada bloccato dalle macchine intraversate fino a sera.

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